Articolo pubblicato il 11 Novembre 2013.
L'articolo "Autostima: volersi bene e credere in se stessi" tratta di: Crescita personale, Autostima e Comunicazione.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Maria Simona Bonomo.
L'autostima riguarda l'opinione che abbiamo e i sentimenti che proviamo per noi stessi. Una sana autostima comprende quattro ingredienti:
Vediamoli nel dettaglio.
La consapevolezza di sé è la base della fiducia in se stessi.
Essere consapevole significa sentire la propria realtà interna, fatta di sensazioni, emozioni, bisogni, e averne rispetto.
Si tratta di una qualità che è possibile ampliare.
Alcune persone sacrificano la propria consapevolezza perché non vogliono vedere ciò che crea ansia e conflitti o perché sono cresciute in famiglie in cui c'è stata una forte tendenza alla negazione: opinioni inespresse, problemi irrisolti, emozioni negate.
Il rischio più grande nel non avere consapevolezza di sé è quello di indebolire sempre di più la capacità di sentire, pensare e agire, nascondendo la propria vera identità dietro una maschera. Quando ci si comporta diversamente da quello che sentiamo e vogliamo, inganniamo tanto gli altri quanto noi stessi.
Esiste la possibilità di nutrire la propria autenticità, identificando le finzioni secondo cui si vive, chiedendosi quali bisogni cerchiamo di soddisfare in questo modo e domandandosi cosa potrebbe succedere se rinunciassimo alla maschera con cui ci proponiamo a noi stessi e agli altri.
Il passo successivo è la comunicazione: comunicare cosa ci fa soffrire o ci infastidisce nelle relazioni interpersonali, con sincerità, esprimendo i propri bisogni e le proprie aspettative, ma senza accusare o pretendere che l'altro si comporti come noi vogliamo.
Essere consapevoli di sé significa anche recuperare i propri desideri.
Negarli irrigidisce l'organismo in un circuito in cui l'energia si ritorce contro se stessi, dando origine a disturbi psicosomatici, problemi psicologici e molta sofferenza.
Per nutrire la propria autostima è importante dedicare tempo a se stessi: le persone con una buona autostima stanno bene anche con gli altri, perché difficilmente si confrontano con la rabbia che si prova quando si è troppo occupati a soddisfare le altrui esigenze.
Dedicarsi del tempo non significa essere egoisti, ma generosi con se stessi, ritenendosi meritevoli di regalarsi ciò che dà piacere e soddisfazione.
Altro ingrediente di una buona autostima è riconoscere la responsabilità dei propri comportamenti che non significa colpevolizzarsi, ma essere artefici della propria vita. Essere responsabili significa accettare il cambiamento che - se può essere fonte di dolore e paura da una parte - è però l'opportunità più grande che abbiamo per scoprire chi siamo e per auto-realizzarci.
Per essere responsabili è necessario evitare l'evitamento: è una fuga che può portare a distorsioni delle percezioni e del pensiero e precluderci la possibilità di sviluppo e crescita personale. Si deve anche essere in grado di accettare il rischio, avendo il coraggio di essere "autori di ciò che ci accade", cambiando qualcosa di noi e della nostra vita.
Spesso ci rifugiamo in vecchi copioni che - se da una parte ci vanno stretti - dall'altra però sono rassicuranti perché prevedibili.
Rischiare comprende la possibilità di soffrire e di perdere, ma non rischiare significa chiudersi alla possibilità di sperimentare la vita in tutta la sua ricchezza e pienezza.
L'autostima non ha niente a che fare con la perfezione o con il non commettere errori, che vanno considerati passi necessari verso l'obiettivo e che ci aprono alla possibilità di crescere e apprendere.
Il senso di colpa per gli errori non è produttivo né tanto meno riparativo, è invece più utile esercitare la propria consapevolezza calandosi nel contesto in cui si è verificato l'errore, chiedendosi che bisogno cercavamo di soddisfare con quel comportamento e quali erano le eventuali alternative che abbiamo scartato.
Altro aspetto fondamentale di una sana autostima è valutarsi in maniera corretta, perché ci rende consapevoli delle nostre risorse e ci permette di agire più efficacemente aumentando le probabilità di riuscita.
Nemica della valutazione positiva di sé è la critica interna, che ognuno di noi ha, ma che nelle persone con bassa autostima ha una voce più forte.
La critica interna si serve delle regole e dei valori che abbiamo appreso durante l'infanzia e li usa contro di noi paragonando come siamo a come dovremmo essere, facendoci sentire inadeguati. In realtà, per quanto strano possa sembrare ha una funzione: ci prepara in anticipo per risparmiarci delusione e dolore, soddisfa il nostro bisogno di comportarci in maniera giusta, ci aiuta a rispettare le regole.
La buona notizia è che è possibile passare da un auto dialogo interno negativo ad uno più positivo e sano, prima di tutto individuando e confutando le critiche mosse contro noi stessi, imparando a contestare i pensieri negativi e svalutativi e sostituendoli con affermazioni positive, trovando i nostri punti di forza.
I devo minano la nostra autostima etichettando come giuste o sbagliate situazioni, scelte e comportamenti. La tendenza ad utilizzarli nasce durante l'infanzia e sono un'eredità dei genitori che erroneamente ci hanno presentato le regole come imperativi morali.
Una volta individuati è necessario riesaminarli, per valutare quali siano buoni e appropriati e quali no, e in questo caso sostituire i devo con i voglio, chiedendosi qual è stato il bisogno originario che ha creato il dovere e domandandosi per quale motivo non abbiamo più intenzione di seguire la regola.
Anche se cerchiamo di migliorarci e cambiare ciò che è possibile cambiare, è necessario riuscire ad accettarsi evitando di pretendere da se stessi la perfezione. È uno dei passi fondamentali verso la crescita e il cambiamento.
Accettarsi significa accettare i propri sentimenti, anche quelli più scomodi o che non sono socialmente accettati come l'invidia, la gelosia, l'odio, la rabbia. Inoltre è importante riconoscere il proprio valore di individuo, che nasce dal fatto di esistere, crescere, evolversi, comunicare, amare ed essere amato. Questo significa riconoscere gli sforzi che vengono fatti e il coraggio investito per sopravvivere.
Se vogliamo accettarci bisogna infine incontrare e riabbracciare - comprendendolo - il bambino che siamo stati.
Crescere significa diventare "genitori di se stessi", accettando e integrando con amore e comprensione tutte le parti di noi.