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Articolo di psicologia: «Bellezza e disordine alimentare»

Il disagio della bellezza

Articolo pubblicato il 23 Luglio 2012.
L'articolo "Il disagio della bellezza" tratta di: Disturbi Alimentari e Terapia Strategica.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Ilaria Artusi.

«L'uomo moderno è passato dall'Etica all'Estetica». Questa l'affermazione che il filosofo e psicoanalista Umberto Galimberti rilasciò durante un'intervista televisiva. Ma che cosa voleva intendere il filosofo?
Quale il significato?

Culto dell'immagine. Significa che l'uomo è passato sempre più dalla ricerca di una perfezione interiore, potremmo dire morale, a una perfezione esteriore, vale a dire corporea. Oggi cioè il problema che molte persone si pongono non è più legato all'essere in un certo modo quanto all'apparire.
In effetti in un contesto come il nostro - quello occidentale - che enfatizza fortemente il culto dell'immagine corporea e della perfezione delle "forme", e che fa della bellezza l'arma vincente per eccellenza, il corpo non è più vissuto come parte integrante della propria identità, ma come "oggetto sociale", da modellare e conformare alle richieste sociali.

La conseguenza di questo cambiamento è l'errata attribuzione di significato che spesso viene data al cibo, vissuto non più come sano e piacevole "carburante" per il nostro corpo, ma come mezzo per plasmarlo, costruirlo e modellarlo allo scopo di conformarlo ai modelli socialmente approvati. Il cibo viene così usato per dimagrire, ingrassare, migliorare il proprio aspetto, acquistare forza fisica. In altre parole diventa lo "strumento" da regolare a piacere per sentirsi più o meno inseriti all'interno della società in cui viviamo e più o meno bene con sé stessi.

Conflitto. Purtroppo però quello a cui assistiamo oggi è un conflitto tra due fattori: il desiderare una "perfetta forma fisica", per stare al passo con i tempi, e una "iperalimentazione" (basta pensare alle tante pubblicità che sponsorizzano cibo buono e irresistibile, disponibile a buon mercato sempre e ovunque). È all'interno di questo conflitto che un numero crescente di persone rimane imprigionato in un disordine alimentare.

Patologie alimentari
Mangiare poco, molto, nulla oppure solo determinati alimenti, in compagnia o da soli, è un sintomo - per alcune persone - di una vera e propria patologia alimentare, che può avere conseguenze anche molto gravi. Tra queste patologie rientrano:

  • molte forme di obesità, soprattutto infantile e adolescenziale;
  • la bulimia, con un'assunzione smodata e incontrollabile di cibo;
  • l'anoressia, con un rifiuto quasi totale del cibo;
  • la sindrome da vomito, per cui le persone mangiano e vomitano più volte al giorno.

L'aspetto forse più allarmante è che tali patologie sono in costante crescita soprattutto tra i giovani per i quali è ancora più forte l'esigenza di usare il cibo per sentirsi bene e per stare bene con gli altri.

Cause. I fattori coinvolti in questi problemi sono molteplici.
Si tratta di patologie che derivano da cause sociali, culturali, come abbiamo detto, ma anche e soprattutto da cause psicologiche.
In effetti, quanto più una persona è fragile dal punto di vista psicologico, tanto più i fattori sociali e culturali potranno influire negativamente su di lei.
Potremmo chiederci: «Perché è avvenuto questo passaggio dall'anima al corpo?». Oppure più specificamente: «Perché questa fragilità psicologica?».
«Quale fattore è stato più importante nello sviluppo della patologia?».
Qualsiasi risposta data servirebbe solo in parte ad aiutare le persone a uscire dal loro problema.

La Psicoterapia breve strategica
La soluzione del problema, invece, per noi Psicoterapeuti strategici rappresenta il primo e unico importante obiettivo del lavoro che facciamo con le persone. Dal nostro punto di vista quindi sarà fondamentale osservare e affrontare il problema nel "qui e ora" per arrivare, insieme al paziente, a trovare soluzioni efficaci e durature in tempi brevi. La Psicoterapia breve strategica infatti è guidata dall'idea che, anche se un problema è grave e sofferto, non necessariamente altrettanto dura e sofferta dovrà essere la terapia. A volte basta un raggio di luce per dissipare mille oscurità.

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