Articolo pubblicato il 30 Giugno 2014.
L'articolo "Anoressia giovanile: quell'armatura che protegge ma imprigiona" tratta di: Disturbi Alimentari e Anoressia.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Laura Cazzaniga.
"L'astinenza è più facile della moderazione".
(Sant'Agostino)
Tutto comincia così, quasi per gioco.
Ci si guarda allo specchio e ci si vede grasse, inadeguate… che fare allora? Perché non iniziare una bella dieta? Peccato che questo "stare a dieta" diventa ben presto un ridurre drasticamente le porzioni, un eliminare i cibi più calorici. Ci si ritrova così in un circolo vizioso dal quale sembra impossibile uscire... Calorie, bilancia, cibo e peso diventano un pensiero costante, fisso, che invade la mente e la rende prigioniera di queste ossessioni, di cui sembra impossibile liberarsi.
Quando è possibile fare diagnosi di Anoressia nervosa?
Negli ultimi 15 anni si è notato un crescente aumento di casi di Anoressia in età giovanile: pubertà e adolescenza.
L'Anoressia è un disturbo del comportamento alimentare che colpisce soprattutto giovani donne e attualmente l'età di esordio della malattia si è molto abbassata. Si tratta di un problema molto complesso che coinvolge la persona su più livelli: cognitivo, comportamentale, fisico e relazionale.
I principali criteri diagnostici che sono riportati nel DSM IV (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali) sono:
Esistono due sottotipi di Anoressia nervosa dal punto di vista comportamentale:
Se consideriamo questo disturbo dal punto di vista dell'approccio breve strategico, l'Anoressia giovanile segue principalmente il modello di Anoressia astinente che si caratterizza per:
Le tentate soluzioni disfunzionali, ovvero le reazioni e i comportamenti messi in atto per affrontare il proprio disagio, sono:
Nell'Anoressia giovanile la consultazione terapeutica, generalmente, deve coinvolgere anche i famigliari.
È importante rendere partecipi i genitori, svolgono un ruolo fondamentale nei confronti del/della figlio/a che soffre di questo disturbo, ed è proprio in virtù di ciò che vengono date loro delle "istruzioni" da seguire, al fine di aiutare il/la figlio/a nel perseguimento degli obiettivi terapeutici che spesso non è in grado di affrontare da solo/a.
Dopo aver fatto un'analisi dettagliata della situazione attuale e aver indagato le tentate soluzioni disfunzionali messe in atto, è negoziato e accordato con la persona un piano alimentare base da seguire al fine di ristabilire, passo dopo passo, un'alimentazione equilibrata che favorisca l'aumento di peso graduale.
Una volta risolto il problema alimentare si procederà con l'affrontare eventuali difficoltà al di fuori del disturbo anoressico, quali per esempio problemi relazionali e/o pensieri ossessivi residuali.