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Articolo di psicologia: «Mindfulness, pensieri ed esercizi»

Il potere del cervello

Articolo pubblicato il 24 Marzo 2016.
L'articolo "Il potere del cervello" tratta di: Mindfulness.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Antonella Donatone.

"In tutti gli uomini è la mente che dirige il corpo e verso la salute, e verso la malattia e verso tutti gli altri aspetti della vita"
(Antifonte)

In che cosa il nostro cervello eccelle secondo voi?
Pensare e creare pensieri è un'attività che gli riesce benissimo da sempre!
Nel corso dei secoli, la capacità di pensare e di proiettarsi nel futuro anticipando con l'immaginazione in qualche modo gli eventi (avversità e pericoli), ha aiutato l'essere umano a garantirsi la sopravvivenza. I pensieri che produciamo sui fatti della vita hanno una smaccata influenza sui nostri comportamenti e sulle nostre emozioni: molte volte ci sono d'aiuto come degli alleati preziosi, altre volte possono diventare limitanti e bloccanti.

Un cartone animato che rende molto bene quest'ultimo concetto sono i Croods: una famiglia di cavernicoli. Il padre è un uomo forte e coraggioso, che ritiene che le novità siano tutte pericolose. Il suo obiettivo è quello di proteggere la sua famiglia dai pericoli, obbligando i parenti a poche attività esterne alla caverna (unicamente per cercare il cibo). Usare il pensiero solo per immaginare i pericoli provando come emozione prevalente la paura e modellando il comportamento del presente di conseguenza, è stato funzionale, fino a un certo punto della storia, alla sopravvivenza del capostipite e della sua famiglia.

Possiamo dire che un personaggio così rappresentato come viene fuori all'inizio del cartone, poco esprime il concetto molto attuale di mindfulness o "piena consapevolezza": mente e corpo presenti insieme nel qui e ora. In alcune scene del cartone, è evidente che il capostipite (Grug), essendo spesso guidato dai suoi pensieri e dalle sue emozioni, ha scarsa possibilità di ascoltare le tensioni, i bisogni e le richieste che il suo corpo potrebbe potenzialmente esprimere nel qui e ora.

Il personaggio della figlia, invece, ben rende questo concetto. Hip vuole vivere a pieno la vita momento dopo momento, uscendo e conoscendo il mondo, e si ribella agli schemi mentali rigidi del padre. È curiosa delle novità e sa ascoltare le richieste attuali del suo corpo: bisogno di esplorare, di muoversi, di conoscere, di sdraiarsi al sole, etc. Anche grazie all'incontro con Guy, un ragazzo sveglio, e alle circostanze che accadranno nel cartone, la famiglia Croods imparerà a vivere adattandosi al presente e a evolversi di conseguenza garantendosi la sopravvivenza.

Ritengo che lo splendido cartone animato della DreamWorks Animation possa essere utilizzato come suggerimento per aprire altre considerazioni relative all'espressione delle emozioni e, nello specifico, soprattutto rispetto alla paura e a quanto alcune volte possa essere bloccante rispetto alla capacità di pensare. Magari sarà l'argomento del prossimo articolo. In riferimento ad oggi, penso sia stato un buono spunto per condividere con voi alcune riflessioni relative al dialogo interno.

Talvolta anche noi, spesso senza accorgercene, spaziamo tra passato e futuro, lasciando che in qualche modo il nostro cervello e il nostro pensiero diventino il nostro "motore". Siamo assenti nel nostro presente.
Facciamo qualche esempio: quante volte vi è capitato di essere a casa e di pensare al lavoro? E quante volte siete al lavoro e pensate a casa?
Ecco, quando capita questo, siamo in uno stato di non consapevolezza del qui e ora.

Con un semplice esercizio si può capire velocemente la potenza dei nostri pensieri. Provate a stare per qualche secondo in silenzio... Probabilmente avrete sentito una voce interna che potremmo definire come la voce dei nostri pensieri. Questo è il dialogo interno: un dialogo che la nostra mente fa con se stessa in modo incessante e continuo. Si tratta in altre parole della voce con la quale ciascuno di noi pensa.

I nostri pensieri, oltre che allontanarci dal qui e ora, alcune volte possono diventare rigidi e svalutanti su di noi come persone e sulle nostre capacità. Facciamo, anche in questo caso, degli esempi.

Pensare di se stessi e ripetersi mentalmente nel proprio dialogo interno, "non sono capace, non sono all'altezza, non riuscirò" sicuramente avrà una ricaduta sulla qualità del compito da eseguire, poiché la nostra attenzione e concentrazione sul presente inevitabilmente diminuiranno.

Altre volte, le nostre riflessioni ci portano lontano dal presente proiettandoci a immaginare un futuro difficoltoso e incerto che si è certi che si verificherà. Avere una visione pessimistica del domani come pensare ad esempio "non mi capiterà nulla di buono", inevitabilmente non ci farà spingere al massimo per riuscire in qualcosa.

Questi due semplici esempi ben rendono l'idea di quanto il nostro cervello e i nostri pensieri abbiano potere e di quanto possano influire sulle nostre azioni e sulle nostre emozioni. È molto importante comprendere che i nostri pensieri non sono la realtà.

Come abbiamo già detto, la capacità di pensare fa parte del dna dell'uomo e, nel corso della storia, è servita e serve alla specie umana per sopravvivere, per adattarsi positivamente ai cambiamenti evolutivi e per sostenere l'uomo nelle sue attività quotidiane.
Può diventare disadattiva quando si formulano in modo automatico pensieri rigidi e svalutanti su di noi e sulle nostre capacità e quando le nostre idee ci portano lontano dal presente proiettandoci a immaginare un futuro difficoltoso e incerto.
Differentemente, avere un dialogo interno fiducioso e incoraggiante porta a migliorare l'attenzione sul presente e la concentrazione.

Quali conseguenze?
Essere in balia dei propri pensieri senza averne la consapevolezza può portare a diversi disagi in quanto pensieri, emozioni e comportamenti sono legati tra loro da fili invisibili. Cali di prestazione lavorativa e/o sportiva ne possono essere un esempio; insuccessi personali un altro; problemi di concentrazione e attenzione un altro; sintomi quali ansia da prestazione un altro, etc.

Qualche suggerimento pratico per cominciare:

  • imparare a riconoscere il proprio dialogo interno e quali sono i propri vissuti emotivi;
  • modificare alcuni pensieri, parlando con se stessi con fiducia;
  • concentrarsi sui propri punti di forza.

Cosa puoi fare se ti sei accorto che non basta?
Se leggendo queste pagine ti sei rispecchiato e sei spinto dal desiderio di approfondire e di modificare alcuni aspetti del tuo dialogo interno che percepisci ti creino sofferenza, puoi rivolgerti ad uno Psicoterapeuta.

Ogni professionista ha un proprio orientamento che utilizza nella propria attività, ed ha proprie specializzazioni. All'interno dei colloqui iniziali, potrete concordare quale tipologia di intervento è maggiormente idoneo per affrontare le tue difficoltà e sofferenze.
In ambito sportivo, se il dialogo interno interferisce con la prestazione sportiva, il Mental Training (allenamento mentale) può rappresentare uno dei vari interventi possibili.

Mi piace concludere questo articolo citando una frase di Abrahm Maslow, come incoraggiamento a continuare per chi ha già fatto propria la considerazione che leggerete e per chi prima o poi la farà!

"Io posso sentirmi colpevole per il passato, apprensivo riguardo al futuro, ma posso agire solo nel presente. L'abilità di essere nel momento presente è una componente fondamentale del benessere mentale"
(Abrahm Maslow)
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