Articolo pubblicato il 2 Ottobre 2017.
L'articolo "Perché andare dallo Psicologo fa paura?" tratta di: Crescita personale e Sostegno Psicologico.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Valentina Moneta.
Spesso accade che un potenziale cliente mi contatti per una consulenza, chiedendomi indicazioni per un primo colloquio e poi decida di non fissare l'appuntamento. Da professionista mi trovo, dunque, a riflettere sulle motivazioni che possano portare una persona a non intraprendere un percorso o a rinviarlo.
Sembra che attorno alla "Psicologia" e allo "Psicologo" girino una serie di luoghi comuni e paure che spesso creano solo confusione e non aiutano persone che hanno realmente bisogno di un aiuto.
Le paure sono comprensibili e mi soffermerei a parlare innanzitutto di queste.
Le paure fanno parte della nostra vita e della quotidianità. Nasciamo e cresciamo attraversando e vivendo delle paure. Il bambino comincia ad avere presto le prime paure, come quella del buio e quella dell'estraneo. Chi di noi non ha avuto almeno una volta timore nell'attraversare un corridoio buio o nel vedere una persona sconosciuta che ci sembra poco rassicurante?
Da bambini è più che normale sperimentare questi timori, viverli come insormontabili. Poi cresciamo e le paure si diversificano, divengono legate a situazioni più o meno concrete, più o meno reali.
Ma non voglio farla lunga. Voglio solo chiarire la "normalità" che caratterizza le nostre paure e tranquillizzare molte persone che per la prima volta si rivolgono ad uno Psicologo. Eh si, anche una situazione del genere può spaventare. Ma perché?
Sicuramente una delle prime risposte può essere: "Andare dallo Psicologo è una situazione nuova e sconosciuta e mi fa paura! Non so cosa mi chiederà e che tipo di persona sarà, questa cosa mi crea preoccupazione".
Oppure: "Mi sentirò giudicato? Dovrò raccontargli proprio tutto? Sarà difficile e doloroso parlare delle cose che mi fanno star male?"
L'obiettivo di un bravo Psicologo, che lavora con coscienza e nell'interesse del paziente, è quello di far sentire la persona a proprio agio, tranquillizzarla rispetto alle proprie paure e aiutarla a risolvere le questioni problematiche. Dunque le sue domande saranno indirizzate a comprendere meglio e non avranno la forma di un "interrogatorio poliziesco"!!!
"Giudicare e dare colpe" certamente non fanno parte dello stile di un professionista serio. Anzi, sentirsi giudicati o messi in imbarazzo può essere un segnale di cui tener conto: forse questo Psicologo non fa proprio al caso nostro e possiamo rivolgerci a qualcun altro!
Per quanto riguarda il timore di star male nell'affrontare il proprio problema, c'è da dire che un colloquio psicologico è un momento "protetto", in cui un serio professionista bada a salvaguardare la persona e la propria sofferenza, aiutando il cliente ad affrontare le difficoltà e superarle insieme. Quindi nessuna bacchetta magica (non siamo maghi in grado di cancellare il dolore e le fatiche!), ma tanto rispetto e attenzione.
Per quanto riguarda lo stile e la modalità di lavoro dello Psicologo, va considerato che ogni professionista ha una propria impronta e modo di operare, che dipende dall'esperienza formativa e professionale ma anche dalle caratteristiche personali. Così bisognerà andare un po' "a fiuto" nella scelta iniziale di uno Psicologo a cui affidarsi, scegliendo magari in base al sesso (qualcuno preferisce una donna, qualcun altro sceglie un uomo) o alle informazioni di cui si è a conoscenza (in cosa è specializzato, dove riceve, ecc).
Tutto il resto verrà da sé! La conoscenza e il confronto durante gli incontri potranno arricchire il quadro e aiutare a schiarirsi le idee.
È importante sottolineare che uno Psicologo è abituato a ricevere domande dai propri pazienti e ben predisposto a fornire indicazioni e chiarimenti, anche per trasmettere fiducia e creare una buona alleanza con i propri pazienti.