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Articolo di psicologia: «Crescita personale: la zona di comfort»

La zona di comfort: una trappola alla nostra crescita personale

Articolo pubblicato il 14 Gennaio 2019.
L'articolo "La zona di comfort: una trappola alla nostra crescita personale" tratta di: Crescita personale.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Valentina Moneta.

Ecco un argomento utile per avviare un percorso di cambiamento e di crescita personale, per chi sente il bisogno di trovare una nuova energia e nuovi propositi. Ricordiamoci sempre che il primo passo non ci porta già dove vogliamo arrivare, ma sicuramente ci porta via da dove ci troviamo. Con questa citazione improntata alla crescita personale, voglio trasmettere l'importanza di fare il primo passo, di decidere di agire, di mettersi nella condizione di essere fautori del proprio cambiamento, iniziando proprio da piccoli gesti e uscendo così dalla cosiddetta zona di comfort.

Se parliamo di zona di comfort alcuni potranno pensare che si tratta di un luogo sereno, tranquillo, positivo. Sicuramente è un posto tranquillo, ma si tratta di una zona in cui la tranquillità maschera una vera e propria trappola. La zona di comfort racchiude in sé tutte quelle azioni, pensieri, comportamenti, relazioni che ci fanno sentire comodi ma che in un certo senso ci tengono bloccati e inattivi, impedendoci di andare verso cambiamenti che possono giovarci.

È proprio il cambiamento, invece, che fa paura all'inizio, quando siamo comodi nella nostra zona di comfort (una poltrona della mente!) e mentiamo a noi stessi dicendoci che stiamo bene così. E invece ci stiamo solo accontentando. Stiamo giocando a fare i pigri. Fingiamo di non essere in grado, di non essere coraggiosi, di non essere abbastanza intelligenti. E cosa otteniamo? In cambio otteniamo certezza e stabilità, un benefico privilegio che però, come dicevo, finisce per ingabbiarci e tenerci piccoli, bloccati nel nostro presente, senza la possibilità di ottenere dei miglioramenti.

Questo accade, ad esempio, quando teniamo un lavoro che non ci soddisfa pienamente ma che in effetti ci fa arrivare a fine mese. Oppure quando restiamo in una relazione perché temiamo di non trovare un futuro migliore con un'altra persona o perché addirittura temiamo di stare soli. O ancora, la zona di comfort è quella situazione in cui priviamo noi stessi di esperienze che potrebbero gratificarci, facendoci bloccare dalle più svariate motivazioni. E dunque non facciamo un viaggio perché temiamo che costi troppo, non cambiamo la nostra auto perché abbiamo paura di accollarci una spesa, non ci iscriviamo al corso di yoga nascondendoci dietro scuse varie ed eventuali. Oppure ci priviamo di una serata in compagnia di un amico per restare a casa a tenere nostro figlio, facendo il nostro male e pure il suo.

Ecco cos'è la zona di comfort: una trappola in cui noi stessi ci incastriamo con le nostre mani e il nostro pensiero, credendo che il cambiamento sia pericoloso e che la cosiddetta normalità sia invece rassicurante e confortevole, appunto.

Ora voglio raccontarvi una storia.
Un giorno, un re ricevette un regalo: due splendidi falchi. Si trattava di falchi pellegrini. Li consegnò al suo capo falconiere perché li allenasse. I mesi passarono e un giorno il capo falconiere disse al re che uno dei falchi era maestosamente volato altissimo nel cielo, ma l'altro uccello non s'era mosso dal suo ramo, sin dal giorno in cui era arrivato.
Il re convocò stregoni da tutte le terre perché si prendessero cura del falco, ma nessuno riuscì a farlo volare. Presentò dunque il caso alla sua corte, ma nessuno fu in grado di risolvere il problema e far volare il falco.
Dopo ogni tentativo, il re pensò "forse ho bisogno di qualcuno che conosca meglio la campagna per capire la natura di questo problema". Così chiese alla sua corte: "Andate e portate un contadino". Il re fu contentissimo di vedere il falco volare alto sopra i giardini del palazzo e disse ai membri della corte: "Portatemi la persona che ha fatto questo miracolo!".
La corte velocemente andò dal contadino e lo accompagnò dal re, che gli chiese: "Dimmi, come hai fatto a far volare questo falco?". Il contadino rispose: "È stato molto facile sua altezza, ho semplicemente tagliato il ramo su cui l'uccello era seduto".

Questa storia vuole insegnarci che tutti abbiamo delle potenzialità, tutti siamo nati per volare, ma a volte ci sediamo sul nostro comodo ramo, circondandoci delle cose che familiari e che ci offrono una certezza illusoria, tenendoci in una forma di equilibrio che nella teoria sistemica viene chiamata omeostasi. La zona di comfort - perché a volte bisogna trovare termini più moderni e alternativi per chiamare le cose - altro non è che un modo per restare fermi nella nostra omeostasi, rendendoci più fragili di quello che siamo. Le possibilità sono infinite, ma per molti di noi restano inesplorate. Ci conformiamo al comfort, alla familiarità e all'ordinario. Così le vite sono per molte persone mediocri invece che elettrizzanti, emozionanti, eccitanti.

Come dice qualcuno:

"La vita inizia alla fine della tua zona di comfort"
(Neale Donald Walsch)

Il mio consiglio è di iniziare a riflettere, domandandosi cosa stiamo impedendo a noi stessi restando fermi e chiudendoci nella nostra tana di comfort.

Domandiamoci: cosa potrebbe succedere se decidessi di cambiare?
Buona riflessione!

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