L'evento dal titolo "Incontro gratuito: "Alzheimer, non solo farmaci. Uno sguardo sulle terapie non farmacologiche"" si è già svolto.
Provincia di Verona
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Incontro gratuito: "Alzheimer, non solo farmaci. Uno sguardo sulle terapie non farmacologiche" è un evento che tratta di: Demenza e Alzheimer e si svolge a Sanguinetto (VR).
Le terapie non farmacologiche rappresentano un salto nella qualità di vita delle persone con demenza di Alzheimer.
Si parlerà in particolare di doll therapy, validation therapy e nurturing touch, qui di seguito descritti nello specifico. Sono tecniche atte a stimolare i bisogni fondamentali dell'essere umano, il bisogno di attaccamento e di accudimento.
La bambola terapia (doll Therapy) nasce negli anni 80 da una terapista svedese, la quale comprese il forte potenziale di un'apposita bambola nei confronti delle persone con demenza (ma non solo, si può utilizzare anche con diversi tipi di disabilità e patologie psichiatriche). Le cosiddette empathy doll nel nostro caso, vengono riconosciute e trattate come un bambino dagli anziani, stimolando così la loro dimensione affettiva e di accudimento. Così facendo diminuiscono i momenti di apatia e si ridimensionano i disturbi dell'umore, incidendo talvolta sulla diminuzione delle cosiddette terapie al bisogno sedative.
La Validation Therapy nasce dalla terapista Naomi Feil. Più che una semplice terapia da applicare, rappresenta un modo di porsi verso l'anziano con demenza, nonchè un modo "efficace" per comunicare con lui. La malattia colpisce l'aspetto cognitivo dell'anziano ma non le sue emozioni: la terapia validante, appresa attraverso corsi specifici, serve appunto per comunicare attraverso le emozioni, così facendo lui si sente compreso e accettato (validato, non corretto, perché le emozioni non sono mai giuste o sbagliate, ma devono fluire e venire accettate così come sono).
Il nurturing touch consiste in una particolare specie di massaggio e serve per entrare in contatto a livello epidermico ma anche emotivo con la persona, portando ad uno stato di tranquillità attraverso il "prendersi cura" diretto.
La musicoterapia sfrutta il forte potenziale emotivo e relazionale della musica: rappresenta un linguaggio universale laddove l'aspetto cognitivo risulta danneggiato da patologie neurologiche. Utilizza in un certo senso un codice a sè: anche quando le parole delle canzoni vengono dimenticate, rimane il ritmo, che come un mantra tranquillizza e contiene le paure.