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Articolo di psicologia: «Disturbi del comportamento alimentare»

Anoressia e Bulimia

Articolo pubblicato il 2 Dicembre 2009.
L'articolo "Anoressia e Bulimia" tratta di: Disturbi Alimentari, Anoressia e Bulimia.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Angela Pascale.

L'Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa sono i disturbi del comportamento alimentare più importanti.

Anoressia.
Sebbene il termine "anoressia" significa letteralmente "mancanza di appetito", in chi ne soffre la fame è sempre presente, quindi non si tratta della presenza della mancanza di appetito. La persona affetta da anoressia nervosa nega di aver fame perchè ha paura di ingrassare oppure perchè è ossessionata dal desiderio di diventare magra.
Chi soffre di anoressia nervosa si rifiuta di assumere cibo e desidera possedere un corpo snello e sano. Spesso nei confronti del cibo si ha una profonda ambivalenza e non manca quasi mai la sensazione soggettiva di fame. Ciò che caratterizza l'anoressia nervosa è la ricerca della magrezza correlata alla paura di ingrassare. Sul piano sintomatologico compare una riduzione del peso.

Bulimia.
L'etimologia di "bulimia" deriva dai termini greci bous = bue e limos = fame cioè fame di bue, il che indica le frequenti abbuffate dei soggetti che soffrono di questo disturbo, capaci di introdurre fino a 5000 calorie in un solo pasto. Durante queste abbuffate, l'ingestione di cibo è vorace, compulsiva, con scarsa attenzione ai sapori.
Il cibo può essere di varia natura: dolci, alimenti ipercalorici, sostanze fredde o addirittura ancora surgelate.
L'abbuffata, che caratterizza il disturbo bulimico, si presenta con difficoltà nel controllo degli impulsi la quale difficoltà crea uniassunzione incontrollata del cibo.

L'abbuffata è in genere interrotta da fattori esterni o dall'insorgenza di malessere fisico, dolore addominale e nausea, ed è spesso seguita da dolore addominale, sensi di colpa, depressione e disgusto per se stessi. Alcune pazienti descrivono, durante un episodio di abbuffata di sentirsi come depersonalizzate e forzate da una forza incontrollabile esterna. Sono comunemente raccontati anche disturbi del tempo e derealizzazione. L'intensità del dolore, la paura improvvisa di assorbire le calorie o un evento esterno che attira l'attenzione (esempio: lo squillo di un telefono) interrompono tali esperienze.
Il successivo vomito viene accompagnato spesso da un ritorno alla realtà.

Il trattamento d'elezione per i disturbi del comportamento alimentare è la psicoterapia; non esistono finora farmaci che abbiano un'indicazione specifica per queste patologie né un'efficacia a lungo termine dimostrata sperimentalmente. I trattamenti psicoterapeutici costituiscono lo strumento più utile di intervento.

Riferimenti bibliografici
  • Vittorio Lingiardi, "La personalità e i suoi disturbi", Il Saggiatore
  • Massimo Cuzzolaro, "Anoressie e bulimie, Il Mulino
  • Donald W. Goodwin, Samuel B. Guze, "La diagnosi psichiatrica", Giovanni Fioriti Editore
  • Rosanna Schiralli, "Cercasi genitori disperatamente", FrancoAngeli/Le Comete
  • Mariangela Falabella, "ABC della psicopatologia", Edizioni Magi
  • Roberto Tatarelli, "Psichiatria per problemi", Giovanni Fioriti Editore
  • Glen O. Gabbard, "Psichiatria psicodinamica", Raffaello Cortina Editore

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