Articolo pubblicato il 2 Dicembre 2011.
L'articolo "I disturbi alimentari: cosa sono, le possibili cause, le conseguenze e il trattamento psicologico" tratta di: Disturbi Alimentari, Anoressia e Bulimia.
Articolo scritto dal Dott. Dario Iozzelli.
Che cosa è un disturbo alimentare?
I disturbi alimentari psicogeni sono problematiche/disordini ad origine prevalentemente psicologica che comportano serie complicazioni fisiche.
I più comuni sono Anoressia Nervosa, Bulimia Nervosa, Binge Eating Dirsoder o sindrome da alimentazione incontrollata. Accanto a questi, ci sono poi anche una serie di problematiche collegate al cibo che non rientrano nelle categorie sopra menzionate e che potremmo definire come comportamenti disfunzionali collegati alla alimentazione.
I disturbi alimentari psicogeni sono condizioni complesse che si focalizzano sugli aspetti cibo/alimentazione, peso ed immagine del corpo.
È fondamentale riuscire ad identificarli correttamente ed intervenire il più precocemente possibile per prevenirne lo sviluppo e la loro possibile crescente gravità. Se non trattati adeguatamente, i disturbi alimentari psicogeni possono diventare cronici, portare ad ospedalizzazioni anche ripetute e nei casi più estremi al decesso.
Anoressia Nervosa
Quando una persona ricerca attivamente la perdita di peso o il mantenere un peso corporeo significativamente al di sotto di una soglia minima per età ed altezza attraverso una serie di strategie restrittive finalizzate alla diminuzione del cibo ingerito. Insieme ai comportamenti alimentari restrittivi (a volte insieme all'utilizzo di purghe e lassativi dopo aver ingerito anche piccole quantità di cibo, vi è anche una intensa paura nell'aumentare di peso o nell'ingrassare; paura che è collegata ad una distorsione dell'immagine corporea.
Bulimia Nervosa
Quando una persona ingerisce una grande/notevole quantità di cibo in un breve intervallo di tempo (abbuffata) per poi liberarsene attraverso l'utilizzo di qualche metodo quale vomito auto-indotto, lassativi o diuretici, esercizio fisico eccessivo ed ossessivo.
Questo comportamento si può anche chiamare ciclo abbuffata-purga.
A volte può capitare che i sintomi anoressici si alternino con o si sovrappongano a quelli bulimici.
Alimentazione incontrollata compulsiva
Quando una persona ha un comportamento alimentare incontrollato senza avere reali stimolazioni di fame o di soddisfazione collegata all'alimentarsi o si abbuffa senza poi avere comportamenti quali utilizzo di purghe/lassativi o esercizio fisico eccessivo conseguente all'abbuffata.
I disturbi alimentari psicogeni possono avere molte cause, spesso sovrapposte, ma il cibo in sè non è una di queste.
È importante capire che un disturbo alimentare psicogeno è solamente un sintomo di un complesso sistema di problematiche psicologiche sottostanti che si esprimono in un comportamento alimentare auto-distruttivo.
Un disturbo alimentare può essere visto anche come un tentativo inconscio di fronteggiare sofferenza e dolore emotivo non risolti. Non si tratta di un singolo aspetto o problema che porta allo sviluppo di un disturbo alimentare.
Solitamente questo (il disturbo) è la combinazione di fattori sociali, psicologici, interpersonali/familiari e biologici.
Fattori socioculturali
Fattori psicologici
Fattori interpersonali
Fattori biologici
La ricerca scientifica ancora indaga senza conclusioni certe sul ruolo dei fattori genetici e/o biologici che possono contribuire allo sviluppo dei disturbi alimentari. Non è ancora chiaro quale è o può essere il ruolo strettamente biologico nel causare e/o perpetuare un disturbo alimentare. Disturbo che può svilupparsi dal concorrere di più cause che possono ingenerare un ciclo di devastazione fisica ed emotiva che poi si auto perpetua.
Tutti i disturbi alimentari richiedono quindi un aiuto professionale e specifico.
I disturbi alimentari hanno un impatto profondo sulla qualità della vita delle persone che ne soffrono. L'immagine di sé, le relazioni interpersonali, la salute fisica e il vivere quotidiano sono tutti aspetti che ne vengono colpiti e coinvolti drammaticamente.
Le complicazioni mediche conseguenti ai disturbi alimentari possono essere estremamente pericolose se non addirittura fatali.
Alcune volte chi soffre di anoressia nervosa o bulimia non sembra, a prima vista, sotto peso ma addirittura può apparire nella media o addirittura leggermente soprappeso.
L'aspetto esteriore di una persona che soffre di un disturbo alimentare non è necessariamente un indicatore certo del livello di rischio e pericolo al quale la persona è esposta.
I problemi associati con l'Anoressia Nervosa includono ma non sono limitati a:
Alcuni problemi associati alla Bulimia:
Complicazioni nell’alimentazione compulsive/abbuffate:
Nonostante questo non sia un vero e proprio test psicologico, se hai risposto sì a più di due domande, si consiglia di approfondire l'argomento problematiche alimentari con uno specialista (inizialmente anche con il medico di base).
Cerca di parlare con lei/lui di quello che hai osservato in lei/lui in relazione al comportamento alimentare.
Incoraggia la persona a parlare dei suoi problemi/sentimenti/sensazioni.
Cerca di essere supportivo e delicato.
Evita di biasimare, incolpare, far provare vergogna rispetto a quello che la persona sta facendo. Non utilizzare frasi come "dovresti mangiare!" o "agisci come un irresponsabile!".
Non aspettarti che lei/lui ammettano immediatamente di avere un problema. Dai tempo.
Cerca di fornire risorse per un aiuto professionale.
Chiedile di considerare l'opportunità di parlarne con uno specialista (anche solo il medico di base).
Non enfatizzare il suo peso, abitudini alimentari o modalità di esercizio fisico.
Ricorda che questi sono solo sintomi di problematiche più profonde e dolorose.
Se la persona nega il problema, si arrabbia o rifiuta un trattamento, cerca di capire che questo atteggiamento fa parte del disturbo stesso.
Piuttosto che ingaggiare un lotta aperta o una prova di forza cerca di esprimere le tue preoccupazioni utilizzando argomentazioni che utilizzano la forma "Io credo/penso/suppongo/..." concentrandoti su ciò che ti preoccupa riguardo quello che vedi.
Ricorda che non puoi costringere nessuno a cercare aiuto, cambiare le proprie abitudini o attitudini e credenze.
Puoi fare il tuo meglio per aiutarlo/a in tutte le occasioni necessarie e se questo non viene accettato fermati.
Cerca di pensare che, magari, hai piantato un seme che incoraggerà lui/lei a cercare aiuto quando sarà pronto/a.
I disturbi alimentari non riguardano semplicemente il cibo e il peso ma sono molto più complessi.
Problematiche emotive e relazionali non subito evidenti così come gli stress della vita possono favorire il manifestarsi di questi disturbi.
Il disturbo alimentare è semplicemente la voce attraverso la quale la mente e il corpo esprimono bisogni non soddisfatti o misconosciuti.
Il trattamento più efficace per i disturbi alimentari è la psicoterapia con un supporto medico e nutrizionale.
Il trattamento dovrebbe essere personalizzato e variare a seconda della gravità del quadro clinico così come dei particolari problemi, bisogni e punti di forza del paziente. Un intervento di counseling psicologico si dovrebbe focalizzare sia sui sintomi del disturbo alimentare sia sugli aspetti psicologici, interpersonali e culturali sottostanti che contribuiscono all’insorgenza e mantenimento del problema.
Alcuni consigli per cercare aiuto
Il primo passo è ammettere di avere un problema che deve essere affrontato; comunicare questo a chi ti è vicino.
È importante cercare e trovare supporto da amici, parenti e partner.
Chiedi loro di informarsi e leggere qualcosa sui disturbi alimentari in modo che possano meglio capire e meglio aiutarti.
Cerca uno psicologo clinico o psicoterapeuta che ti sembra adatto e con il quale ti senti a tuo agio (e se non avviene cerca di capire perché senza che questa sia solo una scusa per rimandare il trattamento).
Ricorda che nel rapporto terapeuta/paziente vige il segreto professionale (confidenzialità) e il rispetto della privacy.
Fissa un incontro anche con il tuo medico (o con uno con esperienza) così che sia possibile affrontare anche la parte medica collegata al disturbo in accordo al processo psicoterapeutico. Considera anche di sentire un dietista.
Ammettere di avere un problema alimentare, di immagine corporea o di esercizio fisico eccessivo è un passo difficile e trovare un aiuto giusto è essenziale.
È molto comune per chi inizia un percorso terapeutico avere delle ambivalenze su di esso e sull'idea di migliorare.
È molto difficile abbandonare abitudini alimentari e comportamentali sedimentate.
Ricorda che esiste anche la possibilità del ricovero qualora la situazione non migliorasse o peggiorasse.
Psicoterapia dei disturbi alimentari
Quando si arriva al primo incontro con uno psicologo clinico-psicoterapeuta, è probabile che si abbia molto da dire e che ci si senta così nervosi che non si sappia cosa dire.
Avere fiducia è la parola chiave per una psicoterapia efficace.
Si può avere molta paura nel fidarsi o avere assoluta fretta di iniziare il percorso. In entrambi i casi, perché il lavoro sia efficace e significativo, la fiducia deve essere guadagnata. Da entrambe le parti.
Il mio approccio alla terapia enfatizza l'insight (conoscenza di sè non scontata o auto evidente), la consapevolezza e il potenziamento e crescita della persona, l'apprendere da se stessi e dall'esperienza, condurre una vita più gratificante.
Attraverso una alleanza di fiducia e collaborazione è possibile lavorare insieme per comprendere il significato dei sintomi.
Molte persone iniziano un percorso psicoterapeutico con molta ambivalenza rispetto al modificare i propri comportamenti alimentari.
Qualunque sia il livello del problema, è bene partire da lì, sapendo che cambiare le proprie abitudini alimentari può richiedere qualche tempo e avendo fiducia che ciò sarà possibile.
Quando migliorerà la capacità di navigare attraverso i propri ostacoli interiori e relazionali, migliorerà anche la capacità di vivere una vita sana, gioiosa e libera.