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Articolo di psicologia: «Il desiderio sessuale nella relazione di coppia»

Le stagioni del desiderio

Articolo pubblicato il 22 Giugno 2011.
L'articolo "Le stagioni del desiderio" tratta di: Relazioni, Amore e Vita di Coppia e Sesso e Sessualità.
Articolo scritto dalla Studio associato di psicoterapia Tetti-De Andrea Torino.

Riassunto
Gli autori propongono una visione evolutiva del desiderio sessuale, considerato un collante significativo della relazione di coppia.
Attraverso le metafore delle stagioni e degli ingredienti per le torte offrono alcune indicazioni sulla composizione, la crescita e la manutenzione del desiderio nelle diverse fasi della vita. Le considerazioni proposte non fanno riferimento a risultati statistico-scientifici, frutto di una ricerca longitudinale, ma a suggestioni che scaturiscono principalmente dall'esperienza di lavoro terapeutico e sessuologico con le coppie.

Introduzione

Poniamoci innanzi tutto una domanda: perché la sessualità è così importante nella vita di una coppia? Il motivo biologico originario è, naturalmente, la continuazione della specie, la spinta evoluzionistica a riprodursi e a trasmettere i nostri geni alle generazioni successive.
Negli anni '70 Richard Dawkins, biologo evoluzionista, sviluppò il concetto di "gene egoista" asserendo che «noi siamo macchine per la sopravvivenza, veicoli automatici ciecamente programmati per preservare quelle molecole egoiste conosciute come geni» (Dawkins, 1979).
Nel corso dell'evoluzione umana a questo scopo riproduttivo se ne è affiancato un altro legato alla necessità di allevare i figli per molto tempo, nascendo il cucciolo d'uomo estremamente bisognoso ed immaturo.
È diventato evolutivamente vincente un comportamento di alleanza e di aiuto nella crescita della prole.

La sessualità dunque come ottimo collante per la coppia, mezzo per tenere uniti l'uomo e la donna, anche al di là dello scopo specificamente riproduttivo. Oggi, nella nostra società occidentale, un uomo e una donna (o anche due persone dello stesso sesso) stanno insieme anche per altre ragioni, oltrechè per la spinta riproduttiva e il bisogno di crescita dei figli: motivi affettivi, pratico-economici, di realizzazione di sé, ma la sessualità resta uno dei pilastri su cui si regge la coppia. Troppo spesso questo sostegno viene trascurato, si rinuncia ad esso perché nel corso degli anni gli si dà sempre meno importanza col rischio di squilibrare la stabilità della coppia e far mancare all'individuo una fonte primaria di gratificazione e piacere.

È utile tener presente che il desiderio sessuale nella coppia attraversa naturali trasformazioni e cambiamenti. Ci è piaciuto così immaginare che la coppia viva diverse stagioni, analoghe a quelle che attraversa la natura.
Se una coppia si abitua a considerare le trasformazioni del desiderio sessuale come qualcosa di naturale ed utile e perciò, invece di lottare ed opporsi ad esse, le conosce e le asseconda, è più probabile che non si creino grosse delusioni e grandi conflitti e che il desiderio resti elevato.

Nel lavoro terapeutico e di consulenza con le coppie, per rappresentare le fasi evolutive del desiderio, spesso ricorriamo a due metafore: la metafora delle stagioni e quella della torta del desiderio.
Per inciso, da un punto di vista metodologico, il ricorso ad un linguaggio metaforico, in questo caso proposto dai terapeuti, facilita il contatto con le parti Bambine dei pazienti favorendo la possibilità di aprirsi ad un dialogo in un campo, come quello della sessualità, ancora oggi assai minato da pregiudizi e tabù.

In un diagramma a torta proponiamo una rappresentazione degli ingredienti che compongono il desiderio nelle varie età della coppia, nelle sue stagioni. Sappiamo che per fare una buona torta occorrono innanzi tutto gli ingredienti giusti e una ricetta accurata ce li può elencare.
Sta poi all'abilità del pasticcere combinarli in modo creativo.
Il risultato non è garantito nella ricetta, ma questa è una buona base! Queste torte non sono oggettive, non derivano da studi statistici o sperimentali. Sono piuttosto degli indicatori di come prevalentemente è composto il desiderio nelle varie stagioni. Traggono origine dalla nostra esperienza clinica ed anche dallo studio e dall'osservazione delle coppie e del mondo che ci circonda e servono più come suggerimento che come prescrizione.

Il cammino della coppia. Attraverso il trascorrere delle stagioni e le corrispondenti torte descriviamo il cammino ideale di una coppia stabile che inizia con la giovinezza e termina con la vecchiaia e la morte.
Siamo ben consapevoli che questa situazione (peraltro comune nelle passate generazioni) diventa sempre meno standard e sempre più eccezionale. Ci serve però come schema di riferimento per descrivere le varie fasi del desiderio che comunque si possono vivere in coppia.

Le coppie si sciolgono, si riformano, il desiderio attraversa varie fasi, ritorna alle fasi precedenti, accelera il suo cammino o anche si fissa su una fase specifica. Cercheremo di dimostrare nel prosieguo che come non c'è una stagione più importante o superiore alle altre (e lo prova il fatto che ognuno ha la sua preferenza sul tema), così ogni fase della sessualità della coppia ha i suoi splendori caratteristici ed il suo fascino particolare ed anche i suoi rischi e le sue trappole specifiche.

Difficile e rischioso naturalmente dare età precise alle stagioni del desiderio. Abbiamo pensato alle stagioni naturali, abbiamo tenuto presente che oggi l'aspettativa media di vita è di circa 80 anni e che i tempi della maturazione e della formazione della famiglia si sono spostati in avanti; sappiamo inoltre che ormai si è vecchi sempre più tardi e anche la salute in generale è migliorata.

Parlando di sessualità di coppia lasciamo fuori i primi 15 anni di vita.
Proponiamo così uno schema di riferimento diviso a fasce di 20 anni con una mediana che caratterizza l'età:

FASE MEDIANA DA... A
Giovinezza 25 anni dai 15 ai 35 anni
Maturità 45 anni dai 35 ai 55 anni
Terza età 65 anni dai 55 ai 75 anni
Vecchiaia 85 anni dai 75 ai 95 anni e oltre...
La giovinezza: dai 15 ai 35 anni

La giovinezza è un periodo di vita molto vario e ricco di cambiamenti.
Questa è anche la conseguenza del mutamento avvenuto nella nostra società dagli anni '60 ad oggi, con la progressiva sopravvalutazione di questa età, diventata quasi modello di riferimento per tutte le altre.
La giovinezza è oggi uno dei parametri più apprezzati, non solo nella sessualità. Ecco che allora "giovane" è il ragazzo di 15 anni che ha le sue prime esperienze di innamoramento, sono giovani i 20enni che vivono la sessualità all'interno della prima coppia stabile.

Giovane è la coppia di 25-30enni che, sempre più tardi, escono dalla famiglia di origine e mettono su casa, giovane è la donna in carriera che finalmente dopo i 35 anni decide di avere un figlio. Significativo l'esempio di una "giovane" paziente di 40 anni, divorziata con un figlio adolescente, che racconta di "ragazzi" incontrati che quasi sempre superano i 45... difficile per lei definirli uomini! Anche se ognuna di queste situazioni è molto differente cercheremo di rintracciare quegli elementi comuni alla sessualità nella giovinezza.

Abbiamo identificato 4 elementi principali della torta del desiderio nella così variegata giovinezza: l'istinto, il narcisismo, la novità e l'affettività. Ce ne sono sicuramente altri, più personali o inconsueti, ma qui ci limitiamo volutamente alla ricetta base.

L'istinto
L'istinto è secondo noi l'elemento che ha più peso nella creazione del desiderio nella giovinezza. I nostri comportamenti, in special modo quelli legati alla sessualità, sono, come abbiamo accennato nell'introduzione, frutto di una selezione biologica che agisce da centinaia di milioni di anni, un tempo difficilissimo anche da pensare! È opportuno ricordare che solo negli ultimi 35000 anni la trasmissione culturale ha cominciato ad affiancarsi a quella puramente biologica, diventando, molto gradualmente, una forza che seleziona e plasma il comportamento della specie umana, anche nella sfera della sessualità e del rapporto di coppia. È solo di recente, rispetto alla storia evolutiva, che l'uomo può definirsi animale culturale.

La struttura della famiglia umana, i modi e le regole della sessualità nel corso dei millenni hanno conosciuto varianti e cambiamenti. Si possono però evidenziare nelle culture attuali dei tratti comuni. Affascinanti a questo proposito sono le ricerche condotte da Irenaus Eibl-Eibesfeldt, uno dei massimi etologi della specie umana, che ha studiato gruppi e culture molto lontane tra loro come i Pigmei africani, gli abitanti delle isole Samoa, gli Inuit della Groenlandia, gli abitanti di Bali (Eibl Eibesfeldt, 1993).
Al di là delle molte differenze, quello che tende a dominare è un modello ufficialmente monogamico, con ampie trasgressioni percentualmente più frequenti da parte degli uomini rispetto alle donne. Rari sono gli esempi di una donna con più mariti, più diffusi quelli di un uomo con varie mogli. Tendenzialmente si nota un maschio più spinto alla diffusione dei suoi geni e quindi più attratto dalla novità e dal cercare partner nuove e una femmina più focalizzata alla costruzione di una coppia stabile e prolifica e per questo alla ricerca di un partner affidabile e stabile.

Queste differenze biologico-culturali incidono anche sulla sessualità.
Studi statistici su larga scala, quali il rapporto Kinsey (1963, 1965) degli anni '50 e quello di Masters e Johnson (1967), descrivono un maschio statunitense tendente ad una sessualità più legata alla genitalità e all'orgasmo e meno alla relazione e al sentimento, mentre le femmine privilegiano la relazione e una sessualità più orientata alla totalità del corpo e ai sentimenti. Oltre a questa radice biologico/evolutiva, parlare di componente istintuale della sessualità umana significa evidenziare anche il ruolo dominante degli ormoni del desiderio (testosterone ed estrogeni).
Il livello ormonale è in rapporto all'età e allo stato di salute dell'individuo, ma è anche innalzato in modo significativo dall'attività sessuale stessa, per cui si può creare un circolo vizioso nel quale fare sesso stimola la produzione degli ormoni del desiderio che spingono a loro volta a mantenere alta la frequenza dei rapporti, cosa che nutre ulteriormente il desiderio stesso (Hertoft, 1982).

Il narcisismo
Accanto all'istinto un altro elemento fondamentale della sessualità nella fase della giovinezza è, secondo noi, il narcisismo nel senso della ricerca della conferma del proprio valore, anche sessuale, attraverso la relazione e il rispecchiamento con un partner. Pensiamo all'elaborazione del concetto di "narcisismo sano" di Kohut (1976) e all'approfondimento fatto da Sassanelli (1998). Si tratta di un'immagine di sé tendenzialmente grandiosa e idealizzata, propria della giovinezza, che ha bisogno di confermarsi acriticamente nel rispecchiamento sul partner. Reciprocamente ci si conferma belli, affascinanti, speciali. Di qui discende anche l'importanza prioritaria del valore estetico attribuito al partner, il cui fascino e la cui bellezza divengono rappresentativi del proprio valore sessuale.
Questo è un bisogno tipico della giovinezza, come età di definizione di sé. Un protrarsi eccessivo della giovinezza fa sì che non sia raro incontrare 45-50enni, uomini e donne, ancora alle prese con questa problematica.

La componente narcisistica del desiderio nella giovinezza, se da un lato è un potente stimolo alla sessualità, può anche trasformarsi in ostacolo. Per molte persone questa ricerca del riconoscimento di sé nella sessualità può diventare prioritaria e fonte di ansia: "Sarò abbastanza virile? Abbastanza sexy? Disinvolto/a? Capace?".
Ecco che la sessualità, anche all'interno della coppia, rischia di trasformarsi in un esame, in un banco di prova dove da un lato la persona è impegnata a confermare un'immagine di sè grandiosa e onnipotente, dall'altro fatica a confrontarsi e reggere il giudizio dell'altro.

Possono nascere così i frequenti disturbi sessuali cosiddetti "di evitamento", conseguenti all'ansia anticipatoria o da prestazione.
Quindi: mancanza di desiderio, eiaculazione precoce, disturbi dell'erezione, dispareunia, cioè dolore nella penetrazione.
Un'alternativa molto praticata è il cambio frequente del partner in modo da non raggiungere quella fase del rapporto nella quale si misurano effettivamente le proprie capacità al di là della iniziale idealizzazione. Gradualmente e non senza difficoltà, nell'arco della giovinezza, si può passare da un relazionarsi all'altro in modo più strumentale, anche nel senso di una conferma del proprio bisogno di definizione di sé, ad un rapporto che si fa via via più autentico, come apertura ad un incontro reale con lo sguardo dell'altro grazie al quale posso conoscere veramente me stesso ed il mio valore e parallelamente riconoscere ed accettare il partner per quello che è, le nostre uguaglianze e le nostre differenze.

L'affettività
Ecco allora il terzo ingrediente fondamentale della torta del desiderio nella giovinezza (via via sempre più essenziale nelle fasi seguenti): l'affettività. Nella sessualità, anche nella giovinezza, alla ricerca del piacere si aggiunge la ricerca del legame, del rapporto, trovare qualcuno che ci ami, che si occupi di noi, ma anche da amare e a cui dedicarsi.
Valgono i due lati della frase:

  • il sesso è un modo (piacevole) di ottenere l'amore;
  • l'amore è un modo (romantico) di ottenere il sesso.

La sessualità diviene il terreno piacevole e gioioso in cui esprimere una delle pulsioni esistenziali di base, quella ad appartenere, a esistere in una relazione (Moiso, 1998).

La novità
Quarto ingrediente della sessualità, specifico della giovinezza, è la novità, che è naturalmente uno stimolo fortissimo che spinge alla ricerca del partner e alla sessualità. Ricordiamo a questo proposito che Berne (1967) parla della "fame di stimoli" come uno dei bisogni di base dell'individuo e, partendo dagli studi di Spitz sulla privazione emotiva dei neonati, osserva che forme di stimoli particolarmente desiderate sono quelle generate dall'intimità fisica. La novità di per sé è un potente stimolo.
La ricerca di nuovi partner o di nuove esperienze in campo sessuale costituiscono, specie nella giovinezza, un potente afrodisiaco.
Attraverso le esperienze sessuali le persone possono conoscere più profondamente l'altro sesso e avvicinarsi con maggiore consapevolezza alla scelta di un partner che corrisponda meglio ai propri bisogni, anche sessuali e su cui investire a lungo termine magari formando una famiglia.

Il rischio del sopravvalutare il peso della novità nella sessualità giovanile è quello di non accontentarsi mai, rimanere fissati a quel tipo di stimolo forte dato da un partner nuovo, essere eternamente alla ricerca del compagno ideale.
Spesso sono soprattutto i giovani uomini ai nostri giorni che faticano a decidersi per la coppia stabile e progettuale, che temono il calo del desiderio e preferiscono non impegnarsi troppo e cambiare spesso partner.
È un aspetto questo della cosiddetta "sindrome di Peter Pan", di quegli eterni fanciulli che preferiscono attardarsi nei giochi da ragazzi (anche con le ragazze) e rimandare "sine die" la coppia e la maturità anche sessuale.

L'arrivo di un figlio.
Ancora un cenno ad un altro problema tipico della giovinezza, collegato sia alla componente istintuale che a quella della novità. Quando nella coppia arriva un figlio la sessualità ne è molto spesso scombussolata.
A parte il periodo della gravidanza, che porta profondi cambiamenti nel vissuto intimo e corporeo della donna, quando poi il bambino nasce stravolge le abitudini della coppia e rende difficile trovare il modo ed il tempo per fare l'amore.

Il rifiuto della sessualità. La donna è totalmente e fisiologicamente concentrata sul suo nuovo ruolo di madre, non avendo più spazio né mentale né pratico per il suo essere donna, arrivando a volte a rifiutare la sessualità. La motivazione conscia è, quasi sempre, la comprensibile stanchezza, il tempo che manca, la necessità impellente di occuparsi del figlio. Quella inconscia può essere quella di identificarsi ormai totalmente con l'immagine di madre, senza più spazio per quella di donna.
In fondo lo scopo istintuale è stato raggiunto e ora si tratta di utilizzare tutte le energie per allevare il figlio. È questa una della manifestazioni della simbiosi sana descritta dagli Schiff (1980), gratificante per la donna ed insieme molto impegnativa.

Se però questo primo periodo, che può durare mediamente un anno, in cui è prevalente il legame mamma-neonato, si protrae, si può innescare un circolo vizioso dove le motivazioni "oggettive" della stanchezza, della priorità dei bisogni del bambino, della sua difficoltà ad addormentarsi etc. possono mascherare una situazione relazionale che si sclerotizza sulla simbiosi tra madre e figlio e nella quale la sessualità diviene sempre più un area estranea alla coppia. Non sono pochi i papà che abbiamo conosciuto che finiscono per dormire nel lettino del figlio mentre questo giace beatamente tra le braccia amorevoli e nel lettone con mamma.

Può capitare così che un uomo si senta messo da parte, sostituito nell'attenzione della moglie dal neonato e magari non faccia nulla per favorire un nuovo equilibrio nella coppia che preveda la sua autoinclusione, in un ruolo attivo di sostegno alla donna. Potrà accadere allora che quest'uomo senta risvegliarsi piuttosto il desiderio per altre donne, nuove, diverse, meno impegnative, avendo già ottenuto il suo scopo biologico e trovando forse difficile calarsi nel suo nuovo ruolo più responsabilizzante.
Non infrequenti sono le coppie che si rompono subito dopo la nascita di un figlio. O, proprio da quel momento, i due partner, pur continuando a stare insieme, iniziano ad allontanarsi emotivamente.

Nel nostro lavoro spesso ci troviamo dinnanzi persone belle, ricche di potenzialità e risorse, ma che si sono, per così dire, lasciate travolgere dagli eventi della vita quotidiana: un figlio, gli impegni, il lavoro, magari un altro figlio, un cambio di casa etc. Poco, pochissimo spazio è dedicato alla elaborazione degli avvenimenti, quasi che la parte Adulta della personalità trovi la sua massima e pressoché unica espressione, nonché i relativi riconoscimenti, nell'area del fare e dell'avere e assai poco spazio sia lasciato a quella dell'essere.

Una nascita (come una morte) richiede un tempo di elaborazione senza il quale i meccanismi puramente istintivi si inceppano e proprio la sessualità è spesso la prima spia che si accende.

Maturità: dai 35 ai 55 anni

Vediamo ora come gli ingredienti principali della giovinezza si modificano e si trasformano nella torta della maturità dai 35 ai 55 anni.

La componente istintuale, pur riducendosi, mantiene un peso importante.

L'affettività acquista spazio collegandosi ad una nuova possibilità di intimità. La novità e il narcisismo si riducono per lasciare spazio al peso importante della struttura e dell'erotismo.
L'estate è la stagione dei frutti, del raccolto, della completezza.
Finalmente la coppia è stabile, superati i dubbi e le incertezze della giovinezza, scelto definitivamente il partner, imparato a conoscerlo e ad accettarlo, il desiderio può vivere una fase molto intensa di esperienze e di approfondimento. Invece spesso è proprio questa l'età dei dubbi, delle rotture, è l'età del tradimento e degli amanti.

Uno dei principali motivi psicologici sta, secondo noi, nella difficoltà di accettazione dell'altro, inevitabile pedaggio per poter proseguire nel cammino insieme. Si fatica ad accettare sia i cambiamenti imposti dalla realtà esterna alla coppia (responsabilità, guai, frustrazioni, lavoro, figli...) che quelli derivanti dal partner, che, lungi dal venire a questo punto accettato così com'è, con tutte le sue risorse, ma anche con le sue difficoltà, paure e necessità, si trasforma in una specie di capro espiatorio su cui riversare le nostre rivalse: "Sarà lui a dover cambiare!", "Sarà lei a dover cedere!". E si impegnano molte energie per questo compito impossibile e infinito.

Questa è la fase più tipica e delicata di una terapia di coppia.
Le persone vengono da noi e dicono: "Se solo lui fosse un po' più... se solo lei fosse un po' meno...". A volte, è piuttosto l'idea stessa della coppia a non essere accettata per ciò che comporta in termini di impegno, responsabilità, tempo, sacrificio di componenti più personali.
Non di rado poi, come Berne (1967) ci insegna, dietro al gioco "Tutta colpa tua", si celano in realtà paure e fragilità che vengono schermate usando il partner come capro espiatorio.

Questo atteggiamento di fondo di non accettazione dell'altro nella sua diversità - che molto spesso è la manifestazione esterna, sociale, di una difficoltà nel proprio percorso di individuazione e riconoscimento - porta ad uno stato di conflittualità permanente con importanti conseguenze sul desiderio e sulla sessualità che diventano motivo di disagio, conflitto ed insoddisfazione. Può succedere anche che chiedano una consulenza sessuologica persone che si descrivono come coppia armonica e affiatata, ma sono sofferenti di un qualche disturbo della sessualità.

Scopriamo insieme molto spesso che l'intimità impossibile è un buon modo per esprimere scontento e lamentele che, fuori della camera da letto, non possono essere dette. Un altro elemento di ostacolo alla sessualità dell'età matura è il rimanere arroccati al modello della giovinezza, quando passione, trasgressione ed istinto producevano scintille!
Invece gli ingredienti cambiano, bisogna stare attenti all'eccesso di grassi e di calorie... e curare al meglio gli elementi più specifici della maturità, con gusti più raffinati, ma non per questo meno piacevoli.

Affettività e intimità
Nella torta abbiamo evidenziato appunto il grande peso dell'affettività e, accanto all'affettività, dell'intimità intesa in senso berniano (Berne, 1971) come quello stato relazionale in cui è possibile essere spontanei, mostrarsi all'altro, accoglierlo e sentirsi accolti, conoscerlo profondamente non per ferirlo o dominarlo, ma per stargli vicino e non sentirsi soli.
È proprio questa accettazione profonda dell'altro, della situazione di coppia e di famiglia, insieme alla capacità di nutrire costantemente la relazione con riconoscimenti reciproci, che può dar vita a quella sensazione di intimità che dà origine al desiderio.

Molte donne si limiterebbero a questo livello spesso definito di "coccole". Che bisogno c'è - dicono - di cercare altro? Perché fare sesso?
Molti uomini non apprezzano le coccole perché valorizzano soprattutto il sesso, per lo più inteso in senso genitale-penetrativo.
L'aiuto terapeutico per questi uomini sta nella scoperta e nella valorizzazione delle componenti non genitali della sessualità; per quelle donne nel contatto con gli aspetti più erogeni dell'intimità.

La struttura
C'è poi il grande e specifico ingrediente della sessualità nella maturità: la struttura, cioè la conferma di sé e della relazione, l'affidabilità dell'altro, la conoscenza reciproca. Questo, lungi dal togliere piacere, secondo noi lo può alimentare permettendo esperienze e scoperte che possiamo osare solo a bordo di una imbarcazione che conosciamo in ogni dettaglio.
Parliamo qui del piacere del "sesso della domenica mattina", pensato, previsto e programmato. Ci fanno un po' sorridere quegli uomini che si lamentano della ripetitività del sesso con la moglie e poi magari vanno tutte le domeniche allo stadio o sciano sempre sulle stesse piste da vent'anni... Si tratta di saper valorizzare la struttura e la consuetudine del piacere. E se il bisogno è cambiare piste ogni week end non necessariamente occorre cambiare sci e scarponi ogni volta! Fuor di metafora ecco che all'interno della stessa relazione si apre lo spazio ampio dell'erotismo.

Ormai la fase narcisistica e prestazionale della sessualità è stata lasciata alle spalle e si può far l'amore per scoprire e sfidare i propri tabù, per avvicinarsi ai desideri più erotici e personali.
È la fase nella quale sfidare i propri limiti, sperimentare, appunto con il partner collaudato, posizioni nuove sì, ma non solo in senso acrobatico, quanto soprattutto in senso psicologico, cioè scambio di ruoli, giochi, esperienze... Lasciamo ad ognuno le sue fantasie!
Aggiungiamo la soddisfazione profonda del dare piacere alla persona che si ama, scoprendo insieme sensazioni ed emozioni nuove.

Si amplia così il terreno dell'erotismo attraverso la capacità di coniugare le coccole con la penetrazione, cioè l'aspetto più affettivo, corporeo, sensuale con quello più genitale e orgasmico.
Abbiamo superato a questo punto il "mezzo del cammin di nostra vita" e vediamo cosa succede nella cosiddetta "terza età".

Terza età: dai 55 ai 75 anni

Si spera a questo punto che la coppia sia stabile!
Che ci sia una relazione affettiva, scelta ed equilibrata, anche tra quelle persone che magari hanno precedentemente divorziato o perso il partner. Non vogliamo parlare di quelle coppie che sono ancora impegnate a litigare e a dare la colpa l'uno all'altro! Coppie in cui le persone hanno rinunciato ad evolvere, non hanno maturato i frutti dell'estate e si sono fermate nella recita ripetitiva di ruoli per lo più stereotipati.
Qui facciamo idealmente riferimento a quei 60enni che stanno bene insieme, hanno un buon equilibrio, anche dopo che i figli, finalmente, hanno lasciato la casa, che magari in molti casi fanno i nonni.

Spesso sembra che la sessualità in queste coppie quasi non esista. Come mai? Eppure l'autunno ha il suo fascino: i colori caldi, la malinconia, il tepore, l'intimità... È anche la stagione della vendemmia, della raccolta di frutti maturati lungamente al sole. Crediamo che questo succeda per una sottovalutazione del ruolo privilegiato che il desiderio può avere nel dare gioia e calore alla vita di una coppia della terza età.

Si ha forse vergogna di mostrare i segni della vecchiaia; basterebbe invece pensare a tutto ciò che si è condiviso e vissuto insieme!
Si teme che l'altro cerchi ciò che è giovane, fresco, semplice.
A volte è vero, ma è come preferire la coca cola al vino d'annata...
Dobbiamo avere il coraggio di valorizzare le caratteristiche tipiche della terza età anche nella sessualità.

Ecco allora l'affettività, l'intimità e la struttura che ampliano il loro peso.

L'autunno è il tempo delle trasformazioni e dei cambiamenti.
Per la donna l'evento cruciale è la menopausa.

Menopausa significa fine della possibilità di procreare.
La durata di questa fase è variabile: per alcune è un evento più istantaneo, per altre si protrae nel tempo.È accompagnata tipicamente da alcune manifestazioni: le vampate o caldane e le alterazioni dell'umore.
La menopausa ha una influenza sulla sessualità perché porta con sè mutamenti ormonali e produce un fastidioso sintomo, la secchezza vaginale. Non esiste invece una correlazione diretta tra menopausa, desiderio e possibilità di avere rapporti sessuali soddisfacenti.

Qui la risposta è individuale: anche se certamente collegata ad un substrato fisiologico, è ampiamente riferibile a variabili psicologiche ed esistenziali. Vi sono donne che proprio con la menopausa recuperano un accesso più diretto e libero alla sessualità, ormai svincolata da possibili gravidanze. Spesso, poi, il tempo liberato dal lavoro diviene ulteriore fonte di energia. Al contrario per altre il vissuto è di una marcata riduzione della propria femminilità, che ha anche un riscontro nell'evidenza dell'invecchiamento corporeo proprio e del partner.

Quando in terapia incontriamo coppie con donne che vivono questa fase l'invito è, come sempre, a non limitarsi a subire i cambiamenti e le trasformazioni, ma ad utilizzarli attivamente lavorando sul loro significato per costruire il proprio originale percorso di benessere. Si tratta spesso di un lavoro di decontaminazione teso a fornire informazioni all'Adulto sui cambiamenti corporei e psicologici, contrastare pregiudizi Genitoriali e stimolare le parti Bambine che possono continuare ad essere attive e vitali.

Così Angela, una donna di 55 anni, in una seduta declamò dinnanzi agli occhi un po' stupiti ed insieme ammirati del marito:

"la caldana vien di notte
con le ciabatte tutte rotte
della mia giovinezza...
vanità delle vanità
".

Cosa succede agli uomini?
Si parla per loro di andropausa, considerandola il corrispettivo maschile della menopausa. Questo è un "falso fisiologico" in quanto, se per la donna la menopausa segna la fine della possibilità di procreare, questo non è vero per l'uomo che mantiene fino alla fine questa possibilità.
Possiamo parlare di andropausa non quindi come un momento puntuale di svolta, ma piuttosto come un periodo lento e graduale di cambiamento che accompagna l'uomo dalla maturità alla vecchiaia.

Quali sono i cambiamenti più significativi nella sessualità maschile?
Essenzialmente un allungamento dei tempi di reazione agli stimoli sessuali, una minore risposta genitale, una minore intensità dell'orgasmo ed un più lungo periodo refrattario. Se questi sono i cambiamenti fisiologici della sessualità è però centrale in questa fase, ancor più che nelle precedenti, non dimenticare che il rapporto non si identifica con la penetrazione!

E se anche la sfera prettamente genitale risponde meno agli stimoli, la sfera corporea, tattile, cenestesica può essere attiva e ben allenata per accentuare e sostenere piuttosto quegli aspetti della sessualità non strettamente genitali, ma più relazionali, affettivi, corporei. Ci riferiamo all'incontro intimo di due persone che possono godere della vicinanza, del contatto e della stimolazione reciproca senza necessariamente una finalizzazione al coito.
Quali sono, secondo noi, i rischi e i problemi sessuali più tipici della terza età?

Li riassumiamo con l'idea di fuga, anche se in direzioni opposte.
Vi può essere la fuga nell'astinenza, nel diniego e nel rifiuto della sessualità. Oppure la fuga dalle caratteristiche proprie di questa fase con un rifiuto dell'invecchiamento e dei suoi significati e la ricerca, soprattutto sessuale, di partner molto più giovani. In entrambi i casi è come se la persona rinunciasse ai piaceri tipici dell'età, rischiando nel primo caso di attenuare la vitalità della relazione di coppia sottraendole le energie del corpo, del contatto, dell'intimità; e dall'altro rischiando brutte figure e frustrazioni, oltre che un senso di estraneità sia con il partner che con l'amante.

La vecchiaia: dai 75 ai 95 anni e oltre...

Cosa c'entrano la vecchiaia e l'inverno con la sessualità?
L'inverno è la stagione del freddo, del buio, della neve.
La natura sembra immobile, apparentemente morta. C'è un senso di calma e di attesa... La vecchiaia è il tempo dell'interiorità, dello stare con se stessi, della riflessione, anche della preparazione alla separazione della morte. Ormai anche i nipoti sono cresciuti e le persone si ritrovano più sole.
I più fortunati però possono contare sul partner, su quella vicinanza calda e affettuosa che si è costruita nelle età precedenti o si è ricreata con un partner nuovo, magari incontrato nella terza età. È il momento di stare dentro, di stare con se stessi, e, per chi può, di stare con chi si ama.

La sessualità perde allora l'attrattiva esterna e può diventare un mezzo privilegiato per entrare maggiormente in contatto con la propria interiorità. Attraverso il contatto profondo, affettivo e corporeo con il partner, con le sue rughe, il suo corpo avvizzito, i suoi dolori, le sue rigidità, si entra in contatto con i propri stessi limiti, con la propria vecchiaia, per accettarla e ancora di più amarla e prendersene cura come si fa con il partner.
Da un punto di vista psicodinamico le prime sensazioni di benessere corporeo e sessuale sono quelle che il neonato prova nel ricevere l'accudimento da parte dei genitori.

La sessualità nella vecchiaia può recuperare in questo senso uno dei suoi ingredienti originari, quello del piacere appunto dell'essere accuditi e coccolati. Riguardo a questo aspetto possiamo evidenziare una situazione relazionale particolare dei giorni nostri che si presenta, a volte, nella vecchiaia. Ci riferiamo alle componenti sessuali ed affettive che emergono talvolta nei rapporti tra i vecchi, bisognosi ed infermi e le badanti che li accudiscono, in genere straniere, giovani e volonterose.

Accudimento
Il contatto corporeo in questi casi può essere molto intimo: essere lavati, girati, medicati, suscita emozioni e sensazioni profonde.
A volte i vecchi sentono, oltre alle emozioni corporee infantili suscitate dal piacere di essere toccati e accuditi, anche una eccitazione sessuale.
Le due emozioni si fondono e possono creare imbarazzi o situazioni ambigue e delicate da gestire. Si tratta in questi casi di individuare i giusti confini protettivi per ambo le parti. Ma al di là dei delicati rapporti con le persone che si prendono cura, pensiamo alla vecchiaia come una fase in cui l'intimità e il contatto dei corpi, ed anche l'eccitazione sessuale, si fondino proprio sul prendersi cura reciproco, sul massaggio lenitivo e sul sollievo dei dolori, sugli sguardi e i sorrisi che riconoscono l'altro proprio attraverso le rughe, i dolori e i segni del tempo e della vita trascorsa. Rimangono anche fondamentali, naturalmente, gli elementi tipici della terza età, in particolare l'affettività e l'intimità, ai quali si aggiunge appunto l'accudimento.

Conclusione

La sessualità è una delle manifestazioni più dirette della forza che unisce, che ci porta gli uni verso gli altri a ricomporre e sentire quell'unità originaria che forse, più che perduta, è solamente dimenticata.
La sessualità completamente vissuta in ogni fase della vita e delle trasformazioni della coppia è una forza potente di mantenimento dell'unione della relazione. Ogni stagione però ha le sue caratteristiche specifiche che devono essere conosciute, accettate e sviluppate. Così fare l'amore non diventa una fatica o un compito, ma è un piacere che si autoalimenta.

I vari ingredienti del desiderio si trasformano nel loro peso relativo e nuovi elementi si sostituiscono a quelli che via via si esauriscono.
La componente istintuale, prima dominante, progressivamente si riduce e quasi sparisce. Quella affettiva via via si rinforza e diventa prevalente.
Il fascino della novità lascia spazio alla forza della struttura e della consuetudine. Il bisogno narcisistico della giovinezza diventa desiderio di vera intimità e accettazione, e origina la forza specifica dell'erotismo. Naturalmente, come abbiamo detto all'inizio, questi sono schemi indicativi, suggerimenti, metafore per aiutare ognuno di noi a conoscere e indirizzare al meglio la propria forza sessuale, risorsa di piacere e di relazione.

Chiudiamo con le parole di Eric Berne (1971, pag. 48):

"Per sintetizzare quanto abbiamo detto, il sesso è la matrice di tutte le più vitali transazioni: amplessi e liti, seduzioni e ritirate, dolori e soddisfazioni. Inoltre è un incentivo alla felicità e al lavoro, un sostituto di tutti i tipi di droga e un rimedio per molte malattie. Serve per il divertimento, il piacere e l'estasi. Unisce la gente con vincoli di poesia, di gratitudine e di amore.
E produce bambini. Ecco il significato e lo scopo del sesso nell'amore e nella vita dell'uomo
".
Riferimenti bibliografici
  • Berne E., (1967), "A che gioco giochiamo", Bompiani, Milano, ed. or. 1964
  • Berne E., (1971), "Fare l'amore", Bompiani, Milano, ed. or.1970
  • Dawkins R., (1979), "Il gene egoista", Zanichelli, Bologna, ed. or. 1976
  • Eibl-Eibesfeldt I., (1993), "Etologia umana", Bollati Boringhieri, Torino, ed. or.1984
  • Hertoft P., (1982), "Sessuologia clinica", Ferro edizioni, Milano, ed. or.1976
  • Kinsey A.C. e al, (1963), "Il comportamento sessuale dell'uomo", Bompiani, Milano, ed. or. 1948
  • Kinsey A. C. e al, (1965), "Il comportamento sessuale della donna", Bompiani, Milano, ed. or. 1953
  • Kohut H., (1976), "Narcisismo e analisi del Sé", Boringhieri, Torino, ed. or. 1971
  • Masters W. H. - Johnson V.E., (1967), "L'atto sesssuale nell'uomo e nella donna", Feltrinelli, Milano, ed. or. 1966
  • Moiso C., Being and belonging, "Script", Vol. 28, N9. Dicembre 1998
  • Sassanelli G., (1998), "Narcisismo", Borla, Roma
  • Schiff J. L., (1980), "Analisi Transazionale e cura delle psicosi", Astrolabio, Roma, ed, or. 1975

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