Articolo pubblicato il 20 Dicembre 2013.
L'articolo "Chi è lo psicologo e quali sono gli ambiti nei quali può intervenire" tratta di: Disturbi Psicologici e Tipi di terapia.
Lo psicologo è una figura professionale che ha conseguito la laurea in psicologia, ha superato un esame di stato ed è iscritto all'ordine degli psicologi della propria regione. Egli è dotato di alcune importanti competenze che gli consentono di diagnosticare, comprendere e valutare il problema psicologico della persona che a lui si rivolge. Lo psicologo può - dopo un'accurata ricerca anamnestica e ultimata la diagnosi, che può prevedere una serie di colloqui eventualmente corredati da appositi test psicodiagnostici - indicare al paziente il migliore percorso possibile al fine di affrontare e risolvere le proprie problematiche esistenziali.
In situazioni di crisi contingenti - dovute a lutti, problemi coniugali, separazioni, rapporti difficili tra figli o genitori, o inevitabili passaggi da un'epoca della vita a quella successiva (infanzia/adolescenza, età adulta/climaterio ecc.) - possono essere sufficienti una serie di colloqui, il cui scopo sia il sostegno psicologico. A ciò, nel caso lo psicologo ne ravvisi la necessità, potranno essere abbinate specifiche tecniche di rilassamento come il training autogeno ecc., al fine di ripristinare l'equilibrio psicofisico alterato.
Necessariamente già psicologo abilitato alla professione, ha alle spalle un'ulteriore preparazione e abilitazione all'esercizio della Psicoterapia conseguita presso una scuola di specializzazione riconosciuta dal M.I.U.R (Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca) di almeno quattro anni, il necessario tirocinio presso idonee strutture, corredato dal sostenimento di una tesi finale.
Le competenze dello psicoterapeuta sono più approfondite rispetto a quelle dello psicologo e spesso (anche se non sempre) egli ha al suo attivo, oltre all'ampliamento delle competenze teoriche, un lungo percorso di psicoterapia o psicoanalisi personale e didattica. Egli è autorizzato ad intervenire su problematiche la cui sintomatologia sia seria e persistente da tempo.
Un sintomo, spesso può nascondere sofferenze lontane nel tempo, e l'infanzia e l'adolescenza - sovente immaginate come tempi dorati o comunque ormai passati - possono al contrario rappresentare la causa mai affrontata di difficoltà attuali. Certe forme d'ansia, di depressione, così come disturbi di tipo alimentare (anoressia, bulimia) o problematiche affettive o sessuali (impotenza, eiaculazione precoce, anorgasmia, frigidità o tendenze sessuali particolari, che possono causare disagio, difficoltà e stati di inadeguatezza e vergogna), ma anche certe forme di incapacità nel contenere rabbia o sentimenti negativi ecc. possono rappresentare i segnali di una nevrosi che può essere affrontata e curata attraverso il dialogo con lo psicoterapeuta.
Al centro dell'intervento terapeutico
In pratica, non vi sono disagi di tipo psicologico a cui egli non possa avvicinarsi. Non è tanto il sintomo al centro dell'intervento psicoterapeutico, quanto la persona nella sua totalità, con le proprie esperienze famigliari, sociali, relazionali esterne ed interiori e il proprio bagaglio di sofferenza.
Perché la nostra società ha ancora così timore /diffidenza dello psicologo/psicoterapeuta?
Esiste un vecchio retaggio che accomuna la figura dello psicologo/psicoterapeuta alla cura delle malattie mentali come le psicosi o la schizofrenia. Queste in realtà rappresentano gravi patologie psichiatriche che possono essere diagnosticate in prima battuta anche dallo psicologo/psicoterapeuta, ma la cui definitiva diagnosi e cura, passa attraverso l'intervento per lo più farmacologico dello psichiatra.
Ad oggi non è stato ancora possibile individuare le cause di tali gravi disturbi che, al pari di altre gravi patologie organiche di origine sconosciuta, possono essere affrontate per lo più attraverso la farmacopea in uso, per alleviarne i sintomi.
Molto diverso è il disagio psicologico che, ben lontano da deliri e allucinazioni (sintomi frequenti nelle psicosi), si limita ad esprimersi attraverso una più o meno accentuata difficoltà emotivo-affettiva ad affrontare l'esistenza. Ciò riporta questi problemi nell'alveo e nell'ambito della quotidiana fatica di vivere che, a volte, può semplicemente divenire oltremodo complessa, quando non addirittura insostenibile.
Alcuni esempi di queste difficoltà, dei casi e problematiche con cui lo psicologo/psicoterapeuta si trova a doversi confrontare quasi quotidianamente, sono rappresentate da quelle esperienze che la logica comune pensa dovrebbero essere superate con uno sforzo di volontà, qualità di cui la nostra coscienza di fatto è sprovvista.
I traumi. Così, spesso, casi di traumi dovuti ad abuso infantile intra o extrafamigliare entrano solo apparentemente nel dimenticatoio, comportandosi invece come veri e propri agenti patogeni psichici, che finiscono per trovare esito in patologie depressive, ansiose, psicosomatiche, ossessive o altro ancora. Lo stesso dicasi per quelle situazioni in cui il necessario supporto e sostegno affettivo sia venuto a mancare da parte di un genitore nell'infanzia o laddove certe conflittualità infantili abbiano continuato a contaminare la vita affettiva ben oltre l'infanzia e l'adolescenza.
Tutto ciò e molto altro può contribuire a gettare le basi di gravi tensioni nell'età adulta, ma questo non fa certo di chi è portatore di tali più o meno gravi esperienze un malato mentale. Al contrario, la consapevolezza del dolore e dell'importanza della ricerca di un rimedio appropriato, stanno ad indicare una coscienza limpida ed un buon grado di intelligenza e responsabilità verso se stessi e gli altri intorno a sé. Il malato in questo caso non è la mente o il cervello, ma le emozioni, i sentimenti, le relazioni.
Spezzare il circolo vizioso dei luoghi comuni e obsoleti oggi è possibile e auspicabile, ricordando che lo psicoterapeuta è un professionista abilitato alla comprensione dell'umano, che ha appreso l'arte e la disciplina del rispetto e della discrezione (egli è vincolato al segreto professionale, la cui infrazione può determinare la sospensione dall'esercizio della professione) e che dovrebbe, al pari di ogni altro specialista (dentista, ginecologo, internista ecc.), potere essere consultato senza alcun imbarazzo o vergogna da chiunque si trovi in un momento di difficoltà e confusione o per qualunque motivo, lo si ritenga necessario.
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