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Articolo di psicologia: «Amore, Sessualità, Separazione e Divorzio »

Legami e Separazioni

Articolo pubblicato il 28 Luglio 2015.
L'articolo "Legami e Separazioni" tratta di: Relazioni, Amore e Vita di Coppia, Separazione e Divorzio e Sesso e Sessualità.
Articolo scritto dal Dott. Roberto Pozzetti.

Chi mette in atto la separazione?

Nella mia pratica clinica, nelle giornate dedicate all'accoglienza e all'ascolto di persone che mi hanno chiesto aiuto per le più svariate ragioni, un posto speciale l'ho da sempre riservato a coloro i quali stavano attraversando l'esperienza, a volte dolorosissima, della separazione. Soprattutto nel progetto Ri-Cominciare, specializzato nell'orientamento psicoanalitico relativo ai casi di separazione, ho avuto modo di rafforzare e consolidare la mia esperienza in merito, così da apprendere dalla pratica clinica.

Una domanda che mi sono posto più volte concerne il ruolo dei due partner nella separazione.

Nel caso di scioglimento delle coppie non perfettamente consensuali, vi è ovviamente una netta differenza fra la posizione di chi mette in atto il distacco e quella di chi lo subisce, sperando tutto sommato di poter rabberciare la ferita sopraggiunta nella coppia.
Quest'ultimo immagina sia ancora possibile un ripensamento, che vi siano comunque dei margini di manovra per salvare il matrimonio, si ripromette di cambiare per far sopravvivere il legame a cui tiene molto.

Crede nella possibilità di riaccomodare la situazione, si illude che il nuovo legame instaurato dal compagno risulti ben presto un fuoco di paglia, si umilia dinanzi a lui oppure a lei e si trascina nell'angoscia, conservando ad ogni modo un briciolo di speranza circa le chance di riappacificarsi.
Ci vogliono mesi, a volte anni, perché si prenda consapevolezza della radicalità delle posizioni prese.

Allora subentra la fase del lutto, un tempo soggettivo di elaborazione in cui i ricordi del legame che fu lasciano via via spazio a un investimento di energie, interessi ed entusiasmo su attività e persone nuove oppure già note, ma ora caratterizzate da una nuova dimensione affettiva.
Tanto gli uomini quanto le donne possono decidersi a compiere il passo inerente questo cambiamento. Non sono tuttavia identiche le modalità e neppure le logiche dello scioglimento di un legame.

L'uomo lascia per un'altra donna

Non sono affatto rare le situazioni di uomini che, pur constatando il venir meno dello slancio dei primi tempi nel rapporto di coppia, permangono tuttavia in questo tipo di legame. L'accasarsi con il matrimonio, piuttosto che con la convivenza, offre al partner di sesso maschile una sicurezza, una stabilità e una tranquillità per lui importantissima.
Nulla gli vieta di sperimentare altre esperienze erotiche, talvolta a pagamento, oppure di instaurare altri legami affettivi con un'amante, di navigare su internet alla ricerca di incontri piccanti e di rientrare poi nel porto sicuro garantito dalla coppia consolidata.

La presenza dei figli nel nucleo familiare - con la responsabilità inerente al ruolo paterno e con la dimensione di sincero e profondo attaccamento affettivo a loro - costituisce un fattore tale da rafforzare ulteriormente questa modalità di trascinamento di un rapporto, anche altamente incrinato, con la madre dei propri bambini.
A volte fattori pratici, e tuttavia rilevanti, quali la gestione pratica dell'abitazione o degli oneri economici attinenti al cambiamento di organizzazione esistenziale divengono freni molto stringenti per l'uomo, fortemente interessato al conservare i propri averi.

Può tuttavia accadere che, dinanzi a un nuovo legame via via maggiormente solido, l'uomo si decida a compiere un passo. Allora, dopo molte resistenze e difficoltà, dichiara la verità da tempo malcelata alla moglie e assume una posizione nitida, limpida così da creare un nuovo nucleo abitativo.

In effetti l'uomo tende a ripetere lo sforzo del distacco dalla madre.
Incontra una donna con la quale riesce a separarsi dalla famiglia d'origine, a lasciare la casa dei genitori. Tuttavia ben presto, quando formalizza il rapporto, la nuova compagna tende a sostituire la madre, a prenderne il posto.
Subentra allora l'esigenza di nuove esperienze, di nuove avventure fino al punto di separarsi ancora, stavolta dalla moglie.
Non è detto che questo determini effetti benefici, come è testimoniato dal ripetersi dei divorzi e delle separazioni. Molto più raro ci sembra, nell'uomo, il separarsi senza avere stabilito un contatto affettivo molto coinvolgente.

Vi è una difficoltà tipicamente maschile nel tollerare la solitudine, tanto da rendere ben arduo il passaggio a un'esistenza autonoma.
Lo si può vedere anche nel protrarsi della permanenza presso la casa dei genitori in giovani uomini caratterizzati da una sorta di adolescenza prolungata, pur avendo acquisito una consistente indipendenza economica e una posizione sociale di rilievo.

In questi termini, molte volte, prevale l'esigenza di avere un appoggio da parte di una figura materna, quando non da parte della mamma stessa.
Tale appoggio si concretizza spesso, consciamente, su un piano assolutamente pratico: trovare la cena già preparata al rientro dalla giornata lavorativa, gli abiti in perfetto stato, avere l'aiuto pratico di qualcuno che si occupa delle faccende domestiche.

Tuttavia, l'insegnamento della Psicoanalisi ci avverte delle logiche meno consapevoli, inconsce, che stanno dietro degli atteggiamenti all'apparenza banali. Questi rinviano, infatti, a una domanda d'amore inconscia rivolta soprattutto alla madre, che si manifesta a partire da queste richieste pratiche.

Il rapporto con il cibo diventa paradigmatico in questo, poiché il nutrimento nell'essere umano non è mai strettamente schiacciato sul bisogno di sostentamento dell'organismo e apre altre prospettive inerenti alla dialettica circa l'amore e il desiderio.
Domandare un pasto implica una domanda che oltrepassa il livello del bisogno alimentare.

Caso di consulenza di coppia

Gianna e Mario mi chiedono una consulenza come coppia perché lui non avverte quasi mai il desiderio di rapporti intimi e, secondo lei, il sesso costituisce una parte sicuramente importante in una relazione.
Mario afferma di non avere mai molto slancio erotico nei confronti delle donne che ama: con queste tendono a prevalere le dimensioni emotive dell'affetto e della tenerezza smarcate dall'afflato della passione sessuale.

Quando comincia a vedere la partner quasi come se fosse madre - fatto già successo con diverse compagne in passato - non emerge molto il suo lato sensuale. Cala la tensione desiderante, si riduce il coinvolgimento, giunge a scemare l'entusiasmo, diviene altamente sporadica l'eccitazione.

I momenti di intimità erotica si fanno molto rari e scarsamente coinvolgenti. Sorge una domanda, sempre più ricorrente, nella mente di Gianna: "Come è possibile che non abbia mai desiderio?".
Non riuscendo a darsi una risposta a tale interrogativo, il dileguarsi del calore dei loro corpi e alcune assenze motivate in modo inverosimile la portano a fantasticare: "Avrà forse un'altra donna?".

Tale ipotesi immaginaria va di pari passo con la costruzione di un'immagine di donna diversa da lei e maggiormente in grado di ravvivare la frenesia intima. Questo breve frammento clinico, relativo all'apertura di un percorso di Terapia Psicoanalitica di Coppia, mi sembra degno di venire qui riportato in quanto esemplificativo di numerose crisi coniugali, originate anzitutto a partire dalla logica erotica maschile.

L'uomo tende a disgiungere l'amore dalla sensualità e spesso si orienta sulla ricerca di un mantenimento della vitalità del desiderio.
L'assunzione del ruolo di marito oppure, ancor più spesso, di padre sembra implicare una sorta di mortificazione sessuale, che l'uomo esperisce come difficilmente sopportabile.

Per questo risulta talora fondamentale un rilancio del desiderio con altre donne: esse risultano, a volte, più giovani della moglie oppure anche, in una qualche maniera, piuttosto degradate e, proprio per questo, motivo di eccitazione; altre volte ancora tali figure femminili paiono caratterizzate da una verve, da uno spirito giocoso e da un brio che le rende maggiormente appassionanti della consorte.

Possiamo affermare in modo risoluto quanto la novità e il cambiamento siano condizioni basilari per il rinascere o il rinvigorirsi del desiderio.
Specialmente negli uomini, si riscontra una dimensione di slittamento libidico verso nuove mete e figure sconosciute.

La consuetudine del trovare ogni notte la moglie nel letto matrimoniale, unita alle difficoltà anche contingenti di rintracciare spazi di intimità allorquando siano presenti i figli, spegne l'eccitazione.
Al contrario, l'approccio a donne scevre dalle suddette caratteristiche riaccende comunemente la fiamma della curiosità e del desiderio dinanzi a situazioni insolite e proibite.

Dunque, dicevamo che l'uomo lascia per un'altra donna, maggiormente desiderata in quanto più giovane, caratterizzata dalla novità, meno legata alla routine domestica.

Una donna lascia per amore, quando finisce l'amore per il marito e, molte volte, senza neppure avere un nuovo legame di coppia.

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