Articolo pubblicato il 13 Febbraio 2017.
L'articolo "Le fasi psicologiche della separazione" tratta di: Separazione e Divorzio.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Tania Brotto.
Separazione e divorzio rappresentano una delle esperienze più traumatiche nella vita di una persona. Nonostante questo, da circa un trentennio sono sempre di più le coppie in Italia e nel mondo che decidono di interrompere il loro matrimonio, e sempre di più sono i mariti e le mogli che, in conseguenza di ciò, vivono momenti di forte sofferenza e frustrazione, tale da minare profondamente il loro equilibrio psico-fisico e sviluppare sintomatologie ansioso-depressive che finiscono per limitare fortemente la vita quotidiana sia lavorativa che personale.
Lo stigma sociale del divorzio come fallimento della relazione coniugale e della sacralità della promessa ("finché morte non ci separi") è ormai stato sdoganato dalla scomoda evidenza che i matrimoni finiscono se non sostenuti da forti dosi di amore, passione, impegno e complicità.
L'inarrestabile moltiplicarsi di situazioni di separazione/divorzio, l'atteggiamento sociale di "de-colpevolizzare" la scelta di porre fine al legame di coppia ("ormai lo fanno tutti…"), e non da ultimo, le recenti novità dal punto di vista normativo che riducono i termini minimi per rendere effettivo il divorzio da 3 anni a 6 mesi (Legge 55/2015), inducono a ricorrere a forme di fai-da-te per sciogliere un vincolo affettivo così importante. Il rischio è di minimizzare eccessivamente il carico emotivo che ogni coniuge (compreso quello che ha voluto per primo la separazione) deve affrontare e sopportare, facilitando invece l'illusione che sia una soluzione rapida e indolore.
La separazione e il divorzio non sono eventi che si realizzano in tempi brevi, ma comportano un vero e proprio percorso, attraverso fasi specifiche, per permettere alle persone coinvolte (i coniugi, i loro figli, le rispettive famiglie d'origine) di elaborare interiormente la rottura del legame e quanto accaduto, di ristrutturare le proprie relazioni interpersonali per giungere a una nuova organizzazione familiare.
Ogni coppia compie un percorso proprio nell'elaborazione psicologica del divorzio: le fasi non seguono un ordine prestabilito e non è scontata la simultaneità dei due coniugi in una determinata fase, ma il mancato superamento di una di esse può determinare lo sviluppo di problematiche psicologiche anche gravi e penalizzare la buon riuscita dell'intero percorso. Nello specifico le fasi sono sei:
Il divorzio emotivo rappresenta il segnale del deterioramento nel rapporto di coppia per cui uno dei due coniugi (o entrambi, ma in misura e in tempi differenti) smette di investire affettivamente nella relazione con l'altro e comincia a maturare l'idea di separarsi. In genere un coniuge decide, l'altro subisce la decisione: quello che ha preso l'iniziativa ha già in parte elaborato i propri sentimenti e ha sull'altro un notevole vantaggio psicologico, mentre quello che lo subisce si ritrova drammaticamente pieno di sentimenti di rabbia e ostilità, atteggiamenti accusatori e desideri di vendetta, in quanto vittima impotente rispetto alla incombente separazione.
È la fase dell'intolleranza verso l'altro, delle accuse vicendevoli, del cosiddetto "ping-pong" tra momenti di avvicinamento e altri di allontanamento con episodi di aggressività verbale-fisica. I tentativi di riconciliazione falliscono e il conflitto diventa cronico, causando un profondo senso di dolore e angoscia. Questo è il momento in cui i coniugi trovano nella consulenza di coppia uno spazio adeguato e sicuro all'interno del quale iniziare ad affrontare i problemi.
Il divorzio legale rappresenta l'ufficializzazione della decisione di separarsi con l'ingaggio di un avvocato. In questa fase vengono prese importanti decisioni, ad esempio riguardo l'affidamento dei figli. A questo punto la rottura della relazione è sotto gli occhi di tutti, parenti e conoscenti, e diventa concreta e drammaticamente vera: ognuno dei coniugi inizia a sperimentare quale effetto ha tutto ciò nella vita quotidiana.
Il divorzio economico è la fase delegata all'avvocato e riguarda la discussione sulla divisione dei beni materiali della coppia, l'eventuale assegno familiare e i reciproci impegni per il futuro. Se non è stato superato il "divorzio emotivo", in questa fase si accentuano recriminazioni e conflittualità: il denaro e i beni materiali diventano una ulteriore motivazione attraverso la quale ricattare o vendicarsi del partner che ha chiesto il divorzio.
Gli aspetti economici non sono certamente di secondaria importanza e aumentano il livello di stress percepito poiché possono acuire difficoltà finanziarie preesistenti, soprattutto nel coniuge che si trova ad affrontare l'allontanamento da casa o a modificare i propri ritmi in funzione di una nuova organizzazione familiare. La figura del mediatore familiare guida i coniugi nella divisione dei beni materiali, limitando le interferenze negative del litigio e delle recriminazioni.
Il divorzio genitoriale riguarda l'assunzione di responsabilità nei confronti dei figli per salvaguardare il loro equilibrio psicologico: i due coniugi mettono fine al ruolo di marito e moglie, ma non possono smettere quello di genitori e anzi sono chiamati a rinegoziare il loro rapporto coi figli e l'ex coniuge in funzione delle nuove circostanze. È un momento particolarmente impegnativo poiché è necessario accettare il cambiamento della coppia e contemporaneamente svolgere a pieno la funzione di genitore secondo le disposizioni di affidamento stabilite dal tribunale (ad esempio presso quale genitore sono domiciliati, la frequenza delle visite dell'altro, etc.).
Se le fasi di "divorzio emotivo" e "divorzio economico" sono state adeguatamente gestite, sarà molto basso il pericolo di "triangolare" i figli, cioè metterli in mezzo ai problemi della coppia e creare in loro malessere psicologico.
Il divorzio dalla comunità riguarda il cambiamento delle relazioni sociali a seguito della separazione. Molto spesso accade che le amicizie si indeboliscono o si perdono, i luoghi frequentati e le attività di svago che caratterizzavano la coppia suscitano frustrazione e si tende ad evitarli, incontrare gli amici comuni provoca disagio e fa rivivere emozioni dolorose. Il timore del giudizio, lo stereotipo negativo della condizione del "divorziato", la lontananza delle persone significative inducono sentimenti di solitudine, ansia sociale, depressione.
Il divorzio psichico corrisponde alla definitiva differenziazione di se stessi dall'influenza dell'ex coniuge, il riacquistare la piena indipendenza reciproca e la capacità di cominciare una nuova vita. Compito non facile, ma assolutamente possibile. Il supporto terapeutico durante tutto il percorso rappresenta un'importante strumento sia per chi soffre perché ha subito la separazione e deve ritrovare fiducia in se stesso e negli altri, sia per chi ha "lasciato" e deve fare i conti con quei sensi di colpa e di perdita che sempre si accompagnano al vissuto di liberazione da una relazione infelice. Se non elaborano la perdita, gli ex coniugi rimangono emotivamente legati, perpetuando la loro conflittualità e impedendosi la possibilità di vivere nuovi scenari positivi.
La consulenza psicologica e la Psicoterapia possono certamente contribuire al processo di cambiamento e rinascita che coinvolge chi cerca di uscire dal profondo malessere psicologico innescato dal divorzio, perché permettono di acquisire nuove consapevolezze utili ad affrontare il delicato momento del divorzio psicologico e di promuovere una nuova autonomia.