Articolo pubblicato il 13 Gennaio 2020.
L'articolo "Genitori e figli: insieme nella corretta alimentazione" tratta di: Educazione dei Figli.
L'alimentazione rappresenta un importante momento di scambio tra il bambino ed i suoi genitori; in particolare, nei bambini più piccoli essa avviene per lo più nell'interazione con la mamma.
Negli ultimi anni diversi studi hanno reso più evidente che esiste un collegamento tra l'alimentazione e le emozioni; più precisamente è emerso che alla base dei disagi alimentari dei bambini (quali ad esempio la mancanza di appetito o, al contrario, un'eccessiva alimentazione) ci sarebbe anche una certa difficoltà da parte loro nel riconoscere le emozioni sgradevoli e nell'affrontarle in maniera adeguata.
Questa difficoltà nel riconoscere e gestire le emozioni spiacevoli (come la rabbia, la paura e la tristezza) crea nel bambino un senso di confusione e smarrimento che non gli permette di distinguere chiaramente i propri desideri e i propri bisogni dalle sensazioni che provengono dal corpo (come lo stimolo della fame o il senso di sazietà).
In questa situazione può succedere, ad esempio, che un bambino non riesca a comprendere il proprio stato d'animo negativo e a trovare dei modi efficaci per superare lo sconforto, ricorra sempre più spesso al cibo per "calmarsi", fino a trovare nel nutrimento l'unica valvola di sfogo alle proprie tensioni emotive.
A tal riguardo, a tutti noi può essere capitato di assistere, ad esempio, al capriccio di un bambino che, al supermercato, inizia ad arrabbiarsi perché vuole a tutti costi un giocattolo nuovo e viene messo a tacere dall'adulto con del cibo (un pacchetto di caramelle, un chewing gum, un lecca lecca, un cioccolatino, etc.).
Questo comportamento, messo in atto come via d'uscita ad una circostanza un po' tumultuosa, se ripetuto nel tempo diviene disfunzionale, perché non permette al bambino di fare esperienza della capacità di contenimento emotivo che gli adulti, vicino a lui, possono donargli.
In una circostanza simile potrebbe, invece, essere utile aiutare il bambino a calmarsi, partendo sì dal corpo, ma senza il ricorso al cibo come "distrazione" o "riempitivo"; in quel momento genitore e figlio potrebbero, ad esempio, immaginare la "rabbia" e la frustrazione provate come un grosso fuoco che possono spegnere insieme soffiando, giocando magari a "fare i pompieri" della rabbia.
Dopo aver abbassato la tensione psico-fisica della rabbia, arrivati a casa, il genitore potrebbe invitare il bambino a rappresentare su un foglio, con pastelli e pennarelli, l'emozione della rabbia e a trovare con il figlio delle strategie per migliorare la gestione di quell'emozione e promuovere il senso di fiducia del bambino nel saperla superare senza dover ricorrere all'apporto del cibo.
Lo scambio di riflessioni, interessi e commenti che avviene a tavola tra il genitore ed il figlio è prezioso per la crescita della personalità del bambino.
Stare insieme in un clima affettivo di dialogo offrirà al bambino il tempo e la possibilità di imparare ad esprimere le proprie esperienze emotive e gli trasmetterà la piacevole sensazione che i genitori hanno a cuore i suoi bisogni affettivi.
Il sorriso di un bambino, a tavola, sarà come una portata speciale anche per mamma e papà.
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