Articolo pubblicato il 6 Maggio 2021.
L'articolo "Come distogliersi da quello che tormenta?" tratta di: Psicoanalisi (Sigmund Freud).
Articolo scritto dal Dott. Roberto Pozzetti.
Un fattore di tormento insistente è spesso fra i motivi a proposito dei quali si intraprende un percorso psicoanalitico.
A volte si tratta di una dipendenza affettiva che porta a immaginare ancora e ancora il partner che ci ha lasciati chiedendosi in cosa si è sbagliato, se davvero sia finita e se vi sia modo di riconciliarsi. In altri casi, frequenti da sempre nella pratica della psicoanalisi, è un pensiero ossessivo in forma di coazione dalla quale non si riesce a liberarsi a divenire un fastidioso tormento. In altre situazioni, è piuttosto la paura fobica di un elemento preciso oppure il timore reiterato di avere un attacco di panico, nonostante da tempo questi fenomeni non accadano o non siano nemmeno mai capitati. Per qualcuno il cruccio tormentoso si situa a livello del corpo, con la preoccupazione di marca ipocondriaca di ammalarsi, di avere un infarto o un tumore. Per certe ragazze con disturbi alimentari, nella fissazione sul cibo, sul peso e sulle calorie.
Questi pensieri, questo rimuginare, questa inquietudine irrompono nell'esistenza e la rovinano, la deturpano. Rendono impossibile il godimento, il divertimento, il piacere. Si arriva fino al punto di andare a dormire con questo tormento e di svegliarsi di prima mattina con lo stesso tormento.
L'operazione più semplice, che potrebbe consigliare qualunque amico, è quella di distrarsi. Distogliere l'attenzione, non pensarci, dedicarsi a qualcosa d'altro. Nel caso dell'amore, spostare la libido, il desiderio, l'energia affettiva verso una persona nuova. Nel caso dei pensieri ossessivi, provare a immaginarsi situazioni belle e rilassanti. In effetti, questi suggerimenti sembrano facile a dirsi, ma risultano difficili da attuarsi quando si è immersi nella sofferenza.
Non di rado, chi soffre di queste manifestazioni tormentose si sorprende a un certo momento della giornata accorgendosi di non averci ancora pensato, di essersene dimenticato. Proprio in quel momento - come fosse un chiamarsela - ecco riemergere questa sorta di tortura, che rimarrà a lungo.
Talora, concentrarsi sull'attività lavorativa risulta di enorme aiuto per distrarsi e infatti molti pazienti dicono di riuscire a stare discretamente bene fin quando lavorano, salvo andare in crisi la sera, nei weekend, di notte, cioè quando si trovano in condizioni di inattività. Purtroppo, in tempi di emergenza sanitaria, lo smartworking o le lezioni universitarie online peggiorano spesso la situazione, in quanto impediscono di staccare dalle proprie preoccupazioni.
Come fare allora per distogliersi dalla compulsione a spiare sui social le connessioni dell'ex partner? In che modo smettere di venire travolti da certi pensieri intrusivi? Come disinteressarsi ai minimi segnali del proprio corpo che indicherebbero una malattia? Come far finire questa tortura?
Di solito, bisogna attivarsi e operare un rovesciamento della propria posizione: da un'attesa passiva a un ruolo attivo. Se proprio non si riesce a rilanciare il desiderio e a innamorarsi di nuovo, bisogna impegnare il tempo libero in un'attività appassionante: ascoltare musica, guardare film, leggere, fare sport, dedicarsi alla cucina, eccetera. Se proprio non si riesce a distogliersi dalla preoccupazione, è ottimo trovare del piacere in un'attività coinvolgente, preferibilmente interattiva anziché solitaria.
Una seconda operazione consiste nell'analizzare che cosa il tormento sta a indicare. Ecco il metodo psicoanalitico della libera associazione, che fa emergere l'inconscio: lasciarsi andare e dirsi in libertà, dire tutto quello che viene in mente a partire dalle proprie fantasie e da quello che tormenta. La libera associazione fa emergere sovente un'altra scena, per esempio un collegamento fra il partner e una figura dell'infanzia oppure fra il pensiero ossessivo e un evento traumatico risalente a molto tempo prima. Questo permette di ridimensionare il valore attribuito all'elemento tormentoso e di restituire la giusta importanza all'inconscio che orienta la nostra vita. Di notte - spesso il momento più critico proprio perché tempo di inattività - concentrarsi sui propri sogni che sono la via maestra per giungere all'inconscio, al luogo del desiderio.