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Articolo di psicologia: «Disturbi alimentari a Livorno»

Bulimia nervosa a Livorno: come prevenire i Disturbi del Comportamento Alimentare ed aiutare chi ne soffre

Articolo pubblicato il 17 Febbraio 2009.
L'articolo "Bulimia nervosa a Livorno: come prevenire i Disturbi del Comportamento Alimentare ed aiutare chi ne soffre" tratta di: Disturbi Alimentari e Bulimia.
Articolo scritto dal Dott. Marco Razzauti.

Anche a Livorno, nella nostra città, si riscontra una crescente attenzione nei confronti del cibo. Continuano ad aprire nuovi ristoranti, pizzerie, enoteche, fast food, doner kebab, ristoranti etnici e vegetariani.
Si moltiplicano le trasmissioni televisive dedicate alla preparazione di cibo e, nelle edicole sono sempre più numerose le riviste culinarie.
Allo stesso tempo, però, i disturbi legati all'alimentazione sono in costante aumento, si moltiplicano i casi di obesità, di anoressia nervosa, ma sopratutto di bulimia nervosa.

Come mai la nostra società è così ossessionata dal cibo?

Un disturbo alimentare può iniziare, come nel caso della bulimia, con una dieta e piano piano può trasformarsi in un'altalenante modalità di digiuno-abbuffate-vomito che può arrivare a minare in profondità la propria autostima.

La maggior parte degli studi effettuati suggeriscono che la bulimia nervosa è molto più frequente oggi che in passato; i clinici di vari paesi occidentali (Stati Uniti, Regno Unito, Canada) hanno notato un aumento drammatico dei casi di richiesta di trattamento della bulimia nervosa; in Italia si è verificata la stessa cosa, forse con alcuni anni di ritardo rispetto ai paesi anglosassoni. In Italia gli studi di prevalenza hanno fornito risultati simili a quelli ottenuti negli altri paesi occidentali: lo 0,5% - 1% nell'Italia del nord, l’1% - 0,7% nell’Italia centrale, l’1,7% nell'Italia del sud.
I maschi occupano circa il 10-15% di ogni gruppo.

Il disturbo inizia generalmente dopo eventi stressanti che minacciano l'autostima (ad esempio fallimenti scolastici, problemi sentimentali, difficoltà interpersonali, commenti negativi sull'aspetto fisico) e poiché le persone a rischio di sviluppare la bulimia nervosa sono particolarmente sensibili alla pressione culturale sulla magrezza (molte di loro sono state prese in giro per il peso e l’aspetto fisico) è verosimile ipotizzare che cerchino di far fronte a queste difficoltà concentrandosi sul corpo, perseguendo la magrezza.
La diretta conseguenza dell’estrema preoccupazione per il peso e per l’aspetto fisico è cercare di dimagrire seguendo una dieta.

Le persone affette da bulimia nervosa però, non adottano un regime dietetico ordinario, ma seguono una dieta "ferrea" che oltre ad essere fortemente ipocalorica, è particolarmente rigida.
Il fare la dieta in modo ferreo è legato inoltre al perfezionismo e al pensiero “tutto o nulla”.

Il cibo diventa il mezzo per esprimere la propria frustrazione, la solitudine, le delusioni. Il seguire diete ferree in modo perfezionistico porta prima o poi a compiere piccole trasgressioni; quando queste si verificano il soggetto pensa subito di avere perso il controllo e si abbuffa; il comportamento bulimico è innescato da modalità di pensiero del tipo "tutto o nulla” come: "ormai ho trasgredito la mia dieta, tanto vale che mi abbuffi fino a scoppiare così poi potrò liberarmi di tutto il cibo con il vomito".

Dopo l'abbuffata insorge infatti rapidamente la paura di aumentare di peso, paura che può essere così forte da portare a mettere in atto dei comportamenti di compenso (vomito autoindotto, uso improprio di lassativi, digiuno, esercizio fisico eccessivo.
I comportamenti di compenso, in particolare il vomito e il digiuno, portano però l'individuo ad avere altre abbuffate o per il meccanismo della deprivazione della dieta o perché con il vomito l'individuo pensa di aver trovato un modo semplice per eliminare le calorie assunte in eccesso (circolo vizioso vomito-abbuffata-vomito-abbuffata).
I comportamenti di compenso sono inoltre responsabili dello sviluppo delle complicazioni mediche.

Le concause sono molteplici: personalità, famiglia, ambiente sociale, genetica; ma soprattutto è importante evidenziare che la bulimia è un problema psicologico e ha una relazione profonda con la sfera affettiva della persona. Non è un difetto di carattere o una debolezza, ma una malattia reale. Una patologia complessa che da soli è difficile superare.
Bisogna, quindi, prima possibile affrontare il problema con uno specialista, medico-psicologo- psicoterapeuta.

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