Articolo pubblicato il 11 Dicembre 2009.
L'articolo "Valutazione e ottimizzazione del circuito stress-benessere" tratta di: Stress e Disturbo Acuto da Stress.
Articolo scritto dal Dott. Leonardo Mometti.
Lo stress si pone oggi, in maniera sempre più evidente, come uno dei problemi sociali più rilevanti, cui va data una tempestiva risposta a livello sia di cura che di prevenzione.
Ma lo stress è sempre dannoso?
Quando esso diventa effettivamente dannoso?
Fermo restando che lo stress comporta uno stato di "pressione" è importante comprendere a partire dagli ultimi studi psicofisiologici, come passi da uno stress di tipo acuto, per il quale l'organismo si mette in condizioni di reagire ad eventi esterni che devono essere affrontati e risolti, ad uno di tipo cronico in cui lo stress permane al di là delle reali esigenze esterne e produce effetti estremamente dannosi di logoramento e di squilibrio dei funzionamenti normalmente fisiologici dell'organismo.
Lo stress è causa diretta di una crescente patologia psichica aspecifica: senso d'allarme, insonnia, ansia, attacchi di panico, difficoltà di concentrazione e di decisione, pensieri ripetitivi, irritabilità.
Inoltre innumerevoli studi hanno dimostrato il collegamento stretto tra condizioni alterate di stress e i livelli biologici profondi come patologie cardiache, dermatiti, indebolimento del sistema immunitario, tumori.
Lo stress è la malattia professionale più diffusa nel mondo del lavoro, soprattutto nelle carriere direttive, per quell'insieme di condizioni complesse, delicate e difficili che caratterizza il management, ma non solo.
Cronicizzazione. È a livello di cronicizzazione che lo stress diventa altamente dannoso, costringendo l'organismo in una situazione di costante tensione, di allarme, anche quando non sarebbe necessario, prosciugandone così le energie. Sono ben noti gli aspetti negativi del "burnout lavorativo", effetto di una situazione di stress prolungato.
Nel settore della prevenzione il problema dello stress rientra nel concetto di salute come sviluppo pieno delle potenzialità del lavoratore. La pratica clinica e lo studio empirico hanno confermato come questo passaggio comporti una serie di complesse interazioni che richiedono Metodologie Valutative e Terapeutiche altrettanto complesse. Le principali variabili che intervengono in questa complessità si collocano a livello del contesto esterno, della struttura biologica e cognitiva-emozionale del soggetto.
Nel circuito di funzionamento psicofisico dello stress c'è un doppio circuito: uno relativo allo stress acuto e l'altro allo stress cronico e quindi l'evento stressante può giungere ad una situazione di benessere e salute o viceversa ad uno stato di malessere e malattia.
Gli eventi stressanti producono un impatto su tutto l'organismo e il tipo d'impatto dipende dalle condizioni psicofisiche dell'organismo stesso e cioè dalla configurazione e dalla modalità di funzionamento di tutti i processi funzionali del sé, rappresentati dal filtro funzionale della percezione, cioè oltre alla valutazione cognitiva degli eventi stressanti, una registrazione globale della situazione di allarme, di pericolo e di necessità di attivazione.
Il filtro funzionale della percezione degli eventi stressanti può essere considerato espressione dello stato (di alterazione o meno) delle varie funzioni psico-corporee e dalle sconnessioni tra i piani funzionali, tipiche dello stato di stress cronico.
Questo doppio legame tra funzioni del sé e stress cronico configura un circuito a feed-back autoriproducentesi, che finisce con essere la causa dell'intensificazione dello stato di stress cronico. Il filtro a sua volta è condizionato dal persistere dello stato di stress acuto, oltre che da esperienze di vita negative e frustanti stratificatesi nella persona a partire dalla prima infanzia e in modo particolare proprio nel periodo evolutivo. Sono queste stratificazioni che, accanto all'impatto dello stress acuto, possono intensificare le alterazioni e le sconnessioni dei processi funzionali del sé, caratteristiche del funzionamento del filtro nel particolare caso di stress cronico. Il filtro è peggiorato dallo stato innescato di stress cronico, che produce esso stesso uno stimolo stressante all'interno dell'organismo, indipendentemente dalla realtà esterna: uno "stimolo fantasma".
Emerge quindi un doppio circuito, con una strada che porta verso la salute e il benessere ed un'altra verso lo stress cronico e le relative patologie.
Se il filtro della percezione non è eccessivamente alterato (dalle esperienze passate) l'evento stressante produce uno stress acuto (o eustress) con attivazione solo momentanea dei processi relativi, la quale rafforza lo stato di benessere poiché mette l'individuo nelle condizioni di reagire positivamente e di gestire con buone capacità l'evento, portandolo alla risoluzione del problema e in contemporanea all'esaurimento della reazione di stress.
Lo stato di benessere influisce direttamente sugli eventi stressanti, nel senso che il soggetto non solo tende a non drammatizzarli e a non viverli in maniera catastrofica, ma tende anche ad evitarli prima che siano scatenati, agendo in modo di prevenirli, almeno quando è possibile.
Lo stato di benessere è una condizione acuta e piacevole di stress attivante e influenza positivamente le capacità di gestione del mantenimento dello stato di salute (nel senso che il soggetto saprà scegliere spontaneamente comportamenti alimentari corretti, alternanze di lavoro e riposo, condizioni di soddisfazione e piacere intellettuale, corporeo e sociale, ricerche di mete raggiungibili e quindi gratificanti, attività fisiche e sportive piacevoli, momenti di allegria e gioia e piacevolezza nella sessualità). Viceversa, nella condizione di filtro alterato, non si passa attraverso lo stress acuto, ma si approda direttamente ad una condizione d'alterazione delle funzioni e quindi di stress cronico. Questo secondo processo può permanere anche in assenza dell'evento stressante perché l'alterazione e la sconnessione funzionano da stimolo fantasma.
Lo stato di stress cronico al contrario conduce ad una incapacità di gestire gli eventi: sia nel senso di non riuscire a risolvere le condizioni di difficoltà che si presentano, sia nel senso di incapacità a prevenirle e anzi di tendenza inconsapevole a far intensificare e proliferare ostacoli ed eventi stressanti. D'altra parte lo stato di stress cronico produce direttamente, come molte ricerche hanno ormai attestato, innumerevoli condizioni di malattia, influenzate anche dall'incapacità di gestire e migliorare la propria salute.
I soggetti tenderanno, quasi paradossalmente a peggiorare il rapporto con essa: assumendo sostanze nocive (come l'alcool e il fumo) o seguendo l'alimentazione inadeguata, o ancora tendendo a superare il disagio mettendosi in situazioni ancora più stressanti, ad esempio prendendo sempre nuovi impegni di lavoro o prefissandosi mete irraggiungibili e portatrici di delusioni e frustrazioni ulteriori.
Nella metodologia antistress, lo scopo fondamentale è quello di recuperare e ricostruire pienamente alcune delle Esperienze Basilari che sono d'importanza primaria per l'allentamento dell'organismo, quali il lasciare, l'abbandonarsi, lo strare e la calma la pienezza, la tranquillità.
L'idea portante è condurre la persona a poter attingere pienamente a queste potenzialità quando lo vuole, una volta che esse sono state ritrovate, riscoperte e ricostruite pienamente.
Per ottenere ciò è indispensabile agire su tutti i livelli funzionali che costituiscono le Esperienze Basilari, che contribuiscono a rendere tali esperienze complete e piene: le emozioni, i ricordi le immaginazioni, le posture, il tono dei muscoli, l'attivazione dei sistemi fisiologici, la consapevolezza, il respiro, le percezioni. Per recuperare le Esperienze di Base della calma e della tranquillità bisogna riportare all'integrazione tutte queste funzioni e rivolgerle tutte sinergicamente alla calma e al benessere.
La maggior parte dei pazienti che si rivolgono alle cure antistress sono in prevalenza persone che stanno vivendo una condizione di forte malessere, preoccupati e spaventati dalla quantità dei sintomi: spesso emersi all'improvviso, al di fuori di qualsiasi possibilità di controllo e soprattutto non inquadrabili in una chiara patologia di pertinenza medica.
Altri pazienti, anche se non sono in una fase acuta di malessere, sentono il bisogno di recuperare uno spazio di controllo con se stessi, di ritrovare situazioni di rilassamento, maggiore capacità di gestire lo stress ai quali quotidianamente sono sottoposti sia nell'ambito lavorativo che familiare.
Il campo d'intervento è quindi molto vasto: dalle patologie stress-correlate all'intervento sui gruppi aziendali, dagli operatori scolastici agli operatori sanitari soggetti al burnout, dall'affaticamento eccessivo alle malattie vere e proprie.
Le modificazioni che si ottengono nel corso di una seduta antistress permettono di ridurre l'attivazione simpaticotonica e di andare verso uno stato di prevalenza vagotonica. Attraverso un intervento antistress viene ripristinata la capacità di percepire i segnali di affaticamento del proprio organismo (prima vissuti come negativi) come veri e propri campanelli di allarme. Se una persona li avverte e li riconosce può essere molto più facile prevenire il malessere. E si recuperano risorse esistenti come raggiungere una condizione di rilassamento efficace, mobilità tra stati di attivazione e di disattivazione in generale, apprendimento di nuove strategie necessarie per gestire situazioni di stress.
Occorre una misurazione integrata per individuare quegli aspetti del funzionamento psicofisico del paziente che sono più facilmente soggetti a logorio e poiché durante gli incontri antistress (tra 10 e 15) si apprendono le tecniche fisiologiche di risoluzione dello stress si potrà continuare a lavorare anche da soli sui propri aspetti fragili, per una migliore azione preventiva.
L'efficacia dell'intervento non può che essere legata ad un accurato momento valutativo: l'assessment anche quantitativo del livello di sentirsi e dell'essere stressati (il test della Misura dello Stress Psicologico e altri), è il presupposto indispensabile del momento terapeutico o preventivo.
Vengono utilizzate diverse tecniche d'intervento:
Tutto ciò cura ma aumenta anche le capacità di gestione di situazioni difficili e stressanti che le persone devono necessariamente affrontare nella loro vita (coping).