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Articolo di psicologia: «Autostima, come aumentarla»

Psicoterapia Breve

Articolo pubblicato il 27 Settembre 2013.
L'articolo "Psicoterapia Breve" tratta di: Autostima.
Articolo scritto dal Dott. Mario Mengheri.

L'infanzia modella significativamente la visione che abbiamo di noi stessi e del mondo e la nostra storia inevitabilmente influenzerà noi stessi, il nostro modo di vedere gli altri da noi, i nostri figli, le cure che forniremo loro e il nostro modo di aiutarli nel processo di crescita. Come persone, da adulti, genitori (e da educatori), tutti noi tendiamo a mantenere le nostre opinioni, qualunque esse siano, spesso inconsciamente, come se fossimo prigionieri di un potente incantesimo.

È solo quando diventiamo consapevoli di come siamo stati educati, sorretti, contenuti o no che possiamo iniziare a "capire" ciò che è utile, positivo e arricchente e iniziare a lavorare psicologicamente per superare quegli aspetti che invece sono stati limitanti e distruttivi.
In questo breve contributo parleremo di come accrescere la consapevolezza e di come la condivisione con un'altra persona di un nostro pensiero possa aumentare la nostra obiettività nel dare ad esso l'opportuno significato.

Crescita della Consapevolezza e dell'Autostima

La nostra vita viene spesso attraversata da situazioni che non possiamo prevedere, che possono rivelarsi difficili se non disponiamo degli opportuni strumenti intellettivi ed emozionali per gestirle.
Al contrario, se gli eventi sono vissuti in maniera consapevole ed opportuna possono direzionarci verso cambiamenti salutari. Perché questo avvenga risulta fondamentale ottimizzare la propria capacità di entrare in relazione con noi stessi (mondo interno) e con gli altri (mondo esterno).
Ciò consentirà di fare maggior chiarezza "intorno" alle situazioni che ci hanno portato disagio e malessere direzionandoci verso visioni "salutogene".

La società impone uno stile di vita che solitamente spinge la persona ad essere sempre più sola e a sentirsi inadeguata, con la conseguente ricerca di relazioni in cui ci appare possibile attenuare il senso di solitudine.
Capita spesso di sentirsi emotivamente bloccati, incapaci di realizzare i propri desideri poiché sovrastati dai doveri a cui dobbiamo quotidianamente far fronte. Se il mondo esterno ci chiede risposte semplici, chiare, congrue e soddisfacenti, il mondo interno ci chiede, a maggior ragione, di essere ascoltato con chiarezza, congruenza e amore.
Ad esempio le nostre "parti ombra" - ciò che non desideriamo di noi stessi - chiedono un'integrazione alla coscienza per essere tranquille e pacificate.

Di solito le persone passano attraverso eventi ed esperienze senza accorgersi realmente di ciò che hanno vissuto, proprio perché inconsapevoli dei loro vissuti (ad esempio oggi la funzione del sentimento è sempre meno "nutrita") e delle loro esperienze.
Lavorare sulla mindfulness - e cioè la consapevolezza - significa favorirla: consentire agli occhi il "buon" vedere, al gusto il "buon" assaporare, alle orecchie un "buon" ascolto, al tatto il "buon" con-tatto, e all'olfatto il "buon" odorare. Attraverso questi passaggi verrà così amplificata anche la parte cognitiva e quella emozionale, potendo così rispondere più adeguatamente alle richieste che ci vengono formulate o ai nostri desideri e bisogni.

La consapevolezza si coltiva raffinando la nostra capacità di prestare attenzione intenzionalmente al momento presente mantenendola attiva al meglio nel tempo. Nel farlo stabiliamo un contatto sempre più diretto con la nostra vita. Di solito giudichiamo tutto ciò che sperimentiamo formando opinioni rapide, in base a ciò che ci piace e non ci piace, a ciò che desideriamo e no. Il percorso verso una maggiore consapevolezza ci fornisce una potente strategia di vita con nuove potenzialità psichiche più adeguate per prestare una maggiore attenzione a ciò che facciamo in ogni circostanza, per vedere oltre il vero delle sensazioni e dei pensieri automatici, fino ad una realtà più profonda.

La persona consapevole è viva perché sa che cosa prova, sa dove si trova e sa quale momento vive. Esiste un naturale e coerente cammino dell'uomo che - partendo dall'essere in uno stato iniziale psico-fisico non pensante - passa al pensare inteso come livello mentale costruito sugli istinti e sulle emozioni per giungere all'agire, che si concretizza in parole e comportamenti, per quanto possibile, consapevoli.
In altre parole, si passa dalla nascita della vita psichica alla vita psichica (M. Mengheri, "Sentieri", E.T.S., Pisa, 2008).

È comunque importante favorire un processo di dialogo con se stessi.
È utile avvicinarsi sempre più a quelle parti psichiche che abbiamo paura di contattare. Trovare quindi il coraggio di scoprirle, al di là che esse si avvertano buone o cattive. Coloro che hanno una buona consapevolezza possono accedere ad una psicoterapia breve. Dopo quattro, cinque incontri viene formulato insieme alla persona un obiettivo da raggiungere. Collaborando, con circa venti sedute possiamo raggiungere l'obiettivo prefisso. Spesso è utile riformulare – insieme alla persona - la richiesta iniziale (riformulazione della domanda) perché non sempre all'inizio del lavoro psicoterapico ha la capacità di sapere ciò di cui effettivamente ha bisogno. Qualità interpersonali come l'accoglienza ed il rispetto per l'esperienza dell'altro, l'empatia e l'autenticità dell'esperto, sono considerate essenziali, da questo punto di vista, per poter offrire un clima relazionale in grado di sostenere e facilitare il percorso di crescita di un essere umano.

L'ascolto profondo e l'attitudine relazionale - caratterizzata dalle qualità dell'empatia, dell'autenticità e dell'accettazione positiva incondizionata - offrono quindi la possibilità di auto-esplorare il proprio mondo interiore, di fare esperienza del flusso dei pensieri, delle sensazioni corporee, delle emozioni e degli stati mentali, in un modo sistematico ed assai raffinato. Attraverso questa pratica di investigazione interiore la persona riconosce e accoglie sempre di più gli aspetti di sé non conosciuti e rifiutati e gradualmente può arrivare a sanare le fratture interiori.
In altri termini la persona - coinvolta nella relazione di aiuto - apprende in tal modo modalità nuove per aver cura di sé, e poi per aver cura delle proprie relazioni con gli altri.

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