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Articolo di psicologia: «Ansia, Attacchi di Panico e Agorafobia: sintomi»

Disturbo di Panico

Articolo pubblicato il 7 Gennaio 2014.
L'articolo "Disturbo di Panico" tratta di: Attacchi di Panico.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Daniela Stagi.

Un Attacco di Panico è un periodo di tempo definito in cui sperimentiamo paura o disagio intensi, durante il quale alcuni sintomi si possono manifestare improvvisamente raggiungendo il picco nel giro di pochi minuti.

I sintomi possono essere vari: palpitazioni, cardiopalmo o tachicardia, sudorazione, tremori, senso di soffocamento e/o asfissia, nausea, fastidio o dolori al petto, disturbi addominali, sensazioni di sbandamento o di testa leggera o di svenimento, derealizzazione (sensazione di irrealtà) o depersonalizzazione (sentirsi distaccati da se stessi), parestesie (sensazione di torpore o formicolio), vampe di calore o brividi.
Insieme a questi si presentano la paura di perdere il controllo o di impazzire o la paura di morire. Si parla di Disturbo di Panico quando si hanno attacchi inaspettati e ricorrenti e sono presenti preoccupazione di avere altri episodi e timore per le loro possibili conseguenze (per es. perdere il controllo, avere un attacco cardiaco, "impazzire").

Il Disturbo di Panico può presentarsi con Agorafobia.
L'Agorafobia è la paura di stare in spazi da cui non è facile andare via, situazioni in cui potrebbe essere imbarazzante farlo o in cui si teme di non poter trovare aiuto. L'ansia di solito si manifesta quando una persona si trova sola fuori casa, soprattutto in luoghi affollati - come ad esempio in coda - oppure in auto, bus o treni.

Evitamento. La paura agorafobica porta ad evitare tutte queste situazioni, a ridurre i propri spostamenti o comunque a viverli con grande disagio. Talvolta si ricorre a "strategie" per cercare di limitare l'ansia ed evitare ciò che si teme, ad esempio si chiede a qualcuno che ci accompagni.
Queste "strategie" - che vengono definite comportamenti protettivi - insieme al fatto di evitare situazioni e luoghi sono controproducenti in quanto, nonostante sembrino inizialmente una soluzione al disagio, a lungo termine lo perpetuano. Infatti tali comportamenti producono un momentaneo sollievo poiché aiutano a controllare l'ansia, poi però ci rendono sempre meno capaci di trovare modi alternativi per gestire i sintomi ansiosi e le preoccupazioni e ci portano ad allarmarci sempre di più alla loro comparsa.

Per spiegare il Disturbo di Panico si può ricorrere al modello del circolo vizioso del panico (modello cognitivo di Clark) che fornisce indicazioni su come i sintomi si originano e si mantengono. Gli attacchi di panico sono il risultato di un'interpretazione catastrofica di eventi fisici o mentali, considerati, erroneamente, segni di una grave malattia, di un grave problema mentale o, addirittura, di una morte imminente.

Circolo vizioso. Gli stimoli interni o esterni, come ad esempio esperire delle sensazioni fisiche oppure trovarsi in una particolare situazione, vengono percepiti come una minaccia e sono in grado di produrre uno stato d'ansia.
I sintomi somatici dell'ansia che vengono interpretati in modo catastrofico producono un ulteriore aumento della preoccupazione o del livello di ansia. Si viene così a creare un circolo vizioso capace di autoalimentarsi e autorinforzarsi, nel quale l'ansia intensifica i sintomi e le interpretazioni erronee e catastrofiche innalzano il livello d'ansia.

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