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Articolo di psicologia: «Essere genitori»

Crisi emozionali familiari post parto

Articolo pubblicato il 21 Febbraio 2014.
L'articolo "Crisi emozionali familiari post parto" tratta di: Figli e Rapporto di Coppia, Diventare Mamma e Analisi Bioenergetica.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Francesca Zoppi.

Tutte le fasi dello sviluppo nel bambino sono importanti, ma le fasi dello sviluppo peri e post natale assumono un valore determinante per le successive tappe della crescita, come dimostrano le attuali ricerche neuro scientifiche e l'Infant Research.
Il bambino impara sin dalle fasi precoci della sua esistenza delle risposte psicomotorie, che restano impresse tutta la vita e costituiscono una "grammatica emozionale" e comportamentale con la quale costruisce la sua salute, il suo senso di identità, ma anche i futuri rapporti con gli altri.

Esiste una grande offerta di corsi per la preparazione al parto.
Le stesse strutture (cliniche, ospedali e studi di ginecologia) in cui le coppie andranno a partorire, generalmente propongono percorsi per affrontare con maggiore coscienza l'esperienza della gravidanza e del parto.

Il post parto rimane spesso "scoperto".
Sono pochi, privati o consultori familiari, che se ne occupano.
Accade sempre più frequentemente che dopo il parto, una volta a casa, i genitori si trovano soli a fronteggiare la nuova situazione.
Sono senza dubbio dei momenti magici, pieni di emozioni, ma improvvisamente sopraggiunge anche la stanchezza causata dal poco dormire e dalle tensioni che pianti e inesperienza nella cura del bambino provocano. È un nuovo ritmo di vita a tre che inizia e un tempo per se stessi che drasticamente si riduce.

Il progresso conduce anche ad una sempre maggiore medicalizzazione, costringendo da subito i neo genitori a dipendere da protocolli pediatrici ben strutturati. Anche se, in alcuni casi, ciò contribuisce a diminuire la mortalità infantile, spesso allontana i genitori dalla fiducia nelle proprie sensazioni, dal vivere con naturalità lo sviluppo e la crescita del proprio figlio.

Tensioni, squilibri e stanchezza sopraggiungono
La giornata dei neo genitori è completamente dedicata alla cura del bambino. Se non viene ristabilito presto un equilibrio familiare, nel quale i genitori riescono a riprendersi i propri spazi e il proprio tempo, sia individualmente che come coppia, possono nascere tensioni e squilibri all'interno della famiglia. Nella realtà non esistono coppie che nel post parto non attraversino momenti critici o difficoltà nella gestione del piccolo.
Prima che la stanchezza prenda il sopravvento, consiglio sempre ai neo genitori di cercare un confronto con altre coppie e suggerisco di non nascondere le proprie difficoltà, ma di esprimerle e di parlarne con gli altri e, se possibile, partecipare a corsi di sostegno nel post parto, dove un consiglio di una persona esperta può rasserenare sul proprio operato.

Il Massaggio Bioenergetico Dolce Neonatale di Eva Reich, è molto indicato, soprattutto se iniziano ad affiorare stress e difficoltà con il piccolo.
Il Massaggio consente il giusto sostegno ai genitori per trovare in loro stessi le risorse necessarie per attraversare momenti anche complessi.
Il massaggio crea una base di fiducia condivisa. Se poi sopraggiungono emozioni di inadeguatezza rispetto al piccolo e forti sensazioni di solitudine, i genitori possono perdere la serenità necessaria per affrontare le difficoltà quotidiane.

I segnali di stress nei genitori
I segnali da tener presenti nei e tra i genitori stressati e/o traumatizzati sono: la stanchezza eccessiva anche durante le ore diurne; la rassegnazione della non comunicazione nella coppia; il ripetere tra sé parole come: "Non mi capisce", "È inutile parlare". Altro segno di stress è l'utilizzo eccessivo di comportamenti ripetitivi, che vorrebbero alleviare il pianto o l'agitazione del piccolo ma, di fatto, limitano e non consentono il fluire di una buona comunicazione. Se lo stress inizia a prendere il sopravvento, l'emozione che spesso emerge è quella dell'impotenza di fronte alle richieste del piccolo, facendo affiorare anche sensazioni di inadeguatezza.

I segnali di stress nel bambino
I segnali di stress nel bambino sono soprattutto: pianti prolungati; stati di agitazione ripetuti durante il giorno e la notte; difficoltà nel sonno e nell'allattamento; coliche addominali.

Perché accade tutto ciò?
Può accadere che le rapide trasformazioni della gravidanza e del parto richiamino antiche paure e possano innescare incomprensioni, sia nella coppia genitoriale sia nella relazione con i propri figli.
Per difendersi da questi cambiamenti ci si può distaccare emotivamente ed affettivamente dagli eventi che si vivono. Sappiamo poi che le gravidanze possono essere difficili, i parti traumatici e medicalizzati.

La crisi del bambino e dei genitori spesso tende ad aggravarsi e si crea un avvitamento nello stress e nel malessere. Di sovente le crisi del figlio generano crisi tra i genitori; le crisi tra i genitori possono creare crisi nel figlio, perdendo così la circolarità comunicativa e affettiva.
Le emozioni sono bloccate nella loro espressione e in genere c'è rabbia o apprensione eccessiva. Spesso tali problematiche aumentano lo stress nella coppia e si innescano meccanismi che necessitano interventi sul nucleo familiare, trattamenti cioè di psicoterapia breve.

Ma che cosa è consigliabile fare?
Dopo aver verificato che non ci siano problematiche funzionali gravi nel bambino, è meglio agire precocemente piuttosto che intervenire quando le situazioni si sono ormai strutturate.

La psicoterapia breve corporea può far molto in questi casi.
A volte sono sufficienti poche sedute per ripristinare un contatto profondo e un'armonia familiare. Essendo sedute del nucleo familiare ed essendo i bambini molto piccoli la terapia corporea può facilitare uno stato di rilassamento nel neonato ed agevolare il fluire della comunicazione affettiva nella coppia.

Io ho approfondito lo studio della metodologia del Pronto Soccorso Emozionale (PSE).
Si tratta di una metodologia sistematizzata da Thomas Harms, e deriva dal pronto soccorso orgonomico di W. Reich e dalle successive elaborazioni di sua figlia Eva. All'Istituto Reich, dove lavoro, viene integrata tale metodologia con il Funzionalismo Energetico di Francesco Dragotto, particolarmente centrato sulla ricerca della funzione paterna.
La metodologia prende il nome di Parenting the Parents (PtP).

In cosa consiste il PtP

Una coppia di operatori accoglie la coppia genitoriale e il/i bambino/i.
Le coppie solitamente vengono in seduta molto stressate e consapevoli del loro disagio. La famiglia è accolta in uno spazio confortevole e accogliente dove può esprimere le proprie difficoltà e paure e viene accompagnata in un percorso di contatto, dapprima con le proprie sensazioni ed emozioni, poi di contatto corporeo.

I genitori sono aiutati a rallentare i loro ritmi affannati, sono sostenuti ad accogliere il pianto o l'agitazione del bambino e a ricondurre l'attenzione e l'ascolto su se stessi creando le basi per una rinnovata fiducia.
Spesso i bambini cessano di piangere nel momento che percepiscono che il papà o la mamma è lì con loro e sono sereni.

La finalità del lavoro proposto è quella di fornire strumenti alla coppia per consentire loro l'emergere di nuove risorse da poter dedicare alla cura dei loro figli e al benessere condiviso familiare. A volte, i terapeuti assegnano dei compiti al fine di riportare nel quotidiano una comunicazione funzionale nella coppia genitoriale, spesso alterata a causa dello stress.

In seduta verranno accolti i tentativi che i genitori hanno messo in atto, anche quando questi non hanno dato buoni frutti. Tale lavoro agevolerà l'innesco di piccole trasformazioni che produrranno a catena una trasformazione dell'intero sistema comunicativo affettivo familiare e consentiranno di attraversare il momento critico.
I genitori si percepiranno sempre più capaci di gestire emotivamente ed affettivamente i momenti difficili nella cura dei loro figli.

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