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Articolo di psicologia: «Ansia, paura, rabbia: emozioni e psicoterapia»

Siamo vittime delle emozioni?

Articolo pubblicato il 25 Settembre 2014.
L'articolo "Siamo vittime delle emozioni?" tratta di: Rabbia e Tipi di terapia.
Articolo scritto dal Dott. Giovanni Iacoviello.

"Se tu vieni, per esempio, tutti i pomeriggi alle quattro, dalle tre io comincerò a essere felice. [...] Quando saranno le quattro incomincerò ad agitarmi e ad inquietarmi, scoprirò il prezzo della felicità. Ma se tu vieni non si sa quando, io non saprò mai a che ora prepararmi il cuore".
(Antoine de Saint-Exupéry)

Le emozioni come la rabbia e la paura sono immodificabili?
Ne siamo necessariamente in balìa? O sperimentiamo stati d'animo transitori?
Da che cosa sono causate le emozioni?
C'è modo di padroneggiarle o gestirle?

La ricerca delle cause delle emozioni non è l'unico approccio.
Questo è un approccio così radicato nel nostro contesto culturale che lo diamo per assodato e non lo mettiamo in discussione.
Se è l'iter "sacrosanto" per i problemi biologico-medici, non è detto che sia l'unico anche per i problemi umani, che hanno dei risvolti socio-culturali.
Molti orientamenti psicologici lo usano, e molti altri no. È giusto rispettare entrambi secondo la libera scelta dei professionisti e delle persone. Può essere che troviamo una causa generica per una data emozione che riguarda tutti noi. O una causa specifica per la nostra emozione provata in una data situazione. Però con quella conoscenza non è detto che avremo anche la soluzione a un nostro problema che riguardi quell'emozione.

Soluzione dei problemi umani. In un approccio pratico, oggi l'attività di risoluzione dei problemi umani offre anche delle alternative alla ricerca delle cause, occupandosi invece di soluzioni alternative a quelle che non hanno funzionato. Un esempio per semplificare la questione è quello del bambino che cade in un pozzo profondo e stretto. Come lo aiutate?
Cercando le cause che lo hanno fatto finire dentro, oppure cercando di tirarlo fuori al più presto? E se le soluzioni che avete provato non funzionano, continuate con quelle o provate altri metodi?

Emozioni nel corpo o nella mente?
Proviamo ad esaminare, cercando di sintetizzare e semplificare, alcune teorie comuni che si sono succedute negli anni riguardo alle emozioni. Per le prime teorie, come quelle di James e di Lange (1884, 1887), l'emozione sarebbe il risultato della percezione di una modificazione fisiologica, corporea. Per i fisiologi Cannon e Bard (1927), invece, i cambiamenti corporei sarebbero troppo generici e grossolani per spiegare i singoli vissuti emotivi, ritenendo che le sensazioni corporee e i vissuti emotivi siano processi simultanei ma separati. Per la teoria di Schacter e Singer (1962) l'attivazione del corpo spiegherebbe l'intensità dell'emozione, mentre il tipo e qualità di emozione sarebbero spiegate dalla nostra interpretazione cognitiva.

L'esperimento dell'adrenalina "fatta passare" per composto vitaminico. Fu interessante l'esperimento in cui Schacter e Singer fecero iniettare una dose di adrenalina a tre gruppi di persone.
La sostanza provoca un'attivazione corporea simile a quella ad opera del sistema nervoso simpatico durante alcune reazioni emotive, con aumento di frequenza cardiaca, pressione arteriosa e sudorazione. A uno dei tre gruppi fu detto che il composto era vitaminico, e l'esperimento consisteva nel valutarne l'effetto alla visione di certi stimoli. A un altro gruppo furono svelati i reali effetti del composto, mentre al terzo gruppo non fu svelato niente. A tutti i soggetti fu chiesto di accomodarsi in una stanza in attesa dell'effetto del farmaco in compagnia di un complice dello sperimentatore. Questi metteva in atto una serie di comportamenti quali rabbia, paura, euforia. Sia i soggetti che non avevano ricevuto informazioni sia quelli che avevano ricevuto informazioni scorrette si conformarono al comportamento del "compagno". Solo il gruppo di soggetti che aveva ricevuto le corrette informazioni non dimostrò alcun coinvolgimento.

Che cosa dimostrerebbe questo esperimento?
Intanto possiamo notare che la stessa reazione corporea, anche se prodotta artificialmente, aveva dato luogo a emozioni diverse tra di loro. L'interpretazione degli autori fu che l'emozione sarebbe il risultato di un'attivazione fisiologica associata ad un'interpretazione personale che, tramite la ricerca di indizi coerenti, permetterebbe alla persona di attribuire un nome al proprio stato.

Se cambio il modo di osservare può cambiare qualcosa dentro di me?
Per lo psicoterapeuta Vinicio Masoni, quando leggete su un giornale che una persona "controlla" le proprie emozioni, leggete una banalità: «Quel tipo non fa questo, non si controlla, fa in realtà altre cose, ha imparato ad avere altre emozioni, riesce a pensare ad altro, ecco perché sembra che si controlli. In realtà cambia l'oggetto della sua attenzione».

L'esempio di Masoni pare collegarsi all'esperimento dell'adrenalina, dove cambia l'oggetto dell'attenzione del partecipante, focalizzata ora su una situazione euforica, ora di rabbia o di paura, e la legge e costruisce in quel modo. L'autore fa anche l'esempio di quando siamo su un treno in partenza. Percepiamo il treno che si muove, quindi la nostra voce interiore ci può dire "bene, siamo partiti". A volte capita che subito dopo ci accorgiamo, però, che invece del nostro si era mosso in realtà il treno accanto, e quello che proviamo ora è un senso di delusione:

«Avete sperimentato quindi un repentino mutamento emotivo.
Le vostre emozioni sono cambiate, ma per fare ciò non avete dovuto stringere i pugni, contrarre il diaframma e dirvi con forza "deluditi!", non avete messo in atto la fatica del cambio di emozione. L'emozione cambia da sé. Già, cambia da sé, ma solo se cambia significato l'oggetto della vostra attenzione
» (Vinicio Masoni, Genitore Coach).

Ricollegandoci alle teorie sulle emozioni, quindi, in questo esempio si vede come ci sia una lettura della situazione che influenza lo stato d'animo, con le relative sensazioni corporee che si possono provare, e come una lettura diversa della situazione possa addirittura far cambiare repentinamente lo stato d'animo stesso.
Gli eschimesi che non accettano la rabbia la controllano, e noi no?
Da studi antropologici parrebbe che alcuni eschimesi non provino rabbia, né la manifestino o ne parlino, neanche in situazioni considerate oltraggiose da altre popolazioni. Questo popolo definisce infantile la manifestazione di rabbia osservata in uno straniero.

Se i valori culturali di un luogo influenzano la manifestazione di una emozione, ciò pare una prova del fatto che non siamo necessariamente in balìa delle emozioni, né che questi stati ci "controllino". Come diceva Henry Ford: «Se credi di farcela o non farcela, hai comunque ragione». Forse se ci sentiamo impotenti rispetto alla rabbia che proviamo quando interagiamo con un collega, amico o parente, non è detto che questa sia immodificabile, ma che potrebbe esserci un modo per farlo, solo che noi non lo conosciamo. Oppure pensiamo che non esista e quindi non esiste nemmeno nella nostra mente la possibilità di cambiamento. Lo stesso si potrebbe dire della paura.

Emozioni e medicine, stati d'animo e schemi narrativi (cosa ci raccontiamo). Pare che, se classifichiamo esperienze intense come la paura e l'ansia (la prima può essere descritta come un'etichetta a uno stato d'animo; la seconda uno stato fisiologico) come appartenenti al mondo biologico, potremmo essere portati ad utilizzare, qualora divengano problematiche (es. disturbi d'ansia), vari metodi di ricerca della causa.
Se ne parliamo con un medico, potrebbe poi consigliarci in alcuni casi come rimedio un farmaco, ad esempio un ansiolitico. L'impiego di questo dovrebbe essere limitato nel tempo per non incorrere in assuefazione, e la risoluzione del nostro problema sarebbe comunque limitata al tempo dell'assunzione. Abbiamo visto finora che, di fronte a un'emozione, possiamo anche sperimentare una lettura diversa delle situazioni e di conseguenza una sensazione diversa. E raccontarla in molti modi.

Psicoterapia e stati d'ansia. I modi in cui in psicoterapia, o attraverso una consulenza, possono essere affrontati gli stati d'ansia, o situazioni interpersonali conflittuali in cui si sperimenta un'esperienza emotiva vissuta come problematica, come la rabbia, possono essere molteplici, anche se non è questa la sede per affrontare argomenti tecnici.

Problemi emotivi nelle relazioni. Possiamo comunque notare che i problemi emotivi, nelle relazioni interpersonali o sul lavoro, possono essere molteplici, favoriti da stimoli diversi, vissuti e raccontati in una varietà di modi possibili. E affrontati da noi in modi diversi che possono funzionare o no. Tramite un consulto con un esperto se lo desideriamo, ma non solo attraverso di esso, potremmo realizzare che queste emozioni non sono necessariamente immodificabili, e che possiamo agire, sentire e pensare in modi che ci aiutino a risolvere le situazioni problematiche connesse.
E tutto questo può avvenire anche in tempi brevi.

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