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Articolo di psicologia: «Masturbazione infantile: Sessualità ed Educazione dei Figli»

Il gioco bellissimo

Articolo pubblicato il 4 Maggio 2015.
L'articolo "Il gioco bellissimo" tratta di: Educazione dei Figli, Sesso e Sessualità e Educazione Sessuale.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Lina Robertiello.

La necessità di scrivere questo articolo sul "gioco bellissimo" è maturata in tanti anni di attività, svolta nel mondo infantile, in risposta alla domanda ricorrente che mi veniva posta dai genitori che richiedevano una consulenza: "Se capita cosa devo fare?".
Questo articolo cercherà di dare una risposta a questa domanda e alcuni suggerimenti su come affrontare la situazione del gioco bellissimo.

Sofia (nome di fantasia), due anni, frequentava il nido e in certi momenti si masturbava. Quando le veniva chiesto perché lo facesse rispondeva: "Mamma è un gioco bellissimo".
Ora che Sofia ha quattro anni ogni tanto dalla sua cameretta dice: "Mamma posso giocare al gioco bellissimo o vieni tu a farmi le coccole?".

La masturbazione infantile in tenerissima età è una realtà abbastanza diffusa che mette in imbarazzo buona parte dei genitori.
Il bambino che si masturba sembra non curarsi dell'ambiente che lo circonda, è coinvolto nell'atto stimolatorio e non prova imbarazzo rispetto all'adulto. Questo ha un senso logico perché per un bambino una parte del corpo equivale all'altra, coccolarsi è coccolarsi.

A due anni non esiste il senso del pudore, ma esistono i momenti di noia, di stanchezza, di solitudine, e giocare al gioco bellissimo è un modo per superarli in autonomia, quindi non c'è nessun motivo per non accettarlo con serenità. La masturbazione infantile è uno dei risultati dell'esplorazione che porta alla scoperta di zone più sensibili di altre, in grado di produrre sensazioni di piacere e calmanti.

Non è una malattia o qualcosa da punire, vietare. Anzi, è risaputo che punire certi comportamenti non fa altro che rafforzarli.
Condannare l'atto stimolatorio può portare allo sviluppo di tabù e reazioni distorte nei confronti della sessualità.

Cosa prova il bambino

Un'altra domanda ricorrete è: "Che cosa prova il bambino?".

Il piacere che prova il bambino è di tipo sensuale e non sessuale ed è connesso con sentimenti di affetto.
Verso la fine del primo anno di vita anche gli organi genitali cominciano a essere vissuti come centro di godimento. Questo vale sia per i maschi che per le femmine, anche se è più evidente nei maschi, il cui organo tende all'erezione quando il bambino viene nutrito e accarezzato.

L'eccitamento dei genitali, dovuto a carezze e a sentimenti affettivi, dura per tutti questi anni ed è una cosa normale e naturale.
Quindi possiamo dire che la soddisfazione che deriva dalla masturbazione è paragonabile al ciucciarsi il dito.

Per i genitori è un cosa difficile da accettare. Appaiono spesso ansiosi, disorientati, preoccupati, a volte arrabbiati e molto imbarazzati.
La cosa importante è capire come affrontare la situazione.
Le nostre reazioni inadeguate non sono connesse all'atto masturbatorio in sé quanto piuttosto a una morale, e al violato senso del pudore.

Consigli e possibili soluzioni

Punire un bambino per averci messo in imbarazzo provoca confusione nel bambino, rischia di dare all'idea del piacere e alla futura sessualità una connotazione sporca e morbosa e di rafforzare il comportamento masturbatorio.

Il genitore che mette in campo un atteggiamento calmo e tranquillo stimolerà atteggiamenti positivi da parte del bambino.
È consigliabile aiutarlo a colmare eventuali vuoti affettivi con la nostra presenza, con la partecipazione ai suoi giochi, il nostro dialogo, il nostro essere presenti.

Se - non avendo ancora il senso del pudore - iniziasse a masturbarsi in presenza di altre persone, è importante distrarlo con un gioco o una conversazione, per evitare l'imbarazzo dei presenti.
Dolcezza e fermezza sono fondamentali per spiegare al bambino che certe cose sono molto personali e che non vanno fatte in pubblico, esattamente come non ci si mette le mani in bocca o non si lanciano gli oggetti, è una questione di buona educazione.

Affinché il bambino possa nel tempo abbandonare questa attività dedicandosi ad altro è necessario individuare qual è la mancanza che il bambino cerca di colmare. Le coccole e il tempo che gli dedichiamo con maggiore intenzione riducono sicuramente l'attività masturbatoria fino a renderla una attività spot, che si riduce nell'intimità del lettino.
Essendo il bambino a contatto con altre figure di accudimento, tipo i nonni, baby-sitter, educatori, è necessario che ci sia un dialogo coerente tra queste figure.

In alcuni casi è necessario richiedere l'aiuto a un professionista: se la masturbazione avviene più volte al giorno in modo prolungato e compulsivo, provocando lesioni; se isola il bambino da resto del mondo, precludendogli l'integrazione con i compagni.
Se si ripete in pubblico - quasi fosse una richiesta di aiuto - o tende a coinvolgere altri bambini, è bene ipotizzare la presenza di un disagio affettivo e farsi indirizzare dal Pediatra verso la soluzione più adeguata.

La masturbazione non è altro che una tappa normale dello sviluppo, raggiunta con fatica e orgoglio, sperimentata fino a che la si è ben compresa e immagazzinata, per passare a quella successiva.
Arriverà un momento nel corso dello sviluppo chiamato latenza che incide con il sesto anno di età e l'ingresso a scuola.

In questo periodo assumeranno importanza comportamenti sociali, i compagni di gioco prima, l'amico/a del cuore in preadolescenza, e infine l'esordio - tipico adolescenziale - del dinamismo sessuale.
Cambia totalmente la situazione e il gioco bellissimo si trasforma nel prendere coscienza di un corpo che si sta trasformando per diventare quello di un adulto con tutte le implicazioni del caso.

Vorrei concludere questo mio elaborato sottolineando che bisogna imparare ad ascoltare quello che i nostri bambini ci dicono e quello che cercano di dirci.

Mi auguro che chi leggerà questo elaborato possa trovare una linea guida e uno spazio di riflessione su che tipo di relazione di ascolto si ha con i propri bambini.

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