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Articolo di psicologia: «Disturbi d'Ansia e Sostegno psicologico»

Vivere senza ansia?

Articolo pubblicato il 22 Maggio 2015.
L'articolo "Vivere senza ansia?" tratta di: Sostegno Psicologico e Disturbi d'Ansia.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Cristiana D'Orsi.

L'ansia è uno stato psico-fisico naturale e può essere vissuta come grande disagio o come alleato. Per capire la propria ansia è utile pensare all'emozione sottesa, la paura, che sin da piccoli ci avverte e ci segnala i pericoli.
È ottima consigliera quando dobbiamo attraversare la strada o quando dobbiamo affrontare un esame, una prova.

L'ansia diventa meno amica quando cominciamo ad avvertire una serie di reazioni emotive e fisiche di cui abbiamo meno controllo:

  • il respiro è corto, siamo eccitati e bloccati allo stesso tempo,
  • i pensieri sono tanti, caotici e negativi,
  • ci percepiamo come inadeguati, non all'altezza della situazione,
  • perdiamo il nostro controllo e il controllo delle cose.

Quando proviamo ansia, dimentichiamo che la paura è connaturata all'essere umano, serve per la nostra sopravvivenza ma è anche il motore del nostro desiderio e della nostra curiosità. Questo significa che quando dobbiamo affrontare una interrogazione, dobbiamo andare a parlare con il capo, quando dobbiamo prendere una grossa decisione è normale.
Quando dobbiamo fare qualcosa di nuovo (pensiamo al primo appuntamento con quell'uomo o con quella donna) è fisiologico provare ansia.

L'ansia è infatti una energia, è qualcosa che noi proviamo di fronte all'insolito, è uno stato eccitatorio che è necessario quando dobbiamo affrontare una prestazione: si dice infatti che una prestazione (intellettuale, sportiva, lavorativa, ma anche quella del ruolo che viene richiesto all'essere mamma) ha bisogno di un certo livello di ansia, perché ci tiene in allerta, lucidi, concentrati sull'obiettivo, orientati al risultato.

Quando è troppa però il nostro rendimento declina, sentiamo più la pressione negativa, la fatica, si teme di non riuscire e i pensieri si tingono di grigio. Ecco che questa emozione diventa più intensa, complessa, è sempre presente ed è accompagnata da pensieri catastrofici: paure infondate, incertezza continua, per cui viviamo in uno stato permanente di tensione e di paura che compromette le capacità:

  • di ragionamento (non capisco, non riesco a risolvere la questione);
  • di visione delle cose (mi vedo incapace, il mio capo ce l'ha con me, nessuno mi vuole);
  • di azione (è meglio che questa decisione la prenda qualcun altro).
"L'ansia è come una sedia a dondolo: sei sempre in movimento,
ma non avanzi di un passo
".
(Jodi Picoult)

Quando avvertiamo uno stato emotivo simile, è il momento di occuparsene ma non da soli. Significa che stiamo provando un tale disagio che cresce di fronte all'insuccesso di tanto movimento e ci fa sentire bloccati.

In questi casi è bene chiedere un parere a un esperto per capire meglio cosa ci sta succedendo.
Questo tipo di ansia, che ci fa stare male, è un sintomo: un tentativo un po' maldestro, ma saggio di esprimere una richiesta di aiuto: "ho bisogno di...".

L'obiettivo è di uscire da un "blocco" e cominciare a "fluire".
Questo sintomo, infatti, ci fa restare fermi, come in uno stagno, come se avessimo delle catene, per cui il raggio di azione è limitato e torniamo sempre al solito punto.

Con l'aiuto di un supporto psicologico si può ristabilire il movimento naturale e dinamico, che ricongiunge la persona ai propri bisogni, la riporta nel presente, anziché tentare di pensare a come affrontare la paura, stando in contatto con il senso di realtà; significa aiutare la persona a smettere di pre-occuparsi (occuparsi prima di...) e iniziare a occuparsi di... Sé, divenendo semplicemente se stessi con i propri limiti e le proprie imperfezioni.

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