Articolo pubblicato il 11 Gennaio 2016.
L'articolo "Il periodo perinatale, il Baby Blues e i Disturbi del Sonno" tratta di: Disturbi del Sonno e Depressione post partum.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Stefania Corti.
Al contrario di quanto solitamente si possa pensare, il periodo perinatale è un momento critico per la donna, che può sviluppare problematiche legate all'umore. Il cosiddetto Baby Blues può toccare l'85% delle donne nei 3 o 4 giorni successivi al parto e viene solitamente risolto dopo una settimana dalla nascita.
Una piccola ma significativa percentuale delle madri, invece, può incorrere in un vero e proprio Disturbo Depressivo durante la gravidanza - fino al 20% delle gestanti - o nella fase post-partum - tra il 12 e il 16% - (Leung B.M., Kaplan B.J., 2009). Sebbene il Baby Blues sia considerato un evento naturale, la Depressione perinatale deve destare attenzione.
Le cause esatte del Baby Blues e della Depressione perinatale non sono chiare e sono ancora oggi oggetto di ricerca.
I livelli sierici di alcuni ormoni (ad esempio estrogeni, progesterone, prolattina, ormoni tiroidei) aumentano gradualmente durante il corso della gravidanza e diminuiscono in modo repentino nei giorni successivi al parto, seguiti da un loro lento ritiro dai compartimenti extravascolari.
Questi cambiamenti coincidono, solitamente, con l'arrivo dei Disturbi dell'Umore perinatali, ma non è possibile identificare in uno o più di questi fattori biochimici un colpevole diretto. Alcuni fattori psicologici e sociali, tra cui ansia prenatale, sintomi depressivi, storia di disturbi psichiatrici, conflitto coniugale, mancanza di supporto sociale ed eventi di vita stressanti, hanno dimostrato di essere in grado di aumentare il rischio dei disturbi dell'umore.
L'influenza dei disturbi del sonno è stata solo più recentemente inclusa tra i fattori che potrebbero contribuire allo sviluppo del Baby Blues e della Depressione perinatale. Durante il periodo perinatale, come abbiamo detto, il ritmo sonno-veglia viene messo a dura prova.
Le neomamme possono essere state esposte a una frammentazione cronica del sonno già durante la gravidanza e a una deprivazione del sonno acuta durante il travaglio e nei periodi immediatamente successivi al parto.
Durante il primo mese di vita del neonato, le madri possono essere sottoposte a una deprivazione del sonno parziale e a una significativa frammentazione del riposo.
Con il progredire del post-partum, però, solitamente la qualità e la quantità del sonno migliorano. I risultati di alcuni studi hanno evidenziato come, appena dopo il parto, il sonno delle neomamme venga ridistribuito sull'intero periodo delle 24 ore giornaliere, lasciando aperta la questione dell'effettivo valore ristorativo di questo tipo di sonno.
I fattori che contribuiscono alle variazioni del sonno nel periodo perinatale sono vari. Livelli elevati di progesterone registrati durante la gravidanza, ad esempio, sono stati associati con un aumento della sonnolenza durante il giorno e una più breve latenza del sonno durante il primo trimestre di gestazione.
È stato anche ipotizzato che il progesterone possa giocare un ruolo di inibitore della muscolatura liscia, con conseguente aumento della frequenza urinaria durante le prime fasi della gravidanza (Lee K.A., 1997).
Durante la gestazione la frammentazione del sonno può essere frequentemente connessa a nausea, cefalea, costipazione, fiato corto, lombalgia e bruciore di stomaco. Si è osservato, inoltre, un aumento della frequenza della Sindrome delle gambe senza riposo, che solitamente si risolve rapidamente dopo il parto.
Il travaglio notturno, inoltre, è spesso associato a una deprivazione acuta del sonno. La riposta alle esigenze di sopravvivenza del neonato, poi, rappresentano la maggiore causa della frammentazione del sonno della puerpera. La nutrizione e la presa in cura del neonato richiedono spesso frequenti risvegli durante la notte, in particolare durante il primi tre mesi di vita del bambino.
Le donne che hanno partorito con taglio cesareo, inoltre, possono lamentare una minore durata totale percepita del sonno e un numero maggiore di risvegli notturni, probabilmente a causa delle conseguenze chirurgiche.
Ormai sono molti gli studi che hanno saputo individuare una connessione tra la qualità del sonno e dell'umore nel corso del periodo perinatale.
Le donne con sintomi depressivi maggiori sono solite riportare una qualità del sonno peggiore (Jomeen J., Martin C.R., 2007).
Nello specifico, le puerpere con disturbi depressivi riferiscono una riduzione del tempo totale del sonno, un aumento della latenza del sonno, risvegli mattutini più frequenti e una maggiore sonnolenza diurna.
L'interazione tra sonno e sintomi depressivi durante la gravidanza e il puerperio, però, appare complessa.
Questa associazione significativa tra disturbi del sonno e deflessione dell'umore ha lasciato pensare che, vicendevolmente, una peggiore qualità del sonno possa essere un predittore della depressione perinatale.
Come abbiamo visto, il sonno e la sua efficienza sono elementi fondamentali della vita di tutti noi. Alterazioni persistenti e importanti del riposo possono essere sintomi di più ampie patologie, sia fisiche che psicologiche.
Saper riconoscere questi segnali in tempo può essere fondamentale, così come non esitare a rivolgersi a uno specialista che sappia interpretarli.
Il sonno. A cosa serve, perché è così importante per la vita?, S. Corti, PsicoCitta, 07.10.2015
Il sonno. Cosa succede se non funziona bene?, S. Corti, PsicoCitta, 21.10.2015
I disturbi del sonno e i disturbi psicologici. È nato prima l'uovo o la gallina?, S. Corti, PsicoCitta, 04.11.2015