Articolo pubblicato il 10 Novembre 2016.
L'articolo "Genitori, WhatsApp e l'uso dei mezzi di comunicazione" tratta di: Comunicazione e Educazione dei Figli.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Francesca Emili.
Ogni anno, quando riaprono le scuole, riprendono i soliti problemi per gli studenti e le famiglie: la presenza delle insegnanti confermata o meno, il servizio mensa, gli orari definitivi, le comunicazioni.
Chi ha figli o nipoti che frequentano la scuola negli ultimi tempi ha dovuto anche adeguarsi alle nuove modalità di comunicazione.
Anni fa esisteva la "catena telefonica": ognuno sapeva - cominciando dal rappresentante di classe - a chi doveva telefonare affinché in poco tempo fossero informati tutti i genitori in merito a comunicazioni da parte delle maestre o della scuola.
In seguito, con le email, è stato possibile raggiungere tutti in un colpo solo. Pochi commentavano e, se non si conosceva bene lo strumento e non si cliccava quindi "rispondi a tutti", il commento arrivava solo al rappresentante di classe (dato che era lui a scrivere la prima comunicazione).
Infine è arrivato WhatsApp con i suoi gruppi: in pochi secondi si manda un messaggio a tutti i membri di un gruppo e chiunque tra loro può rispondere.
Fino a trent'anni fa era possibile scegliere tra tempo pieno e tempo ordinario e i bambini si dividevano quasi in modo paritario tra le due organizzazioni della settimana. Molte mamme erano a casa e non serviva far frequentare la scuola fino alle quattro del pomeriggio: i figli facevano i compiti mentre loro facevano altro in casa.
Ritengo che i genitori avessero la percezione di avere più facilmente tutto sotto controllo: la quantità di ore che soprattutto le mamme passavano con i figli era maggiore e questo forse le teneva al riparo da ansie legate all'idea di "perdere qualche pezzo".
Attualmente, invece, molti bambini frequentano il tempo pieno o fanno almeno due rientri a settimana. Questo li porta a fare i compiti a casa solo nel week end, l'unico momento in cui i genitori possono avere un'idea di quello che i figli stanno facendo a scuola. Allo stesso tempo, visto che spesso i genitori lavorano entrambi, all'uscita di scuola ora possono esserci i nonni o le babysitter e la chiacchiera di cortile si è ridotta notevolmente rispetto ad anni fa.
Questi poveri genitori, che vedono poco i figli e si incontrano poco con altri genitori, come fanno a comunicare e a passarsi le informazioni?
Le comunicazioni della scuola avvengono sempre per via cartacea, richiedono la firma dei genitori per presa visione e molto spesso sono accompagnate da mail al rappresentante di classe.
Per quanto riguarda le comunicazioni tra genitori, viene utilizzato spesso WhatsApp.
Quali sono i temi più frequentemente trattati su WhatsApp?
A mio avviso questo uso di WhatsApp riflette alcuni dei bisogni dei genitori degli ultimi anni:
Se l'idea di fondo di maggiori informazioni e maggior condivisione sarebbe anche valida, di fatto i gruppi whatsapp degenerano in discussioni che creano disagi relazionali sia tra i genitori che con le insegnanti.
Il piccolo gruppo, protetto dalla distanza che mette il dispositivo (così come fb e anche le chat in generale), permette di dire cose che dal vivo non si direbbero, con una quantità di parole che non si userebbero in altri contesti e che in gruppo sarebbero interrotte o contrastate immediatamente. Nel gruppo virtuale, invece, possono essere scritte e inviate parole, anche pesanti, senza ostacoli di sorta, e il botta risposta viene utilizzato anche per questioni minime (le 25 risposte tipo "ok ricevuto"). Questo non aiuta a bloccare discussioni che nel cortile della scuola si sarebbero esaurite nei dieci minuti prima di tornare a casa.
Il fenomeno è talmente sentito che le scuole hanno inviato circolari per vietare agli insegnanti di prenderne parte e chiedere ai genitori di non esagerare con i commenti.
Ho visto che indire riunioni ufficiali - sia di confronto tra genitori che con le maestre - anche se risponde a una domanda esplicita dei genitori, risolve poco il problema: sono pochi i genitori che si prendono la responsabilità di ufficializzare osservazioni o critiche, mentre è più facile parlarne in un clima informale.
Alla luce di queste osservazioni, ho provato a ipotizzare soluzioni alternative per comunicare ("alternative", in realtà, rispetto ai mezzi attuali, ma "classiche" rispetto al nostro passato).
Funziona abbastanza, anche se risulta un po' antipatico e direttivo come atteggiamento, dal momento che vengono date regole precise nella gestione della chat. Nello specifico si chiede ai genitori di: