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Articolo di psicologia: «Autostima e Insicurezza psicologica: insicurezza in se stessi»

I confronti impossibili. Senso di inferiorità e autostima.

Articolo pubblicato il 21 Novembre 2016.
L'articolo "I confronti impossibili. Senso di inferiorità e autostima." tratta di: Autostima e Insicurezza psicologica: insicurezza in se stessi.
Articolo scritto dal Dott. Giovanni Iacoviello.

I confronti con gli altri
"Combatterò, devo ricominciare a inventare me"
(Dalla canzone di Alex Baroni "Cambiare")

Arrestare la conoscenza, oppure imparare ad imparare.
Molto spesso facciamo confronti con gli altri: lei è più brava di me a parlare, lui studia solo due giorni e prende trenta all'esame, etc. È normale, siamo inseriti in un contesto socio-culturale. Però ci sono modi diversi in cui possiamo farlo e, se questo ci fa stare male perché nel confronto risultiamo o ci sentiamo inferiori, può valere la pena valutare se smettere di fare certi tipi di paragoni o se farli in un modo diverso. Perché a volte dopo un confronto potremmo decidere di non provare più a cimentarci in qualcosa, e arrestare la nostra possibilità di apprendere e migliorare, mentre provare a tenere un atteggiamento diverso potrebbe farci fare delle scoperte. Henry Ford diceva: "che tu creda di riuscire, oppure di non riuscire, hai comunque ragione".

Inconfrontabilità della bravura nelle performance per fattori nascosti.
Quando ci confrontiamo - magari proprio con lo studente che ha preso 30 all'esame universitario studiando due giorni mentre noi abbiamo studiato un mese intero - perdiamo di vista un paio di cose.
Una è la vanità delle persone, le quali cercano di apparire al meglio - o almeno di non evidenziare i propri difetti - spesso esagerando anche in buona fede le proprie capacità o nascondendo alcune informazioni. È nota nelle discipline psicosociali la tendenza delle persone che partecipano a interviste e questionari di rispondere avendo cura di apparire "nella norma" o "migliori" e nascondere aspetti e atteggiamenti criticabili, chiamata desiderabilità sociale. La stessa persona che dice di avere studiato due giorni per un esame in realtà potrebbe avere studiato bene gli appunti e i libri dopo ogni lezione per diverse settimane, e poi avere utilizzato in realtà le ultime due giornate solo per ripassare. Oppure potrebbe avere seguito e approfondito già materie simili alle superiori, o letto diversi libri sull'argomento prima ed essere, quindi, già abbastanza avanti rispetto agli altri.
La seconda cosa che ci sfugge è che non potremo mai confrontare realisticamente le prestazioni di eccellenza di qualcuno con le nostre, perché non potremo mai sapere quanto hanno influito vari fattori come: la passione per l'argomento, la reale predisposizione, le ore realmente impiegate nello studiare o esercitarsi, il metodo utilizzato, l'ambiente favorevole e i mezzi a disposizione, i fattori distraenti occorsi. Quindi tanto vale non pretendere di farlo, tale impossibile confronto.

Albert Bandura e l'autoefficacia: le nostre convinzioni influenzano le nostre prestazioni.
L'autoefficacia è un processo mentale identificato dallo psicologo canadese Albert Bandura, noto per i suoi studi sull'apprendimento sociale. Potremmo definirla come la fiducia che ognuno ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti desiderati attraverso le proprie azioni. Le convinzioni delle persone circa le proprie capacità di organizzare ed eseguire le azioni utili per realizzare determinati risultati influenzerebbero quei risultati.
Se il senso di autoefficacia è bassa la persona ritiene che le proprie azioni abbiano bassa probabilità di ottenere i risultati desiderati, e, di conseguenza, può essere portata a limitare gli obiettivi o impegnarsi di meno. Riprendendo Ford, se uno crede di non riuscire farà meno, si impegnerà meno, o rinuncerà, mettendo del suo per fare in modo di non riuscire, anche in buona fede, e confermando la propria teoria iniziale di inefficacia. Alcuni dei modi per raccogliere informazioni riguardo alla costruzione dell'efficacia sono le nostre esperienze dirette di gestione di capacità e l'osservazione delle prestazioni di altre persone.
Osservando prestazioni eccellenti di altri rispetto alle nostre nel cimentarci in qualcosa, potremmo reagire e agire in modi diversi. Uno dei possibili modi improduttivi è invidiare e sentirsi inferiori, con un senso di bassa efficacia. Un secondo più produttivo è ammirare e ispirarsi, senza imitare, e pianificare il nostro eventuale miglioramento gradualmente e realisticamente, con un variabile senso di autoefficacia. Possiamo gradualmente raccogliere informazioni e comprendere i tipi di abilità richiesti per una specifica prestazione.

Senso di frustrazione e cattive sensazioni ci tolgono energia per i nostri risultati.
"Non sono le cose in sé a preoccuparci, ma le opinioni che ci facciamo su di esse" - diceva il filosofo greco Epitteto. Così se ci focalizziamo sulla nostra inferiorità dopo un confronto potremmo provare frustrazione e risentimento, o sensazioni velenose e improduttive come l'invidia. Se invece interpretiamo in modo diverso quello che vediamo, cioè come un'area di miglioramento, con la consapevolezza del nostro livello di partenza e della grande potenzialità di miglioramento che abbiamo, allora potremmo favorire curiosità ed entusiasmo e impiegare i nostri pensieri e il nostro tempo nel confrontarci soprattutto con noi stessi e i nostri risultati, calibrando il nostro piano di lavoro per raggiungerli e "correggendo la rotta" se necessario.
Ci sono molti tipi di attività o di prestazioni che non ha nemmeno senso prendere in considerazione per l'età inadatta, ad esempio, o per altri fattori.

Consapevolezza del proprio livello e superamento continuo.
Una volta che siamo consapevoli del nostro livello in una data capacità o area professionale, allora possiamo anche valutare se e quanto investire per migliorarci. Se ci pensiamo, però, normalmente più ci dedichiamo ad un'attività e più prendiamo dimestichezza con essa e la organizziamo sempre meglio. Grazie all'esperienza e all'ottimizzazione continua per mezzo della pratica, automaticamente nel tempo diventiamo sempre più bravi. Se poi volessimo eccellere ulteriormente, potremmo valutare se investire del tempo per migliorare le nostre conoscenze e competenze in quell'ambito, leggendo o facendo corsi, o imparando nuove strategie per migliorare. Spesso non possiamo eliminare le differenze con altri più bravi o con maggiori possibilità di noi, il cui confronto risulta spesso sterile e fuorviante, ma certo possiamo sempre confrontarci con noi stessi, intanto scoprendo i diversi aspetti di noi da apprezzare, e poi superandoci e imparando qualcosa ogni giorno.

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