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Articolo di psicologia: «Attacchi di panico: un caso clinico»

L'attacco di panico: la storia di Marina

Articolo pubblicato il 23 Maggio 2018.
L'articolo "L'attacco di panico: la storia di Marina" tratta di: Attacchi di Panico.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Monica Mazzini.

Marina è un giovane avvocato, molto brava e molto agguerrita.
Ha studiato con grande impegno all'università e, durante il praticantato, si è distinta per la sua preparazione. In tribunale è molto decisa, riesce a trasmettere ai clienti una grande forza, che apprezzano molto.
È autonoma e indipendente, vive da sola. Sente di non aver bisogno di nessuno e questo le piace molto.

Quella mattina, come ogni mattina, Marina si reca con la sua automobile nel suo studio in centro città. Come sempre, la città è molto trafficata e spesso Marina si trova imbottigliata nel traffico. Quel giorno faceva molto caldo e Marina era reduce da una settimana molto impegnativa. Questi sono i pensieri che Marina farà per dare un senso a ciò che stava per accaderle.
Di colpo Marina sente il suo cuore partire all'impazzata, le manca il respiro, sente delle vampate di calore e dei tremori pervadono tutto il corpo, tutto sembra girare. Marina non controlla più il suo corpo che pare come impazzito.
Paralizzata dal terrore, Marina ha perso totalmente il controllo, teme di impazzire, di svenire o forse anche di morire.
Accosta piano, e rimane immobile sulla sua automobile.
Così come è arrivato, l'uragano che l'ha travolta se ne va e la lascia sul sedile della sua auto madida di sudore, esausta ed esterrefatta.

Marina è terrorizzata, non sa cosa le possa essere successo, si è sentita come se se fosse in una situazione di estremo pericolo, come durante un terremoto, un attacco terroristico, una guerra. Ma ancora peggio, perché niente di tutto questo è successo, Marina ha vissuto un terrore estremo senza nome. E, come in tutte le situazioni di terrore estremo, a volte ci si distacca e si ha come la sensazione che non sia successo a se stessi o che non sia stato reale. Queste reazioni aumentano in Marina la paura di scivolare nella pazzia.
Disorientata, non sa che fare se non chiamare un collega, lasciare l'auto e farsi accompagnare al pronto soccorso. Qui racconta l'accaduto e viene così a sapere dell'esistenza degli attacchi di panico. Questo, purtroppo, non l'aiuta più di tanto, perché Marina è terrorizzata all'idea che un'esperienza così devastante possa ripresentarsi.
Nel tentativo di prevenire un secondo attacco di panico, decide di non guidare più nel traffico: da quel giorno andrà in ufficio in autobus.

Purtroppo non sa che gli attacchi di panico non sono legati a cause esterne, e infatti si ripresentano nelle situazioni più disparate.
Poi subentra la paura che l'attacco di panico arrivi in presenza di altre persone, amici o clienti, si somma preoccupazione a preoccupazione.

La vita di Marina si limita progressivamente: non frequenta più gli amici, non guida più la macchina, esce sempre meno di casa, anche il suo lavoro incomincia a risentirne. Finché un giorno ha un attacco di panico proprio durante un'udienza in tribunale, cosa che la obbliga a chiedere una sospensione.
Marina ha toccato il fondo. Si vede costretta - nonostante tutte le sue riluttanze - a chiedere aiuto a uno psicologo. Mai avrebbe pensato di farlo e questo le da molto ma molto fastidio. Pur essendo molto diffidente, sa che non c'è altra soluzione.

Le si apre un mondo nuovo.
Marina capisce che i suoi attacchi di panico non sono legati a situazioni esterne, non c'entra nulla il caldo, la ressa, l'auto, ecc.
Gli attacchi di panico riguardano, invece, il suo mondo interno, i suoi affetti e le sue emozioni. Gli attacchi di panico sono l'ultimo segnale estremo che il nostro corpo ci dà per dirci che l'equilibrio emotivo che ci siamo costruiti non va più bene e che bisogna trovarne un altro.

Grazie all'aiuto della Psicologa, Marina ripercorre la sua storia, rivive i dolori della sua infanzia, ascolta e si mette in contatto con i suoi bisogni affettivi più profondi, che nella sua corsa alla carriera aveva "dimenticato". Rivaluta relazioni che vedeva come assodate, affronta paure che aveva negato, sperimenta soluzioni nuove a problemi che la paralizzavano.
Inizia un viaggio alla scoperta di sé, un viaggio fatto a piccoli passi, un viaggio innaffiato dalle lacrime che aveva inghiottito, un viaggio che le permette di riscoprire aspetti nuovi di se stessa, a volte piacevoli, a volte un po' meno piacevoli. È un viaggio lungo e spesso in salita, ma all'arrivo Marina vede un panorama bellissimo.

Marina è rinata, si sente una donna nuova, intera, con una sicurezza più vera che affonda le radici nella conoscenza del suo mondo interno e nel rispetto delle sue emozioni più vere.
Marina è all'ultima seduta di Psicoterapia, saluta e ringrazia la sua terapeuta che l'ha accompagnata in questo viaggio, le è profondamente grata, perché ora sente che il mondo ha colori nuovi e una luce che non ha mai visto.

Ma un pensiero va anche ai suoi attacchi di panico, a quei momenti terribili, e le sboccia un sorriso: in cuor suo li ringrazia, perché senza di loro non sarebbe mai arrivata ad essere la splendida donna che è ora.
Chiude la porta dello studio di Psicoterapia e riprende il suo viaggio, con passo sicuro e leggero.

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