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Articolo di psicologia: «Psicoterapia Psicodinamica e Attacchi di Panico»

Disturbo di Panico e Psicoterapia

Articolo pubblicato il 20 Febbraio 2009.
L'articolo "Disturbo di Panico e Psicoterapia" tratta di: Disturbi d'Ansia e Psicoanalisi (Sigmund Freud).
Articolo scritto dal Dott. Dario Iozzelli.

Il disturbo di panico è un importante problema di salute psicologica ed emotiva. Il panico incide drammaticamente sulla sfera relazionale e psico-sociale delle persone che ne sono afflitte: forte ansia, sintomi molto disturbanti come palpitazioni, dolori al petto, difficoltà respiratorie, tremori, estrema sudorazione, formicolii, nausea, vertigini, vampate di calore (tutti sintomi che inizialmente si cerca di ricondurre a cause organiche ma senza successo), senso di estraneità e vissuti psicologici intensamente dolorosi (ad esempio paura di impazzire e di morire).

Il disturbo di panico è spesso associato ad agorafobia, vale a dire l'ansia relativa al trovarsi in luoghi o situazioni dove non è possibile allontanarsi nel caso di disagio o paura tipo panico, ad esempio in luoghi isolati e/o affollati.

La psicoterapia psicodinamica per questo disturbo si fonda sui concetti basilari della psicoanalisi, come l'esistenza e la centralità del vissuto mentale inconscio e la relazione tra meccanismi di difesa psicologici e desideri conflittuali che contribuiscono nel formare i sintomi. Da un punto di vista psicodinamico infatti lo sviluppo dei sintomi è da ricondurre sovente a conflittualità emotive inconsce. Ad esempio, le persone che soffrono di disturbo di panico spesso si confrontano con intensi vissuti di rabbia o di ambivalenza (amore/odio, dipendenza/autonomia) che credono in un qualche modo possano minacciare e danneggiare il rapporto con persone per loro importanti. Sebbene molte persone siano consapevoli di questi sentimenti, che sentono come spiacevoli e difficili da tollerare e controllare, molti di questi sono in realtà vissuti ad un livello inconsapevole e si riflettono poi nella sintomatologia specifica del panico.

Emozioni e fantasie che sono vissute come minacciose o pericolose sono così evitate con meccanismi psicologici e comportamentali automatici quali la negazione di stati emotivi dolorosi o atteggiamenti iper-amichevoli che mascherano la tensione emotiva, in modo così da evitare il conflitto (reale o solo immaginato e temuto).
Questi meccanismi, psicologici e comportamentali, permettono di spostare sentimenti a forte carica emotiva verso oggetti e situazioni meno importanti dal punto di vista emotivo. Il disturbo di panico spesso è, così, una formazione di compromesso tra desideri e sentimenti conflittuali e difese inconsce verso questi, ad esempio tra rabbia e desideri di dipendenza affettiva verso figure importanti nella vita affettiva della persona.

L'ansia, infatti, ad un livello che potremmo definire come accettabile, avverte della presenza di desideri e impulsi che sono vissuti come potenzialmente pericolosi (scelte relazionali e affettive, responsabilità lavorative o sentimentali, separazioni reali o anche solo immaginate). Quando non si riesce a contenerla attraverso meccanismi psicologici e comportamentali ottimali, essa può incrementare fino a manifestarsi nei sintomi del panico.

Nel corso della psicoterapia psicodinamica per questo problema una parte del lavoro è, quindi, dedicata al riconoscimento di tali desideri e fantasie. Inoltre, durante il trattamento, è possibile che conflitti e aspettative non consapevoli che la persona ha sviluppato nel corso della sua vita verso persone significative, riemergano anche nella relazione psicoterapeutica, rivolte verso il terapeuta stesso.
L'attenzione per questi aspetti relazionali ed emotivi (detti transferali) permette alla persona di riconoscere e comprendere, e quindi poi controllare meglio, le parti del proprio mondo emotivo che contribuiscono a causare disagio psicologico espresso con il panico.

Le persone che soffrono di attacchi di panico possono vivere la dipendenza verso gli altri come pericolosa, possono provare un senso di inadeguatezza personale e un attaccamento affettivo molto ambivalente.
Per avere un senso di sicurezza affettiva personale devono dipendere dagli altri e vivono così le separazioni (reali o presunte) come fortemente traumatiche.
Molte persone che soffrono di panico provano un intenso disagio o paura all'idea di potersi arrabbiare verso coloro che amano, come se credessero ad un livello inconscio che la loro rabbia in un qualche modo potesse ferire i loro cari e danneggiare le relazioni con loro.

Un circolo vizioso di dipendenza affettiva fatta di paura, rabbia, colpa e ansia che, con il contributo di situazioni stressanti reali, può scatenare la dolorosa esperienza del panico.
Basandosi su questa analisi è possibile intervenire dal punto di vista psicoterapeutico attraverso un trattamento specifico, validato a livello scientifico e relativamente breve nel tempo e nel numero di sedute (psicoterapia psicodinamica breve) che si focalizza sui conflitti relativi al riconoscimento dei sentimenti di paura e rabbia, di ambivalenza emotiva rispetto all'autonomia, alla paura della perdita e dell'abbandono.

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