Articolo pubblicato il 30 Giugno 2014.
L'articolo "Perché il dentista fa così paura?" tratta di: Tecniche di Rilassamento, Disturbi d'Ansia e Attacchi di Panico.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Valentina Penati.
Tutti noi, chi più chi meno, proviamo una sgradevole sensazione nel recarci dal dentista. Culturalmente e socialmente, vi è un'automatica associazione tra questa esperienza e un senso di disagio e fastidio.
Per alcuni il solo pensiero rappresenta un deterrente al recarsi in uno studio odontoiatrico, per altri il disagio insorge una volta seduti sulla poltrona.
Le forme che il disagio può assumere sono le più disparate e possono arrivare fino a veri e propri attacchi di panico.
Panico. In alcuni casi, il paziente può presentare attivazioni vegetative importanti: tachicardia, mani sudate, salivazione azzerata; senso di confusione, agitazione psicomotoria, sensazione di morire e desiderio di scappare. In molti casi, la persona desidererebbe con tutta se stessa alzarsi in piedi e chiedere di fermare l'intervento in corso.
Le motivazioni alla base possono essere molteplici.
Passate esperienze negative e la paura del "camice bianco" rappresentano certamente un fattore in grado di farci mal digerire la visita dentistica.
Ma se entriamo più nel merito di ciò che rappresenta il sottoporsi a un intervento odontoiatrico, possiamo scoprire dei significati interessanti.
La perdita di controllo innanzitutto. Non dimentichiamo che quando siamo sotto i ferri del dentista non vediamo ciò che sta accadendo e non possiamo intervenire in alcun modo sull'operazione, siamo completamente in balia del medico. A questo si associa il tema della fiducia.
Persone che faticano ad affidarsi all'altro, o che tendono a dubitare delle competenze altrui, hanno più di altri difficoltà nel lasciarsi andare, e quando le circostanze esterne impongono la rinuncia al controllo e il mettersi nelle mani dell'altro vanno fuori giri, producendo sintomi di chiara matrice ansiosa.
La figura del medico dentista pertanto finisce con l'incarnare una minaccia al proprio senso di avere la situazione sotto controllo, per cui anche il solo pensiero di affidarsi alle sue cure genera preoccupazione ed evitamento.
Pensiamo poi alla posizione piuttosto innaturale che assumiamo dal dentista: sdraiati, con la bocca aperta e piena di ferri.
In molti pazienti si attiva il timore di poter soffocare e questo attiva un istinto di sopravvivenza tale per cui vorremmo porre fine immediatamente a una situazione che ci raffiguriamo come letale.
Inoltre, è praticamente impossibile interrompere un intervento odontoiatrico, e questo attiva sentimenti di impotenza, la sensazione di "essere incastrati" su quella poltrona.
Come possiamo intuire, in buona parte dei casi, non è il dentista a far paura, quanto i significati che incarna.
Per poter gestire la contingenza della visita odontoiatrica possono risultare di particolare aiuto le tecniche di rilassamento che, grazie a un potere distensivo e distraente, permettono al paziente di spostare la propria carica attentiva ed emotiva.
Non va comunque tralasciato che le attivazioni ansiose che emergono nello studio dentistico sono significative di un altro tipo di vissuti con cui la persona probabilmente si sta confrontando in quel periodo di vita. Infatti, non è assolutamente detto che ogni volta che ci si reca dal dentista si avranno crisi d'ansia.
Piuttosto, sarà più probabile che ciò occorra in persone che, già sensibili a determinate tematiche, stanno vivendo momenti di costrittività, di impotenza o di sfiducia.
In questi casi, l'eventuale esperienza disagevole del dentista diventa un'importante sentinella che mette in guardia l'individuo e dovrebbe spronarlo a ricercare ciò che non funziona nel proprio mondo emotivo e che, evidentemente, non trova un canale funzionale attraverso cui esprimersi.