Home / Italia / Dottssa Annalisa Poiana Mosolo / Articolo Psicologo

Articolo di psicologia: «Regole per l'Educazione dei Figli e rafforzare l'Autostima»

A ognuno il suo compito (per casa)

Articolo pubblicato il 30 Marzo 2015.
L'articolo "A ognuno il suo compito (per casa)" tratta di: Autostima, ADHD: Deficit di Attenzione e Iperattività e Regole per l'Educazione dei Figli.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Annalisa Poiana Mosolo.

Il dibattito sull'utilità dei compiti per casa divide il sistema scolastico tra chi è favorevole e chi è contro. Evidentemente i compiti non rappresentano un problema solo per chi li deve svolgere.

A desiderare pomeriggi senza libri ed eserciziari sono soprattutto i genitori. Per quali ragioni?
Il tempo richiesto a casa per lo svolgimento degli esercizi assegnati al mattino è un tempo che molti genitori si sentono costretti a sottrarre alle altre attività, come se fossero loro a tornare sui banchi di scuola.

Spesso le mamme e i papà svolgono ricerche, esercizi e temi al posto dei figli, cercando di essere all'altezza del faticoso ruolo di "maestri a domicilio". Un ruolo che si sono ritagliati per amore dei figli, ma di cui spesso sottovalutano i potenziali effetti negativi.

La maggior parte dei genitori d'oggi vorrebbe essere d'aiuto ai propri figli, semplificando loro la vita ed eliminando ogni possibile ostacolo sul loro cammino. Questo atteggiamento iperprotettivo verrebbe manifestato nei confronti di tutto ciò che, nel corso della crescita, richiederebbe impegno e fatica. Dato che la scuola rappresenta il primo ambito nel quale i figli sono chiamati a mettere in campo le proprie risorse personali, è proprio in rapporto alle attività scolastiche che i genitori si rivelano particolarmente dediti alla loro salvaguardia dallo stress e dalla fatica.

In che modo? Facendosi spesso carico in prima persona dello svolgimento delle attività extrascolastiche oppure offrendo costantemente il proprio aiuto (anche quando non è richiesto o non è necessario).
Dato che fino alle scuole primarie la maggior parte del lavoro viene svolto in classe con l'insegnante, i genitori dovrebbero limitarsi a supervisionare il lavoro eseguito al mattino per accertarsi che sia stato adeguatamente compreso e, solo eventualmente, fornire qualche spiegazione ulteriore.

Quello che si verifica di frequente è che, fin dalla prima elementare, i genitori manifestano aspettative così elevate da pretendere prestazioni straordinarie o comunque non richieste dall'insegnante.

Quali sono i rischi? Il controllo pressante e le richieste troppo alte sottraggono fiducia ai bambini, rendendoli sempre più dipendenti dalle rassicurazioni e dall'aiuto degli adulti.
Sostituirsi ai figli nello svolgimento dei compiti costituisce pertanto una forma di protezione che arreca più danni che benefici.

È necessario che un genitore sia attento e partecipe nella vita scolastica del figlio, a patto che sappia fare un passo indietro quando necessario, per consentirgli di sperimentare le proprie capacità in completa autonomia e senza ricorrere immediatamente all'aiuto da casa.

Il genitore dovrebbe rappresentare una guida attenta e disponibile, pronta ad offrire il suo aiuto quando necessario, lasciando però il bambino libero di mettere alla prova le sue capacità e di sperimentare se stesso. Proprio per questo motivo il supporto nei compiti dovrebbe essere offerto solo all'inizio e alla fine di ogni attività, ma non durante il suo diretto svolgimento.

Dato che l'autostima non rappresenta un dono naturale, ma una conquista quotidiana, è necessario creare ogni giorno una piccola sfida al proprio figlio, in modo che affrontandola possa acquisire maggiore fiducia in se stesso.

La presenza di difficoltà più strutturate - rifiuto di fare i compiti, scarso rendimento scolastico, crisi di pianto o reazioni aggressive - richiede un intervento specialistico insieme ai genitori per l'individuazione e la messa in atto di strategie dirette al superamento della specifica problematica.

Le ricerche condotte all'interno del Centro di Terapia Strategica, dal professor Giorgio Nardone e dai suoi collaboratori, hanno evidenziato che i problemi di Iperattività e Deficit di Attenzione (ADHD) - spesso correlati ai comportamenti oppositivi-provocatori in classe o a casa - si manifestano in assenza di regole e di una struttura gerarchica ben definita.

Il primo passo per la soluzione di queste problematiche consiste nel riportare la serenità a scuola e in famiglia ristabilendo una sana gerarchia bambino-adulto.

Per approfondire

Rendi più visibile il tuo Studio in Internet
ricevi contatti mirati in base alle tue competenze

Area Professionisti:

Contatta la Redazione: 0547.28909
tutte le mattine dal lunedì al venerdì 9:00-13:30