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Articolo di psicologia: «Terapia Cognitivo Comportamentale per il Binge Eating»

La Dipendenza da cibo: quando il cibo è una droga

Articolo pubblicato il 17 Novembre 2015.
L'articolo "La Dipendenza da cibo: quando il cibo è una droga" tratta di: Binge Eating e Terapia Cognitivo Comportamentale.
Articolo scritto dalla Dott.ssa Martina Ceccarini.

L'addiction, ovvero la Dipendenza, rappresenta un vero e proprio bisogno compulsivo di utilizzare una sostanza che provoca assuefazione, come ad esempio l'eroina, la nicotina, l'alcol ecc.
È caratterizzata da crescente tolleranza alla sostanza e da sintomi fisiologici ben definiti al momento della mancata assunzione. Si tratta quindi dell'uso persistente e compulsivo di una sostanza, nonostante chi la assume sia a conoscenza dei danni e degli svantaggi che tale assunzione comporti.

Il Craving. Chi soffre di patologie da Dipendenza è spesso in balìa del cosiddetto "craving", ossia un fortissimo e irresistibile desiderio di assumere la sostanza, desiderio che - se non soddisfatto nel breve termine - causa intensa sofferenza psichica e/o fisica, associata a:

  • malessere,
  • ossessioni,
  • alterazione del senso della fame e della sete,
  • irritabilità, ansia, insonnia e/o depressione,
  • nei casi più gravi, sensazioni di alienazione e distacco dalla realtà.

Chi ha una Dipendenza fa di tutto per cedere al craving, al fine di evitare il danno causato dalla mancata assunzione della sostanza, ricercando altresì un'esperienza piacevole e intensa che possa offrire gratificazione immediata. In accordo con la recente e numerosa letteratura scientifica, l'addiction può assumere svariate forme ed esprimersi anche mediante comportamenti di alimentazione eccessiva (overeating) e di una conclamata forma di Dipendenza da cibo, denominata "food addiction".

Binge eating e food addiction

L'alimentazione eccessiva è un comportamento disfunzionale e diffuso nella società moderna.

Il Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Binge Eating Disorder - che consiste nel consumo incontrollato di enormi quantità di cibo in un ristretto periodo di tempo - può in particolare evidenziare l'esistenza di un "Disturbo da sovralimentazione" o "Dipendenza da cibo".
Tale condizione può essere anche riscontrata negli individui che soffrono di Bulimia nervosa e Obesità psicogena.

Chi soffre di "Food Addiction" percepisce il cibo come altamente gratificante. Ciò accade in particolar modo nei confronti del cibo palatabile (ovvero ad alto contenuto di grassi e zuccheri), verso il quale si crea un vero e proprio craving.
Il cibo, al contrario delle droghe e dell'alcol, è necessario per vivere e quindi è impossibile astenersene. Tuttavia, le caratteristiche fisiologiche e psicologiche della Dipendenza da sostanze classica sono le stesse descritte da coloro che perdono il controllo sul cibo e si abbuffano.

Svariate ricerche hanno dimostrato che la gravità della Dipendenza da cibo è fortemente correlata a livelli maggiormente elevati di:

  • depressione,
  • attivazione ansiosa,
  • abbuffate e fame nervosa,
  • visione negativa del futuro e di sé,
  • scarsa tolleranza alle frustrazioni,
  • tendenza ad agire in modo impulsivo,
  • sentimenti di vergogna nei confronti della propria immagine corporea,
  • bassi livelli di auto-efficacia ed autostima.
Come affrontare la Dipendenza da cibo?

La necessità di sovralimentarsi non riguarda solo una risposta allo stimolo fisiologico base della fame, ma anche il bisogno di stimolare intensamente i circuiti neurali del piacere.
Questi ultimi sono particolarmente sensibili ai cibi-spazzatura (junk-food), vere e proprie sostanze stupefacenti per il cervello.

Cedere alle compulsioni alimentari rappresenta la necessità di ingerire una quantità di cibo sempre maggiore al fine di attivare il circuito della gratificazione neurale (circuitry reward), che non è sufficientemente stimolato dall'interazione con l'ambiente.

Tale impulso, se non assecondato, causa un calo della dopamina (uno dei principali neurotrasmettitori coinvolti nel meccanismo del piacere e della ricompensa nel nostro cervello) nei circuiti neurali.
La scarsità dei recettori della dopamina spiega inoltre il minore livello di auto-efficacia di chi fatica a continuare una dieta.

Un trattamento psicoterapeutico mirato serve a ristabilire un equilibrio personale lontano dalla condizione di dipendenza.

Uscire dalla Dipendenza da cibo si può

La Terapia Cognitivo Comportamentale rappresenta un tipo di Psicoterapia breve, attualmente considerata fra i modelli più affidabili ed efficaci dalla comunità scientifica internazionale per il trattamento dei disturbi a carattere compulsivo e correlati all'uso di sostanze. Ampi e rigorosi test clinici dimostrano che i trattamenti Cognitivo-Comportamentali per le patologie da Dipendenza hanno una solida base empirica e possono produrre nel paziente degli effetti benefici a lungo termine.

La Terapia Cognitivo-Comportamentale mira a creare consapevolezza nel paziente rispetto la sua condizione di dipendenza.
Attraverso l'uso di tecniche specifiche (prevenzione delle ricadute, psico-educazione, schema therapy e analisi funzionale), il Terapeuta lavora con il paziente sia a livello cognitivo che a livello comportamentale.

Nel primo caso (cognitivo) si lavora sulla sovralimentazione o sulle abbuffate, analizzando i pensieri automatici negativi e la disregolazione emotiva associata.

Nel secondo (comportamentale), si affrontano più da vicino le azioni legate alla Dipendenza da cibo stessa.

L'obiettivo del programma terapeutico è imparare a riconoscere e a gestire i pensieri e le emozioni negative antecedenti all'iperalimentazione, elaborando gli aspetti che contribuisco a mantenere la Dipendenza.

Punto fondamentale dell'intervento è lo sviluppo di strategie comportamentali mirate e di abilità di fronteggiamento delle difficoltà, oltre alla prevenzione delle ricadute.

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