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Articolo di psicologia: «Disturbi d'ansia e trattamento»

L'ansia non è una malattia, ma una risposta a certe situazioni temute.

Articolo pubblicato il 18 Febbraio 2016.
L'articolo "L'ansia non è una malattia, ma una risposta a certe situazioni temute." tratta di: Disturbi d'Ansia.
Articolo scritto dal Dott. Giovanni Iacoviello.

Il trattamento dell'ansia e la gestione degli stati emotivi.

Ansia, paura, disturbi d'ansia.
La paura è un'emozione in risposta ad un pericolo presente o imminente, reale o percepito, mentre l'ansia è l'anticipazione di una minaccia futura. I disturbi d'ansia, nei manuali degli specialisti della salute mentale (vedi l'attuale DSM 5 – Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), comprendono quei disturbi legati a paura o ansia eccessive e ai quadri comportamentali correlati. Di per sé l'ansia e la paura sono presenti in tutte le persone normali. Nella paura c'è un'attivazione fisiologica del sistema nervoso autonomo, che prepara l'uomo come molti animali all'attacco o alla fuga. Il problema è quando l'ansia e la paura sono eccessive e impoveriscono la qualità della vita di una persona.

I farmaci possono essere utili, ma se usati a lungo portano a dipendenza. Nei foglietti illustrativi dei farmaci più venduti che hanno le benzodiazepine come principio attivo, si avverte che se il farmaco viene usato per l'ansia il trattamento deve essere il più breve possibile, e comprendere anche un periodo di sospensione graduale. In tale periodo la dose viene diminuita a poco a poco, onde evitare il rischio di sintomi da astinenza per la sospensione brusca. Questi farmaci provocano tolleranza (il bisogno di aumentare nel tempo il dosaggio per mantenere l'effetto stesso), e se presi oltre il periodo consigliato possono dare luogo a dipendenza. Questa può essere sia psicologica (caratterizzata dal cosiddetto craving, cioè il desiderio persistente di assumere la sostanza) che fisica (veri e propri sintomi da sospensione farmacologica brusca, variabili da molecola a molecola). Tali farmaci sono prescrivibili unicamente dai medici nei casi in cui sono ritenuti necessari, e vanno assunti sotto stretto controllo medico.

L'ansia come fenomeno complesso e multidimensionale, però, non si può curare come un'influenza. Potremmo dire che non si può guarire come una qualsiasi malattia, ma piuttosto gestire. La causa di una malattia può essere spesso individuata in un batterio ed eliminata con un antibiotico, mentre la causa dell'ansia è difficilmente individuabile: piuttosto ci sono ragioni e motivi individuali per il suo persistere, e modi personali di reagire alle situazioni temute. Quindi, al di là della terapia farmacologica a discrezione dei medici, può essere utile valutare metodi psicologici e psicoterapici, tenendo conto delle componenti non solo fisiologiche del corpo, ma anche degli aspetti cognitivi (i processi mentali e di pensiero) dell'individuo.

Gli stati emotivi hanno aspetti fisiologici e mentali.
Avendo le emozioni non solo una componente fisiologica, ma anche una cognitiva o mentale (ne ho parlato nel mio articolo su PsicoCitta: Siamo vittime delle emozioni?) esse possono essere gestite con strategie cognitive o comportamentali. Negli anni sono state messe a punto dai vari orientamenti di psicoterapia diverse buone pratiche di trattamento per gestire i cosiddetti disturbi d'ansia. Vi sono ad esempio, dal versante cognitivo-comportamentale, approcci utilizzati per l'ansia e le fobie attraverso metodiche di rilassamento. Altri orientamenti pratici di terapia breve utilizzano protocolli collaudati per cui disturbi a volte invalidanti come gli attacchi di panico possono essere spesso trattati nel giro di dieci sedute, a seconda dei casi e dei modi di rispondere delle persone coinvolte.

Gestire le situazioni in cui si risponde con ansia eccessiva.
La cooperazione tra specialisti medici e psicoterapeuti può essere utile per migliorare la qualità della vita delle persone. Che vengano usati o meno i farmaci per i disturbi d'ansia sotto stretto controllo medico, assodato che questi non vanno usati se non per periodi molto brevi onde evitare tolleranza e dipendenza, è utile considerare approcci psicologici che aiutino a gestire o a superare le relative problematiche legate alle sfere cognitiva, relazionale e lavorativa.

Autori: Dott. Antonio Azzolin, Medico di Medicina Generale, e Dott. Giovanni Iacoviello, Psicologo Psicoterapeuta.

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