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Dott. Andrea Arrighi
Tipi di terapia e sostegno psicologico, Lesa (NO) - Milano (MI) - Farnese (VT)

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Psicoterapia e sostegno psicologico attraverso skype

Articolo pubblicato il 25 Febbraio 2016.
L'articolo "Psicoterapia e sostegno psicologico attraverso skype" tratta di: Sostegno Psicologico e Tipi di terapia.

Il primo impatto con la sola idea di intraprendere una Psicoterapia attraverso Skype può produrre, ragionevolmente, una certa perplessità.
Da sempre il colloquio che caratterizza quasi ogni forma di sostegno psicologico appare un elemento essenziale, soprattutto nel suo svolgersi "dal vivo": un contatto diretto, di lunghezza variabile, con un esperto che ha come obiettivo l'ascolto attento e partecipe di ciò che una persona che cerca aiuto racconta di sé. Nello specifico, la Psicoterapia ad indirizzo psicodinamico si cimenta in un faticoso lavoro di ascolto in sedute settimanali.

Come nota Semi 1, molte persone spesso approdano ad un percorso psicoanalitico dopo aver sperimentato diversi tipi di terapia tra i più differenti e talvolta bizzarri (maghi, cartomanti e sette o gruppi pseudoterapeutici che promettono rapidi miracoli psicologici2 ): a contatto con un analista ci si trova, invece, a confrontarsi con un percorso, spesso non di breve durata, dove si viene ascoltati davvero. E si ha così modo di ascoltarsi, prendendo seriamente in conto quello che diciamo, pensiamo e sentiamo.

Se il fatto di vedersi attraverso uno schermo può inizialmente generare imbarazzo e apparire artificioso o meccanico, è anche vero che l'ascolto come ingrediente di base non viene meno. Il contatto faccia a faccia viene mantenuto.

Certamente si deve provvedere a garantire alcuni punti fondamentali. In primo luogo, appare quasi scontato - ma spesso non lo è – che entrambi i dialoganti, Psicoterapeuta e paziente, devono utilizzare una buona connessione internet. Soprattutto il terapeuta è tenuto ad essere ineccepibile riguardo a questo aspetto. Tuttavia è bene che evidenzi al paziente l'importanza di una connessione che sia la migliore possibile, proprio tenendo presente che interruzioni per i motivi più diversi sono comunque sempre possibili.

Inoltre è indispensabile che il paziente si crei o trovi, nel proprio ambiente di vita o lavoro, un luogo dove non essere disturbato e poter parlare liberamente. Vanno quindi evitati orari e luoghi in cui è possibile l'intrusione, anche casuale, di persone estranee al colloquio. A questo proposito, personalmente ho notato che in un qualche modo si entra nel mondo del paziente anche badando a come si presenta a noi. Nelle situazioni più critiche spesso notavo una trascuratezza particolarmente accentuata e crescente rispetto al vestirsi (nei casi più gravi qualcuno non si faceva problema a presentarsi in tenuta da notte), ma anche in relazione all'ambiente di vita che spesso proprio le sedute via skype rivelano, magari anche con scarsa consapevolezza del paziente.
Quindi è lo strumento skype che in questo caso aiuta a mettere in luce un tema fondamentale rispetto ad ogni percorso psicoterapeutico o di sostegno psicologico: come vive il paziente nel senso più elementare del termine? Come appare il luogo dove abita?

Skype come strumento rappresenta, in base alla mia esperienza, non solo clinica, qualcosa di molto più significativo rispetto ad una telefonata. Ci si vede a distanza e in tempo reale. L'espressione del corpo, almeno quella del viso, può essere materiale su cui lavorare, come in un intervento dal vivo.

Tuttavia, considerando i percorsi conclusi e quelli ancora in corso, devo notare che il contratto migliore terapeuta-paziente è quello che prevede anche sedute dal vivo: almeno una volta al mese, o se possibile, anche di più. L'esperienza di una seduta con contatto diretto, non mediato dalla tecnologia, aiuta la terapia via skype.

Ciononostante valgono anche percorsi dove questo non è possibile: non bisogna trascurare il fatto che oggi spesso la vita lavorativa costringe a spostamenti continui. Oppure il tipo di terapia che una persona sceglie come più consona a sé e ai problemi da trattare non corrisponde ai terapeuti che sarebbero disponibili nel luogo in cui si vive e lavora.

Attraverso skype la scelta rispetto a quale tipo di percorso e quale professionista scegliere, se disponibile a questo modo di lavorare, diventa molto più ampia. Questo lo dico tenendo comunque presente e ricordando che la situazione ideale per un vero e proprio percorso psicoterapeutico o di sostegno psicologico resta l'esperienza delle sedute dal vivo. Skype si rivela utile quando non è possibile una soluzione psicoterapeutica più tradizionale o anche nelle situazioni di emergenza.

Aggiungo, come conclusione, che skype è servito anche nel tipo di lavoro che propongo in quanto analista junghiano ad orientamento biografico e filosofico.3 Spesso propongo di scrivere dialoghi immaginari tra paziente e alcuni soggetti o temi per lui significativamente critici. Possono essere i genitori, il partner, ma anche il proprio lavoro o il luogo in cui si vive. Oppure una lista circostanziata dei problemi avvertiti come più pressanti. Attraverso skype è possibile una condivisione di quanto scritto e un lavoro successivo rispetto alle emozioni che emergono.

Note
  1. Semi A. A. (a cura di), Trattato di psicoanalisi, Volume 1, Teoria e tecnica, Milano, Raffaello Cortina Editore, 1997.
  2. Credo sia utile citare a questo proposito il mio Arrighi. A., La soluzione trascurata. Bene e male nella psicologia analitica raccontati attraverso il cinema, Alpes Edizioni, Roma, 2015 e Singer, M. e Lalich, J., Psicoterapie folli. Conoscerle e difendersi, Erikson, 1998.
  3. L'analisi biografica ad orientamento filosofico può comportare l'utilizzo di dialoghi come descritto. Per ulteriori approfondimenti rimando al mio articolo su Psicocitta Scrivere di sé come (auto)terapia, al mio sito web personale e ad alcuni testi:
    Màdera, R., La carta del senso. Psicologia del profondo e vita filosofica, Milano, Cortina, 2012;
    Màdera, M. (a cura di C. Mirabelli), Una filosofia per l'anima. All'incrocio di psicologia analitica e pratiche filosofiche, Milano, Ipoc, 2013;
    Montanari, M., Vivere la filosofia, Milano, Mursia e sito web "Scuola Philo".

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