Lo psicologo americano Thomas Gordon ha messo a punto un metodo per diventare genitori efficaci e crescere figli responsabili. Il metodo prevede l’ascolto, la collaborazione e il rispetto. Nel libro "Genitori Efficaci" spiega le cose che un genitore non dovrebbe fare. Qui proponiamo tre estratti dagli "Effetti delle dodici risposte tipiche genitoriali".
Consigliare, offrire suggerimenti e soluzioni. Consigli, suggerimenti e soprattutto soluzioni preconfezionate possono far pensare ai figli che i genitori non si fidano di loro e delle loro capacità di trovare soluzioni autonome o saper giudicare le cose, inoltre potrebbe rendere i figli un po’ viziati o dipendenti dai genitori.
I consigli a volte possono comunicare un atteggiamento di superiorità dei genitori nei confronti dei figli che, di conseguenza, possono maturare un senso di inferiorità: «Perché non ci ho pensato io?».
«Voi sapete sempre tutto!». Infine possono portare i figli a pensare che i genitori non li capiscono affatto, ma anche a contrastare continuamente le loro idee e non sviluppare le proprie.
Elogiare, assecondare. Contrariamente all’opinione diffusa che l’elogio sia sempre benefico, spesso invece ha effetti negativi, soprattutto se un figlio riceve una valutazione positiva che non coincide con l’idea che ha di sé.
Potrebbe reagire pensando: «Non lo diresti, se sapessi come mi sento». Oppure: «Non ho giocato affatto bene, ho fatto schifo!». In questi casi un figlio potrebbe pensare che i suoi genitori non lo capiscono.
Potrebbe sentirsi in imbarazzo di fronti agli elogi in pubblico, specie in presenza di amici, o al contrario diventarne dipendente. Dai complimenti continui, potrebbe dedurre che i genitori lo giudicano continuamente, quindi anche in modo negativo, e l’assenza di elogi - in una famiglia dove vengono fatti spesso - potrebbe essere considerata come una critica.
In altri momenti inoltre l’elogio potrebbe essere interpretato come un modo sottile per influenzare o un tentativo di manipolazione, quindi la reazione potrebbe essere anche molto negativa.
Rassicurare, simpatizzare, consolare, sostenere. Molto spesso rassicurare un figlio o consolarlo quando si sfoga o sta male perché qualcosa lo disturba può non avere gli effetti sperati dai genitori.
I genitori rassicurano e consolano perché sono dispiaciuti quando il figlio è ferito, arrabbiato, scoraggiato e via dicendo, ma messaggi come: «Non arrabbiarti, tutto si risolverà...» comunicano al figlio che il genitore desidera che egli smetta di sentirsi "male".
Il rischio che si corre è quello di interrompere la comunicazione: il figlio potrebbe sentirsi incompreso e chiudersi come un riccio oppure vivere le rassicurazioni come un tentativo di cambiarlo.