Home / Italia / Dottssa Gianfranca Marano / Intervista Psicologo

Intervista alla dott.ssa Marano: il trauma psicologico

Intervista alla Dottoressa Gianfranca Marano: il trauma psicologico. Quali gli effetti, quali le terapie

Intervista pubblicata il 29 Marzo 2017.
L'intervista "Intervista alla Dottoressa Gianfranca Marano: il trauma psicologico. Quali gli effetti, quali le terapie" tratta di: Disturbo Post Traumatico da Stress, Ipnosi e Ipnoterapia e EMDR.
Intervista scritta dalla Dott.ssa Gianfranca Marano.

La Redazione di PsicoCitta ha incontrato la Dottoressa Gianfranca Marano, Psicologo Psicoterapeuta con formazione specifica nella cura del trauma psicologico.

1Dottoressa, nella sua pratica professionale ha maturato esperienza nella cura del trauma psicologico; ci può dire che cos'è il trauma psicologico?

Ogni essere umano può sperimentare esperienze dolorose che si configurano come Traumi psicologici. Il termine trauma deriva dal greco e significa ferita dell'anima.
È chiaro che essere vittime di un incidente, aver vissuto abusi psicologici o fisici, aver avuto una perdita, aver subito un forte stress lavorativo, assistere alla morte di una persona o pensare di essere in pericolo di vita, essere stati trascurati, maltrattati o abusati nell'infanzia sono eventi che creano le condizioni per il Trauma con la T maiuscola.
Poi ci sono eventi magari non così gravi ma che possono disorganizzare la persona; allora ci troviamo sicuramente di fronte ad un trauma a prescindere dalla valutazione oggettiva dell'evento in sé.
Faccio un esempio: un bambino di nove anni viene rimproverato dalla maestra di fronte alla classe; i sorrisi dei compagni di classe, il senso di vergogna possono far sì che tale episodio si trasformi in trauma con la t minuscola, cioè quel trauma che in futuro porterà questo ragazzo ad avere una certa ansia quando dovrà esprimersi in pubblico.
Magari lo stesso evento da un altro ragazzo può essere vissuto in modo completamente differente, tanto da non occupare alcun posto nella sua storia.
La soggettività gioca un ruolo chiave nel determinare quali eventi possono definirsi o meno come traumatici.

2Quali disturbi psicologici può provocare il trauma?

Dopo l'esposizione al trauma la persona ha ricordi frequenti dell'evento, sogni sgradevoli, continui flashback (ossia un ripresentarsi di immagini e sensazioni improvvise collegati all'evento). Spesso adotta condotte di evitamento riferite a tutto ciò che può avere a che fare con l'episodio traumatico, per cui evita ad esempio luoghi, discorsi o altri stimoli. Vi è una ridotta capacità reattiva al mondo esterno, oltre alla presenza di stimoli persistenti quali ansia ed eccitabilità, non presenti prima del trauma.
I sintomi iniziano di solito nei primi tre mesi ma vi può essere un esordio tardivo dopo i sei mesi. Normalmente, nella maggior parte dei casi, tali sintomi si manifestano immediatamente dopo il trauma. Tale disturbo si associa spesso al disturbo depressivo maggiore, al disturbo d'ansia, agli attacchi di panico, ad agorafobia (intensa paura degli spazi aperti e/o affollati), al disturbo ossessivo compulsivo, al disturbo bipolare.
Oltre al disturbo post traumatico da stress, ansia, insonnia, disturbi dell'alimentazione, dipendenze, disturbi di personalità sono generati da eventi traumatici.
Oggi il DSM5 (manuale dei disturbi psichiatrici diffuso in tutto il mondo) pone il trauma alla base di 52 patologie.
Non esistono solo traumi con la T maiuscola, ma anche i cosiddetti traumi con la t minuscola: producono i loro effetti sull'organizzazione psichica, generando nella persona sintomi quali sensazione d'insicurezza, mancanza di autostima, colpevolizzazione, attacchi di panico e ansie.

3Dal punto di vista della cura ci sono tecniche psicoterapeutiche specifiche che lei impiega?

In ambito terapeutico utilizzo in modo integrato varie tecniche. Molto dipende dalla situazione, dalla sensibilità e disponibilità ad un certo tipo di trattamento e dal piano terapeutico condiviso con il paziente.
La mia base concettuale è quella di una psicoterapia fenomenologica atropo-analitica, l'ipnosi terapia Eriksoniana e l'EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing).
L'approccio Fenomenologico Antropo-analitico trae la sua base dalla Filosofia di Heidegger, Husserl, Bergson, Jasper, Binswanger, nonché dall'utilizzo delle teorie psicoanalitiche di Freud, Lacan e Jung. L'integrazione di queste diverse scuole di pensiero costituisce la base per un approccio umanistico.
L'ipnosi terapia Eriksoniana mira all'utilizzo delle risorse inconsce della persona per l'elaborazione e la risoluzione del sintomo.
Il sintomo viene risolto in modo completamente inconscio senza che la persona se ne renda conto, aggirando le normali resistenze coscienti del soggetto.
L'EMDR viene utilizzato prevalentemente nella cura del trauma, ma non solo: oggi è terapia elettiva per ansia, fobie, depressione, disturbi alimentari, dipendenze ed altro.
Il processo psicoterapeutico a cui il soggetto viene sottoposto è un processo di desensibilizzazione dell'evento (ossia nel favorire un distanziamento emotivo e una trasformazione cognitiva dall'evento disturbante), nonché una rielaborazione delle cognizioni (pensieri negativi su di sé in relazione al trauma) ed emozioni legate all'evento.
Di solito viene fatta una mappa degli eventi da trattare; dopodiché, per ogni evento si lavora sul presente e sul futuro.

4I pazienti come rispondono a queste terapie?

Molti pazienti sono scettici e diffidenti nei confronti dell'ipnosi in quanto pensano che quello che accade in ipnosi sarà fuori dal loro controllo.
Quindi, in questo caso, do una serie di informazioni storiche partendo dall'utilizzo di questa tecnica da circa 200 anni in ambito medico, quando non esisteva l'anestesia, poi in ambito psicoterapeutico con Charcot, Freud e Milton Erikson, che ne ha ha fatto una tecnica elettiva nel trattamento del disagio psicologico.
Alla fine, se accetta di sottoporsi a questo tipo di trattamento, la persona collabora per entrare in una trance ipnotica sapendo che nulla può essere fatto senza la sua volontà e tutto rimane completamente sotto il suo controllo.
Per quanto riguarda i dubbi sulla tecnica EMDR, invece, le persone pensano che attraverso il processo di desensibilizzazione di un evento traumatico legato ad esempio al lutto si possono dimenticare anche le esperienze positive che le legano al ricordo della persona amata. In realtà non è così, perché si lavora solo sull'evento disturbante e non su quanto di positivo si è vissuto.

5Può raccontarci un caso che l'ha colpita particolarmente?

Certo. Mi è capitato pochissimo tempo fa il caso di una donna che presentava una sofferenza dovuta alla sua difficoltà di fare dei controlli medici al fine di scongiurare e prevenire determinate patologie tumorali.
La signora aveva una previsione negativa del futuro in quanto pensava di poter morire in giovane età senza poter accudire i suoi figli.
Questi pensieri negativi l'accompagnavano costantemente, senza riuscire a distogliersi in alcun modo.
Esplorando la sua storia emerse che lei aveva assistito alla morte del padre rimanendo nel letto con il padre nell'ultima notte di vita (il padre era ammalato di tumore).
L'evento era accaduto 10 anni prima e lei non aveva avuto il tempo di poter elaborare il lutto in quanto impegnata nella cura dei propri figli piccoli.
Ho trattato questa donna partendo dal trauma della morte del padre, in particolare utilizzando come Target (evento traumatico da trattare) l'immagine del padre in quella notte, le sue emozioni e cognizioni negative sull'evento con la tecnica EMDR.
Una volta elaborato il trauma, ho lavorato sulla scena relativa alla sala d'attesa dell'ospedale per gli esami medici a cui doveva sottoporsi.
Infine ho lavorato con l'ipnosi sulla proiezione al futuro.
La cosa eccezionale è che il trattamento è durato appena tre sedute con i seguenti risultati:

  • nel primo target le sensazioni fisiche di freddo si sono trasformate in calore; le cognizioni negative d'impotenza si sono trasformate in "ho fatto tutto quello che potevo"; le emozioni negative sono scomparse;
  • nel secondo target - quello relativo alla sala d'attesa per gli esami medici - dopo il trattamento la signora ha trasformato la cognizione negativa "sono malata, sto per morire" in: "sono qui per curarmi e comunque sono stata in questo luogo anche per eventi positivi, quali la nascita dei miei figli";
  • terzo target - pensieri negativi per il futuro - con l'ipnosi la signora è riuscita a visualizzare una scena in cui lei ed il marito, anziani e con i capelli bianchi, passeggiavano mano nella mano.

Questo lavoro per target ha dato alla signora la possibilità di elaborare il trauma della morte del padre, di superare la paura per i controlli medici e di riuscire ad avere una visione del futuro positiva.

6In conclusione, Dottoressa, si sa che "il tempo" è un buon alleato della elaborazione, ma il suo solo trascorrere non è sufficiente per la risoluzione del trauma e dei disturbi che ne conseguono; c'è un "tempo giusto" per chiedere aiuto ad uno Psicoterapeuta?

Intervenire il prima possibile è molto utile ad evitare sofferenze, soprattutto se parliamo di bambini.
Ciò non toglie che si lavora altrettanto velocemente su traumi del passato che rimangono intatti rispetto al tempo. Rimanendo bloccati come in una foto con tutto il loro carico emotivo disturbante.
Il processo di rielaborazione consente di rivedere l'evento da altri punti di vista, trasformando e desensibilizzando il ricordo che perde quella forza intrusiva che condiziona il presente.

Per approfondire

Rendi più visibile il tuo Studio in Internet
ricevi contatti mirati in base alle tue competenze

Area Professionisti:

Contatta la Redazione: 0547.28909
tutte le mattine dal lunedì al venerdì 9:00-13:30